a ponticelli la situazione è da terzo mondo. credo sia il quartiere peggio messo della città. e invece di risolvere i problemi, si chiudono le scuole e si invita la gente ad andarsene.
A Napoli est la terra brucia da settimane vicino a una scuola
Fumarole e una discarica abusiva a cielo aperto, a due passi da una scuola, l’istituto tecnico Marie Curie. Succede a via Argine, strada di collegamento tra Napoli Est e il centro della città dove gomme, plastiche ed amianto bruciano da settimane nonostante gli interventi dei vigili del fuoco.
“Lì c’era una folta vegetazione – racconta alla Dire Roberto Malfatti di Napoli Zeta – che non permetteva di scorgere quella discarica. Ora si vede ad occhio nudo: quei cumuli di rifiuti sono alti oltre 4 metri. C’era una enorme albero in quella zona, era considerato il polmone verde della zona. Ma sotto c’era ben altro”. In quell’area, all’incrocio tra via Argine e via Nifo dove c’erano un ex bitumificio e un ex saponificio, oggi ci sono carcasse di auto, resti d’amianto, pezzi di ferro e plastica bruciata, misti a rifiuti urbani. Una bomba ecologica a ridosso di una delle strade più trafficate della periferia di Napoli che dal primo esposto inviato dai residenti il 20 luglio al sindaco Luigi de Magistris, a vigili del fuoco, polizia locale, procura della Repubblica e prefettura di Napoli continua a bruciare.
Il primo intervento dei pompieri, che ha consentito di spegnere in prima battuta i roghi, risale allo scorso 17 luglio. Un’operazione che ha permesso di individuare “focolai di incendio con fumi acri – si legge nell’esposto in possesso della Dire – per combustione di sterpaglie e rifiuti” e i focolai non sono limitati a quelli presenti sulla superficie del terreno “ma alcuni provengono dal piano interrato di un manufatto semidiroccato” e completamente abbandonato. E a tutela dell’incolumità pubblica,
la polizia municipale ha diffidato il custode della scuola Marie Curie e i proprietari degli immobili vicini alla discarica, in via Nifo e via Argine, ad “allontanarsi dalle abitazioni fino alla completa cessazione dei fumi da incendio” e a tenere “ermeticamente chiuse” porte, finestre e balconi.
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Ponticelli nel degrado, tra cumuli di rifiuti e continui roghi tossici
In alcune strade di Ponticelli si fa anche fatica a respirare. Colpa dei roghi che hanno bruciato giardini, sterpaglie, parchi pubblici e terreni privati abbandonati all’incuria. Fiamme che hanno avvolto in queste settimane anche i rifiuti scaricati abusivamente in vie, rotonde e viadotti trasformati in discariche.
In via Virginia Woolf ha preso fuoco anche una vecchia fabbrica. «Produceva solventi», dicono i residenti. Non c’è più nulla. La struttura è ridotta a un rudere, circondata da cenere. Da qui per giorni si sono alzate minacciose fumarole. Segno evidente che c’era qualcosa che bruciava ancora nonostante gli incendi domati dai vigili del fuoco. Il consiglio della sesta municipalità ha approvato un ordine del giorno e nella disperata richiesta d’aiuto ha scritto a presidente del consiglio, prefetto, capo della protezione civile, governatore, sindaco, assessori e Asl per chiedere lo spegnimento totale dei roghi e interventi di bonifica.
Per la municipalità non ci sono dubbi: si tratta di incendi dolosi, appiccati per far scomparire rifiuti interrati illegalmente, una follia che causa danni incalcolabili all’ambiente. All’angolo tra via Woolf e via Argine un fruttivendolo vende cocomeri sistemati sulla sua Apecar. Incurante della diossina che continua a sprigionarsi nel cielo. C’è da chiedersi come faccia a resistere per ore in un luogo dove l’aria è irrespirabile.
Cittadini esasperati propongono anche una class action contro i roghi tossici e contro le istituzioni che non intervengono, come se volessero cancellare un problema semplicemente ignorandolo. Chiamano in causa il Comune, lo accusano di essersi dimenticato di quest’area.
In via de Meis ricordano ancora con terrore le fiamme che si sono diffuse nel piccolo boschetto. "Erano alte dieci metri, siamo dovuti fuggire. Ho portato via i miei figli. Qui non si può più vivere". Ci sono i roghi che cancellano il verde urbano e quelli che bruciano i rifiuti disseminati un po’ ovunque tra Ponticelli e Barra. In via Mastellone e via Bartolo Longo dopo molte segnalazioni ieri mattina sono intervenuti i camion dell’Asìa. L’obiettivo è raccogliere parte dei rifiuti che si sono accumulati. C’è di tutto: elettrodomestici, mobilia, vestiario, persino giocattoli. Ma anche materiale di cantiere. Una vera discarica che sorge a pochi passi da un insediamento di nomadi.
A girare per gli stradoni del quartiere che circondano i grandi parchi e le case popolari costruiti dopo il terremoto, la sensazione è quella dell’abbandono. Neanche il nuovo Ospedale del mare, inaugurato a più riprese dalla Regione, sembra portare benefici. Tra tanto degrado c’è però un’oasi. Si chiama “Casetta dei pensionati” e come suggerisce il nome è un piccolo spazio di verde attrezzato con annesso campo di bocce dove quotidianamente si sfida un gruppo di anziani. Vittorio Maiello, 80 anni, ex autista, ogni mattina provvede a curare il giardinetto.
"Se non ci fosse lui anche quest’area sarebbe immersa nel degrado" conferma Gaetano Soria, che sui roghi ha una idea tutta sua: "È stata una fortuna che sono scoppiati gli incendi, almeno hanno fatto pulizia di spazzatura e topi. Era impossibile persino camminare a causa dei ratti, enormi che spuntavano dalle sterpaglie". Carmine Di Napoli, ex portuale, vive da 40 anni a Ponticelli, ed è arrabbiatissimo con il Comune: "È completamente assente, è come se avesse cancellato questo quartiere dal resto della città".
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