Napoli EST | Progetti per l'area est della città (notizie e aggiornamenti)

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Linea68
00giovedì 1 novembre 2012 14:25
Tra l'altro, io non ricordavo molti progetti piccoli inseriti nella mappa odierna. Sono piccoli progetti di cui non c'è alcuna scheda, a differenza di quelli più grandi, ma vi dice solo il nome dell'area di intervento. Voi li ricordavate? Non è che siano magari progetti nuovi di privati che si sono aggiunti? Perchè di quelli io non ne ricordo manco uno.. Espolegno, Ilcla, Ima Real Estate..mi giungono tutti nuovi quei piccoli progetti..


www.naplest.it/2010/06/10/progetti-naplest-2/
TDM_88
00giovedì 1 novembre 2012 14:33
come già scritto alcuni post fa il "complesso le due torri" sembra quasi interamente riqualificato, almeno da ciò che si vede esternamente dall'uscita dell'autostrada.
www.naplest.it/2011/10/20/complesso-le-due-torri/

mentre alla manifattura tabacchi sembra ancora tutto fermo....
Linea68
00giovedì 1 novembre 2012 14:38
Sì ricordo la tua immagine del complesso rinnovato che pubblicasti.


Io intendevo gli altri, quelli piccoli, non li ricordo sulla mappa..dovrebbero esser stati aggiunti dopo, non vorrei sbagliare però.
TDM_88
00giovedì 1 novembre 2012 14:56
si si, hai ragione ricordi bene, anche "il Borgo" è uscito fuori da poco.... evidentemente sono iniziative private che stanno sorgendo sfruttando la "zona franca".
bartol0
00giovedì 1 novembre 2012 15:01
sapete che la cittadella della polizia non si farà più, vero? almeno così ricordo di aver letto su qualche giornale un po' di tempo fa.
TDM_88
00giovedì 1 novembre 2012 15:02
per quanto riguarda questo complesso invece, i lavori sarebbero ultimati e dentro c'era sorto il TNC (centro commerciale cinese), che poi dopo innumerevoli peripezie tra permessi mai ricevuti e debiti mai coperti dai costruttori, ha chiuso nel giro di qualche settimana. Ora giace abbandonato.....

www.naplest.it/2010/06/10/complesso-interfan/
TDM_88
00giovedì 1 novembre 2012 15:04
Re:
bartol0, 01/11/2012 15:01:

sapete che la cittadella della polizia non si farà più, vero? almeno così ricordo di aver letto su qualche giornale un po' di tempo fa.




si ma nella parte finale di via gianturco parallelamente al quartiere sant'erasmo dovrebbe sorgere la cittadella dei carabinieri, e sottolineo "dovrebbe" perchè fecero pure la cerimonia per la posa della prima pietra. Prima e ultima.
Na.Samurai
00martedì 6 novembre 2012 18:03
Riprendendo il discorso delle università e la dispersione delle sedi, guardate che fa la Bocconi:
"L PROGETTO
Per il supercampus della Bocconi
arrivano due archistar giapponesi
Patto tra Ateneo e Comune: una parte accessibile ai residenti della zona. Avrà una torre
piscine e palestre.": milano.repubblica.it/cronaca/2012/11/06/news/per_il_supercampus_della_bocconi_arrivano_due_archistar_giapponesi-4...

Questo anche per tutti gli studenti meridionali che vanno a studiare al Nord...
paolo.pfdl1984
00martedì 6 novembre 2012 22:17
Re:
bartol0, 01/11/2012 13:15:

ma a chi è venuto in mente di realizzare un porto turistico proprio a ridosso del porto commerciale? [SM=x2819341]



Il discorso nasce dal fatto di dare a Napoli un porto turistico di ampio respiro e l'unica zona dove poteva farsi era li.

Una volta tanto concordo con l'amministrazione insomma il discorso è molto semplice escludendo categoricamente la possibilità di costruire un porto turistico a via Caracciolo, essendo impossibile di conseguenza farlo anche nella zona di via Nazario Sauro e considerando che l'ipotesi porto turistico di Bagnoli è stata bocciata dal Tar, l'unico luogo dove possibile è stato li.

Inoltre tra una ipotetica espansione del Porto Di Napoli (cha a limite verrebbe resa più complessa ma non impossibile potendo inglobare in futuro il porto turistico) si è preferito dare la precedenza a un porto turistico piuttosto di uno commerciale.

Sia perchè la vocazione industriale del nostro territorio oramai è un ricordo del secolo precedente sia perchè un porto turistico oltre ad avere un immediato e concreto ritorno economico visto la carenza strutturale di posti barca nella nostra regione sia per la sua ricaduta "ambientale" in una zona già molto provata.
Se Vigliena sarà quello che si sperà potrà riuscire a riqualificare parte di una delle zone più tristi e squallide di Napoli

Linea68
00martedì 6 novembre 2012 22:47
Sicuramente sarà andata come dici tu Paolo, ma non sono d'accordo, con questa motivazione.


Il Porto di Napoli è, insieme al turismo, la grande azienda che può rilanciare la città. Non per niente mostra tassi di crescita anche in un periodo di contrazione generale. Questo perchè dopo decenni di emarginazione economica, Napoli secondo me potrebbe tornare al centro di rotte commerciali, parlo dei traffici tra oriente e occidente, la Conateco investe fortemente a Napoli perchè, se ci pensiamo, in Europa è uno dei porti più comodi per le navi che arrivano dalla Cina.

Calcoliamo anche la buona presenza di infrastrutture che vanno solo razionalizzate, la presenza degli interporti di Nola e Maddaloni...dei settori locali che possono sopravvivere alla crisi potendo sfruttare il porto ed i traffici oltre continente (ad esempio l'agroalimentare, ma anche parte del calzaturiero e del tessile che non è tutto in crisi).

E poi non mi piace l'idea di ragionare per comuni. Perchè mai ci si doveva a tutti i costi dotare di un porto turistico nel Comune di Napoli? Non poteva farsi in altri comuni vesuviani, da Portici a Ercolano, Torre Annunziata? Le ricadute economiche avrebbero comunque riguardato anche Napoli, bisogna cominciare a ragionare in ottica di Città Metropolitana, non di comune IMHO.

Un porticciolo turistico secondo me in quel luogo è meno appetibile rispetto ad altri posti, e blocca eventuali progetti di espansione futura del porto.
paolo.pfdl1984
00mercoledì 7 novembre 2012 12:27
Si ma non si possono fare progetti sull'area metropolitana se non sappiamo nemmeno come e cosa sarà.

Credi realmente che si riuscirà a fare il "supercomune"? Io penso che i capanilismi locali e gli interessi (anche malavitosi) avranno la meglio trasformando l'area metropolitana in un duplicato della provincia.
Linea68
00mercoledì 7 novembre 2012 12:35
Non è necessario un supercomune, certe cose si possono fare semplicemente attraverso tavoli di concertazione tra Comuni, senza avere un ancoraggio "fisico".

A Torino per esempio diversi progetti sono partiti con input di Provincia o Regione e accordi tra comuni.
_Gio'_
00mercoledì 7 novembre 2012 12:47
Re:
Linea68, 07/11/2012 12:35:

Non è necessario un supercomune, certe cose si possono fare semplicemente attraverso tavoli di concertazione tra Comuni, senza avere un ancoraggio "fisico".

A Torino per esempio diversi progetti sono partiti con input di Provincia o Regione e accordi tra comuni.




E in quest'ottica, per creare il porto turistico, si sarebbero potuti sfruttare i porti del Granatello o di Torre del Greco, che in pratica sono Napoli est.
bartol0
00mercoledì 7 novembre 2012 15:37
si può discutere la localizzazione, ma certo la realizzazione di un grosso porto turistico a ridosso di Napoli non era più procrastinabile. guardate un po' cosa stanno tirando su a Salerno:

[IMG]http://i54.tinypic.com/er0tj8.jpg[/IMG]


Un porto-isola al largo, staccato dalla costa per limitare le alterazioni della linea costiera: è il progetto di Marina d’Arechi-Port Village, due chilometri a sud di Salerno. Un nuovo modo di concepire il porto, come un atollo collegato alla terra da tre ponti lunghi circa 80 metri, due carrabili in entrata e in uscita e uno pedonale.
Gli edifici a terra in grado di offrire servizi atti a soddisfare i bisogni di chi viaggia per mare e chiede strutture di qualità per la nautica e il tempo libero. Nel porto-isola, 250 mila metri quadri di specchio acqueo, ormeggeranno in condizioni di sicurezza tutto l’anno circa 1.000 barche fra i 7 e i 50 metri.
Il progetto del porto è dello studio di alta ingegneria De Cola di Messina mentre lo sviluppo del progetto della parte a terra, circa 21 mila metri quadri di superficie, è stato affidato alla matita del genio creativo Santiago Calatrava. Parte degli spazi verrà riservata alle attività commerciali.
Centro pulsante del marina saranno lo Yacht Club e l’Agorà, due realtà sospese tra mare e terra. L’Agorà comprenderà sale di lettura, sale Tv, bar, ristoranti di eccellenza e spazi per i momenti di incontro per i clienti, sia che arrivino via mare sia che arrivino da terra, che intendono prolungare in maniera attiva la loro permanenza nel porto.
Per i diportisti il rimessaggio per i mesi invernali, un cantiere all’estremità sud e 9 mila metri quadri di piazzali per alaggio e varo delle barche. Ai consueti servizi per la nautica, come rifornimento carburante, acqua, fornitura energia elettrica, servizi antincendio e meteo, anche il servizio nursery e il parco giochi.



a giugno sono stati aperti i primi 480 posti barca: 200 di questi erano già stati venduti ben prima dell'inaugurazione di una prima parte del porto. segno che la domanda c'è e va intercettata.

P.S. voglio troppo un'opera di Calatrava a Napoli, mannaggia!! togliamo il progetto del waterfront da mano a Euvè e diamoglielo a lui, cribbio!!!
Gjemon
00mercoledì 7 novembre 2012 15:55
Io adoro Calatrava però le sue opere sono troppo "impattanti" nel senso che sono molto grandi e secondo me hanno bisogno di stare in aree anonime e poco edificate. Se guardi il porto di marina di Arechi dall'alto ti accorgerai di quanto è grande la struttura nel complesso. Penso che a Napoli i vari enti preposti non te l'avrebbero mai fatta fare, nè a Vigliena nè a Portici e sicuramente non a Mergellina [SM=x2819342]
MiZaR-82
00mercoledì 7 novembre 2012 15:56
^^ a Bagnoli...?
bartol0
00mercoledì 7 novembre 2012 16:17
a Piazza Carlo III.



Futuro rosa per l’Albergo dei Poveri

Sta per concludersi la prima fase del progetto d’intervento sull’Albergo dei Poveri per porre rimedio a manomissioni, a superfetazioni e ai danni del sisma del 1980. Un restauro che potrà fortemente contribuire a variare lo scenario socio-economico di una vasta zona, oggi assai degradata, innestando un processo vitale di trasformazione urbana. Lungo e complesso è stato l’iter progettuale, che, nella fase esecutiva, ha richiesto un forte impegno economico da parte del ministero per i Beni culturali e del Comune di Napoli, e la creazione di un apposito «ufficio dedicato» diretto dall’architetto Carmela Fedele. Lo studio di fattibilità proposto per la realizzazione della «città dei giovani» ha evidenziato tre grandi temi d’uso rispondenti alle esigenze di tutela e sviluppo dell’edificio - cultura/formazione, accoglienza/ricettività, sviluppo/innovazione - con tre scenari di riuso: Palazzo delle Innovazioni, Palazzo delle Arti, Palazzo delle Istituzioni. Un forte impatto sui napoletani avrà certamente il cambiamento del colore dell’edificio, da me proposto: dal tristissimo e uniforme giallo ocra post-unitario si tornerà ai festosi originari colori settecenteschi che mettevano in evidenza il contrasto tra le membrature architettoniche e le pareti dell’edificio. Alcuni anni fa, osservando un quadro di Salvatore Fergola- che ritrae una parata militare con le truppe schierate dall’Orto Botanico a via Nuova del Campo (oggi via Don Bosco) passate in rivista da Ferdinando II di Borbone - notai che l’Albergo era dipinto in bianco e rosa. Colori che, in seguito, ritrovai anche in altri dipinti e stampe.
Ne parlai con il sovrintendente Guglielmo, che fu d’accordo e, circa due anni fa, con i nuovi colori, fu dipinta la parte centrale, ridipintura che adesso sarà estesa a tutto il lato verso l’Orto Botanico. A ulteriore riprova della fondatezza della scelta cromatica, al di sotto dell’attuale colore è stato, in alcuni punti, ritrovato il rosa originario, inoltre le basi delle lesene, impostate sull’alto basamento di piperno, sono in pietra di Bellona, di colore bianco sporco. Immediato, viene in mente il rapporto con la Reggia di Caserta, dove, le lesene, per tutta l’altezza, sono nella stessa pietra, che ricorda il travertino romano, mentre le pareti sono costruite con mattoni rosa, colore voluto da Luigi Vanvitelli che scelse personalmente le argille e curò il dosaggio dei diversi materiali per ottenere le tonalità desiderate. Per l’elaborazione delle istanze di ristrutturazione territoriale e urbana voluta da Carlo di Borbone, il 1750 fu un anno determinante, giunsero allora a Napoli, su invito del sovrano, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. Al primo, fu affidata la costruzione della nuova sede delle Corte, la «città dei ricchi», seguendo l’esempio di Versailles, al secondo, la «città dei poveri», due utopie illuministe destinate, entrambe, a restare incompiute. Una scelta coloristica unitaria legava evidentemente i due edifici, la facciata della Reggia fu però realizzata in pietra e mattoni, quella dell’ospizio, con intonaco e pittura. L’Albergo dei Poveri - e per favore non chiamatelo palazzo Fuga, poiché l’architetto, per sua fortuna, non abitò mai lì - posto lungo la strada principale di accesso alla capitale rappresentava il simbolo della pietà illuminata del sovrano, in esso viene esaltato il concetto di una fabbrica risolta in chiave urbanistica mediante prospettive dinamiche e tangenziali. La veduta tangenziale, infatti, costituiva il punto di vista principale in accordo con la sua dimensione urbana. Nella seconda metà del Settecento, durante il regno di Ferdinando IV, perseguendo l’intento di costruire un accesso monumentale alla città furono livellati i fossati che cingevano la città a settentrione; in seguito, in maniera più incisiva, durante il decennio francese (1806-1815), ad opera dell’architetto Giuliano De Fazio, fu aperta la via Nuova del Campo (le attuali via Don Bosco e corso Umberto Maddalena), che da Secondigliano, scendendo dolcemente lungo la collina di Poggioreale, confluiva innanzi all’Albergo dei Poveri, innestandosi al tracciato preesistente. Il ruolo dello sterminato edificio veniva, in tale occasione, esaltato da un Arco di Trionfo progettato dallo stesso De Fazio, in analogia con i parigini Arc du Carrousel e Arc de l’Étoile. La prospettiva continua tra le due strade, fu interrotta alla fine dell'Ottocento, in seguito agli interventi del Risanamento e alla creazione dei giardinetti di piazza Carlo III. Tale prospettiva potrebbe oggi essere facilmente recuperata tagliando le aiuole e spostando la zona verde davanti all’edificio, eliminando, in tal modo, il traffico che oggi lo lambisce troppo da vicino. Un grande Arco di Trionfo, disegnato dal geniale progettista e architetto Santiago Calatrava, potrebbe sottolineare il rinnovato accesso monumentale alla città. Come ultima opportunità, proporrei di recintare l’edificio con una cancellata, riproponendo il disegno di quella settecentesca che delimita l’ingresso della chiesa. Si eviterebbero, in tal modo, i disegni che, in breve tempo, deturperebbero il basamento, come succede, per esempio, per l’edificio della Posta Centrale, da poco restaurato.

Giancarlo Alisio ( [SM=x2819653] )
Linea68
00mercoledì 7 novembre 2012 16:18
Re: Re:
_Gio'_, 07/11/2012 12:47:




E in quest'ottica, per creare il porto turistico, si sarebbero potuti sfruttare i porti del Granatello o di Torre del Greco, che in pratica sono Napoli est.




Concordo, immagina la funzione turistica di un porticciolo a due passi dalla Reggia di Portici, o dagli scavi di Ercolano o Pompei con sullo sfondo il Vesuvio..magnifico.

La zona di San Giovanni a mio avviso dovrebbe perseguire la via dello sviluppo industriale (moderno) e terziario ancorato alla logistica, al porto e alle infrastrutture presenti. Per la sua posizione credo che nessun'altra zona di Napoli possa seguire questa vocazione più della zona ad Est della città vicino a porto, ferrovie, autostrade.
Gjemon
00mercoledì 7 novembre 2012 16:21
Re:
MiZaR-82, 07/11/2012 15:56:

^^ a Bagnoli...?



Eh già la non sarebbe male, anche se io quella zona la sogno più come una balneare che da diporto.
Gjemon
00mercoledì 7 novembre 2012 16:24
Re:
bartol0, 07/11/2012 16:17:


Giancarlo Alisio ( [SM=x2819653] )



Se queste sono le sue idee allo c'è solo da fidarsi, ode al Maestro [SM=x2819653]
MiZaR-82
00mercoledì 7 novembre 2012 16:39
Re: Re:
Gjemon, 07/11/2012 16:21:



Eh già la non sarebbe male, anche se io quella zona la sogno più come una balneare che da diporto.



ehm...
io il bagno lì non lo farei, purtroppo :(
se vogliamo sognare, sogniamo, ma dopo decenni in cui si è scaricato di tutto lì è difficile pensare ad un effettivo recupero alla balneazione. Una spiaggia attrezzata, piscine, questo si. Perché la bonifica del suolo è fattibile. Ma il mare...
per questo dicevo che un porto turistico sarebbe perfetto.
TDM_88
00mercoledì 7 novembre 2012 17:45
Re: Re: Re:
MiZaR-82, 07/11/2012 16:39:



ehm...
io il bagno lì non lo farei, purtroppo :(
se vogliamo sognare, sogniamo, ma dopo decenni in cui si è scaricato di tutto lì è difficile pensare ad un effettivo recupero alla balneazione. Una spiaggia attrezzata, piscine, questo si. Perché la bonifica del suolo è fattibile. Ma il mare...
per questo dicevo che un porto turistico sarebbe perfetto.




Concordo, come area balneare io vedo molto più indicato il lato Ovest.
da Bagnoli passando per pozzuoli, fino ad arrivare al litorale domizio (anche se il recupero lì è difficile) sarebbe la "zona" più adatta a svolgere quella funzione
Gjemon
00mercoledì 14 novembre 2012 19:43
Non è legato al progetto NaplEST ma comunque è attinente per la sua ubicazione:

POLICENTRO AFRAGOLA

nonostante il nome il CC si troverà in quel di Casoria, adiacente all'Uci Cinemas e Decathlon. In pratica sarà un restyling dell' ex-EuroMercato, ex-Carrefour





Per chi non sapesse dove si trova l'ex-EuroMercato, questa è la mappa dettagliata.


Planimetrie interne, si nota in particolare lo sviluppo di un secondo piano, misto parcheggi auto e negozi, prima mancante.


_Gio'_
00mercoledì 14 novembre 2012 22:28
Welà! Riprendono il cadavere dell'euromercato XD
CRIME 80
00giovedì 15 novembre 2012 00:18
Re:
bartol0, 07/11/2012 16:17:

a Piazza Carlo III.



Futuro rosa per l’Albergo dei Poveri

Sta per concludersi la prima fase del progetto d’intervento sull’Albergo dei Poveri per porre rimedio a manomissioni, a superfetazioni e ai danni del sisma del 1980. Un restauro che potrà fortemente contribuire a variare lo scenario socio-economico di una vasta zona, oggi assai degradata, innestando un processo vitale di trasformazione urbana. Lungo e complesso è stato l’iter progettuale, che, nella fase esecutiva, ha richiesto un forte impegno economico da parte del ministero per i Beni culturali e del Comune di Napoli, e la creazione di un apposito «ufficio dedicato» diretto dall’architetto Carmela Fedele. Lo studio di fattibilità proposto per la realizzazione della «città dei giovani» ha evidenziato tre grandi temi d’uso rispondenti alle esigenze di tutela e sviluppo dell’edificio - cultura/formazione, accoglienza/ricettività, sviluppo/innovazione - con tre scenari di riuso: Palazzo delle Innovazioni, Palazzo delle Arti, Palazzo delle Istituzioni. Un forte impatto sui napoletani avrà certamente il cambiamento del colore dell’edificio, da me proposto: dal tristissimo e uniforme giallo ocra post-unitario si tornerà ai festosi originari colori settecenteschi che mettevano in evidenza il contrasto tra le membrature architettoniche e le pareti dell’edificio. Alcuni anni fa, osservando un quadro di Salvatore Fergola- che ritrae una parata militare con le truppe schierate dall’Orto Botanico a via Nuova del Campo (oggi via Don Bosco) passate in rivista da Ferdinando II di Borbone - notai che l’Albergo era dipinto in bianco e rosa. Colori che, in seguito, ritrovai anche in altri dipinti e stampe.
Ne parlai con il sovrintendente Guglielmo, che fu d’accordo e, circa due anni fa, con i nuovi colori, fu dipinta la parte centrale, ridipintura che adesso sarà estesa a tutto il lato verso l’Orto Botanico. A ulteriore riprova della fondatezza della scelta cromatica, al di sotto dell’attuale colore è stato, in alcuni punti, ritrovato il rosa originario, inoltre le basi delle lesene, impostate sull’alto basamento di piperno, sono in pietra di Bellona, di colore bianco sporco. Immediato, viene in mente il rapporto con la Reggia di Caserta, dove, le lesene, per tutta l’altezza, sono nella stessa pietra, che ricorda il travertino romano, mentre le pareti sono costruite con mattoni rosa, colore voluto da Luigi Vanvitelli che scelse personalmente le argille e curò il dosaggio dei diversi materiali per ottenere le tonalità desiderate. Per l’elaborazione delle istanze di ristrutturazione territoriale e urbana voluta da Carlo di Borbone, il 1750 fu un anno determinante, giunsero allora a Napoli, su invito del sovrano, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. Al primo, fu affidata la costruzione della nuova sede delle Corte, la «città dei ricchi», seguendo l’esempio di Versailles, al secondo, la «città dei poveri», due utopie illuministe destinate, entrambe, a restare incompiute. Una scelta coloristica unitaria legava evidentemente i due edifici, la facciata della Reggia fu però realizzata in pietra e mattoni, quella dell’ospizio, con intonaco e pittura. L’Albergo dei Poveri - e per favore non chiamatelo palazzo Fuga, poiché l’architetto, per sua fortuna, non abitò mai lì - posto lungo la strada principale di accesso alla capitale rappresentava il simbolo della pietà illuminata del sovrano, in esso viene esaltato il concetto di una fabbrica risolta in chiave urbanistica mediante prospettive dinamiche e tangenziali. La veduta tangenziale, infatti, costituiva il punto di vista principale in accordo con la sua dimensione urbana. Nella seconda metà del Settecento, durante il regno di Ferdinando IV, perseguendo l’intento di costruire un accesso monumentale alla città furono livellati i fossati che cingevano la città a settentrione; in seguito, in maniera più incisiva, durante il decennio francese (1806-1815), ad opera dell’architetto Giuliano De Fazio, fu aperta la via Nuova del Campo (le attuali via Don Bosco e corso Umberto Maddalena), che da Secondigliano, scendendo dolcemente lungo la collina di Poggioreale, confluiva innanzi all’Albergo dei Poveri, innestandosi al tracciato preesistente. Il ruolo dello sterminato edificio veniva, in tale occasione, esaltato da un Arco di Trionfo progettato dallo stesso De Fazio, in analogia con i parigini Arc du Carrousel e Arc de l’Étoile. La prospettiva continua tra le due strade, fu interrotta alla fine dell'Ottocento, in seguito agli interventi del Risanamento e alla creazione dei giardinetti di piazza Carlo III. Tale prospettiva potrebbe oggi essere facilmente recuperata tagliando le aiuole e spostando la zona verde davanti all’edificio, eliminando, in tal modo, il traffico che oggi lo lambisce troppo da vicino. Un grande Arco di Trionfo, disegnato dal geniale progettista e architetto Santiago Calatrava, potrebbe sottolineare il rinnovato accesso monumentale alla città. Come ultima opportunità, proporrei di recintare l’edificio con una cancellata, riproponendo il disegno di quella settecentesca che delimita l’ingresso della chiesa. Si eviterebbero, in tal modo, i disegni che, in breve tempo, deturperebbero il basamento, come succede, per esempio, per l’edificio della Posta Centrale, da poco restaurato.

Giancarlo Alisio ( [SM=x2819653] )



ma è vecchio di un bel po di anni questi articolo. Alisio è morto nel 2005. Perchè lo posti?
Linea68
00venerdì 16 novembre 2012 18:12
Re:
Gjemon, 14/11/2012 19:43:

Non è legato al progetto NaplEST ma comunque è attinente per la sua ubicazione:




Ma quindi non sarà un CC ex novo vicino alLeroy Merlen e Ikea, ma una riqualificazione di quello vicino sulla Circumvallazione esterna, giusto?



ps: siete sicuri che la notizia non sia vecchiotta? PErchè io trovo link del 2011...
CRIME 80
00venerdì 16 novembre 2012 18:26
si, e il vecchio euromercato (ancora ricordo la pubblicità su telecapri) che dopo varie vicende, pare torni in veste nuova. In effetti mi sembrava chiuso da un po di tempo.
Pasticchio
00venerdì 16 novembre 2012 19:03
Mi rivolgo a MOD e ADMIN
Ragazzi, non vorrei essere "pesante", ma la discussione riguarda NaplEst, che sono un insieme definito di progetti.
Ora l'euromercato oltre a non farne parte, non sta manco a Napoli città a voler essere pignoli.

Non credete che sia il caso di creare una discussione a parte?
Linea68
00venerdì 16 novembre 2012 19:09
Ehm....quella notizia lì l'ha postata....un moderatore [SM=g3040391]
Pasticchio
00venerdì 16 novembre 2012 19:13
Re:
Linea68, 16/11/2012 19:09:

Ehm....quella notizia lì l'ha postata....un moderatore [SM=g3040391]



[SM=x2819346] Allora auguriamoci che il moderatore non s'offenda e prenda la cosa come un consiglio


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