Re: Re:
Augusto1, 01/06/2013 14:23:
'a faccia d' 'o cacchio, ottimo!
ottimo, ma è l'unico modo per far sì che qualcuno ci vada. io lì non ci vivrei mai. al di là di strade ed arredo urbano, a pochi metri ci sono i depositi e le raffinerie mai bonificate. l'aria ha l'inconfondibile puzza di benzina. rifiuti. roghi quotidiani. prostituzione anche di giorno. rom. eccetera.
proprio oggi, da
napoli.repubblica.it/cronaca/2013/06/07/news/napoli_est_allo_stremo_basta_rifiuti_prostituzione_e_degrado-6... :
Napoli Est, rifiuti, prostituzione e degrado
La fuga degli imprenditori dalla città
In rivolta imprenditori, commercianti e cittadini, che inoltrano al sindaco una serie di proposte "a costo zero". Il direttore dell'hotel Plaza: "I clienti dopo la prima notte pagano la penale e vanno via, perchè hanno paura".
di CRISTINA ZAGARIA
Grido d’allarme dalla periferia Est. Rifiuti, prostituzione, illegalità, campi rom stanno minando il cuore industriale e produttivo di Napoli.
La zona industriale è al collasso. La IV municipalità chiede al sindaco di “non ignorare più le sue richieste”, denuncia una situazione di crisi e mette sul banco le sue proposte “a costo zero”, in un incontro stamattina dal titolo: “I progetti della IV municipalità per il rilancio della legalità, delle imprese e del territorio”.
Imprenditori e cittadini si rivolgono direttamente al sindaco de Magistris e sono chiari: “Modifica dei piani di ambito per consentire nuovi investimenti imprenditoriali e riconversione per nuove destinazioni d’uso dei capannoni industriali abbandonati; smantellamento dei campi rom di via delle Brecce e via del Riposo; avviamento della zona franca”.
All’incontro sono intervenuti il presidente del parlamentino Armando Coppola, l’amministratore di Ennedì Service Nunzia Onesti, il rappresentante del Comitato civico di Gianturco Domenico Noto, residenti, esercenti e responsabili di strutture ricettive, alberghiere e ristorative della zona.
“Il 31 maggio abbiamo pagato una delle quattro rate della Tarsu: 7000 euro. In un anno paghiamo circa 28 mila — prende la parola Dino Maione dell’hotel Plaza, in piazza Principe Umberto — Ma noi tutto l’anno davanti al nostro albergo abbiamo cumuli di immondizia e ogni giorno il mercatino
dei rom. La notte spesso i rom stessi danno fuoco all’immondizia, con enormi falò in strada. I turisti girano video dalle camere d’albergo e spesso dopo la prima notte, pagano la penale e vanno via, terrorizzati dalla città. L’albergo è ottimo, accogliente, pulito, ma fuori fa paura. E ogni cliente parlerà male di Napoli ad amici e parenti e noi non arresteremo mai questa onda lunga di degrado”.
Maione è arrabbiato e preoccupato. “Questo degrado, questa insicurezza non danneggiano solo noi imprenditori, ma anche la città. Se va avanti così io non solo sarò costretto a licenziare il personale, ma arriverò alla chiusura. Sono pronto a iniziative forti”.
La voce di Maione non è una voce isolata. C’è anche il direttore dell’albergo Magris, che si lamenta del degrado e dei rifiuti. E ci sono tanti commercianti della zona e residenti che parlano di prostituzione di giorno e di notte per le strade poco illuminate e mai controllate della zona Est della città. “Prostituzione anche minorile”, ripetono in molti.
“Noi vogliamo collaborare con l’amministrazione, perché le guerre non portano mai a niente — spiega l’amministratore di Ennedì Service Nunzia Onesti, promotrice dell’iniziativa — e le nostre proposte sono a costo zero, ad esempio, proponiamo il cambio della destinazione d’uso degli immobili per permettere agli imprenditori di investire con libertà o pensiamo al cambio della viabilità per rendere più fruibile l’accesso alla zona, spesso bloccata da fiel di containers. Tra le nostre richieste anche il rilancio della zona franca, un provvedimento che esiste solo sulla carta, ma non è mai stato attuato. Idee semplici come l’adozione di spazi verdi da parte degli impenditori”.
“Qui c’è chi produce reddito, e non parlo solo imprese di servizi, come noi che ci occupiamo di formazione e cultura, ma anche di imprese manifatturiere, ma la vita nella zona industriale ormai non è più praticabile — confessa la Onesti — Siamo sommersi da extracomunitari che si fermano qui, perché non ci sono grandi controlli, ma non coi sono neanche servizi e infrastrutture. La loro vita prima di tutto e poi la nostra non è più praticabile. Parliamo di migliaia di persone che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie. Ci sono anche bambini. Io ho vergogna a far venire nei nostri uffici le imprese del nord, non ho il coraggio di far camminare persone che dovrebbero investire a Napoli, per queste strade. Le imprese non investono e quelle che ci sono stanno andando via. Non può e non deve essere così. Noi ogni giorno investiamo energie lavorative ed economiche. Ma a queste condizioni saremo costretti a licenziare, ad andare via”:
“Abbiamo cercato più volte il sindaco. Gli abbiamo presentato le nostre proposte, ma fino ad ora abbiamo ottenuto solo silenzio — denuncia Armando Coppola, presidente della IV Municipalità — Ma qui non è una questione di colore politico, qui c’è in ballo la vita della città. La IV Municipalità è il vero bancomat di Napoli, la zona industriale rappresenta l’eldorado. Ma il nostro sindaco pensa solo a via Caracciolo e alle operazioni di vetrina. Napoli ha bisogno di investire in sicurezza, in strade pulite, nella raccolta differenziata porta a porta. Napoli ha bisogno di sostenere i suoi imprenditori. La zona franca esiste, ma non è mai stata applicata. Il ministero degli Interni ha stanziato 10 milioni di euro per realizzare dei campi rom a misura d’uomo, ci sono addirittura già le sedi, ma nulla è stato fatto. Sappiamo tutti che il Comune non ha soldi, ma in questo caso non servono fondi, serve solo la buona volontà di fare qualcosa per Napoli”.