Napoli EST | Progetti per l'area est della città (notizie e aggiornamenti)

Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, [14], 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, ..., 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50
bubolazza
00domenica 24 marzo 2013 19:17
Re: Re:
TDM_88, 24/03/2013 19:00:




questo intervento è stato già portato a termine....




si lo sò che è stato portato a termine era per far capire le tempistiche!
smerlo
00venerdì 3 maggio 2013 12:44
Ragazzi, questa è l'interessante pagina dello studio di architetti che ha progettato il Brin 69.
Hanno aggiunto un un ultimo album di foto notturne...

www.facebook.com/media/set/?set=a.10151420971433517.1073741828.16054530351...
Nuvola.CdN
00venerdì 3 maggio 2013 13:30
Brin 69 è davvero un ottimo intervento di recupero!!!
Sono contento che sia stata recuperato e non distrutto l'edificio industriale.
Molto bello anche ( pagina facebook) il "ponte stradale metropolitano"
bartol0
00venerdì 3 maggio 2013 15:04
bello, ma a Napoli est si muove qualcosa oltre al Brin 69? chissà i progetti più grossi quando partiranno...
bartol0
00giovedì 9 maggio 2013 16:14
Adisu Parthenope, l'ex Manifattura Tabacchi diventa residenza universitaria

Al via le procedure per l’apertura della residenza universitaria della Parthenope prevista per settembre 2013. L’Azienda Per il Diritto allo Studio Universitario della Parthenope, in collaborazione con l’Università e con il fondamentale appoggio dell’assessore regionale Caterina Miraglia, riesce nell’intento di realizzare una grande impresa, quella di trasformare una “cattedrale nel deserto”, ovvero l’ex Manifattura Tabacchi, in una residenza universitaria capace di accogliere fino a 180 studenti fuorisede. L’operazione sarà effettuata con utilizzo di fondi privati; risale a pochi giorni fa la firma della convenzione tra l’ADISU Parthenope e l’ONAOSI(Opera Nazionale Assistenza Orfani Medici Sanitari Italiani) che assicurerà una copertura di 500mila euro annui, a garanzia dell’apertura e della buona gestione della residenza. “L’apertura di una residenza per gli studenti con l’utilizzo di fondi privati- afferma l’avvocato Maurizio Zuccaro, presidente dell’A.Di.S.U. Parthenope- si inserisce in un progetto, che appoggio personalmente, di riorganizzazione dell’amministrazione pubblica in favore di una razionalizzazione dei servizi e dei relativi costi di gestione.


www.ilmondodisuk.com/arg01.asp?ID=3047
Gjemon
00giovedì 9 maggio 2013 16:20
interessante, grazie bartolo. Quindi la cittadella della polizia non è più prevista?
Na.Samurai
00giovedì 9 maggio 2013 17:27
Bene!
La Parthenope che corsi di laurea ha lì vicino? Speriamo che salga pure un po' di livello, da quel che ho sentito mi sembra un' università non proprio trasparente e meritocratica.
- TYLER -
00giovedì 9 maggio 2013 19:14
La cosa buona è potrebbero aprirsi lì vicino locali e qualche pub. Sarebbe un punto importante da cui partire per creare lavoro.
ForzaNapoli.80
00giovedì 9 maggio 2013 19:25
mi sembra un ottima notizia,purtroppo la cittadella della Polizia già era stata "cancellata" da parecchio tempo come futura destinazione..se non sbaglio..comunque mi sembra una buona alternativa...
bubolazza
00giovedì 9 maggio 2013 22:40
mi fa piacere per le residenze universitarie e soprattutto per il recupero di quell'enorme manufatto, ma da quelle parti mi sà che di sedi sono un pò lontane..
Coma White
00venerdì 10 maggio 2013 00:49
Re:
Na.Samurai, 09/05/2013 17:27:

Bene!
La Parthenope che corsi di laurea ha lì vicino? Speriamo che salga pure un po' di livello, da quel che ho sentito mi sembra un' università non proprio trasparente e meritocratica.



Ma stai parlando della Parthenope o della Federico II?

Io ultimamente ci sto avendo abbastanza a che fare per lavoro, con entrambe, e quanto ad organizzazione mi sembra ci sia un abisso tra le due.
La Federico II si regge esclusivamente sulla nomèa e su cattedre di illustri uomini valevoli che reggono la cadrega per tutti... su tutto il resto, lasciamo perdere. [SM=g2982593]
Pasticchio
00giovedì 30 maggio 2013 19:22
Ospedale del Mare, venerdì la firma del nuovo progetto. Si riparte a settembre

Una volta terminato il complesso ospiterà un edificio da 450 posti letto e un albergo da 50 camere



NAPOLI - Un immenso cantiere nella periferia Orientale di Napoli, migliaia di ettari di terreno e un grosso edificio che avrebbe dovuto vedere la luce più di cinque anni fa. Restano invece le recinzioni e un cartello dal quale si capisce che quel fabbricato diventerà un giorno l’Ospedale del Mare. Già, ma quando? Dopo tanti anni, nell’immaginario collettivo l’Ospedale del Mare è ormai un chimera. Tutti ne parlano, ma quasi nessuno sa a che punto sia la costruzione. Intanto, il commissario ad acta Ciro Verdoliva, carte alla mano, annuncia: «A settembre i lavori ripartiranno». Più che una promessa quella di Verdoliva è una certezza, visto che del progetto conosce ormai ogni singola delibera. E’ lui che è subentrato alla precedente gestione e che ha rimesso il cantiere in condizione di andare avanti. In questo ben supportato dallo staff del presidente Caldoro.

E proprio il commissario Verdoliva, ieri, ha ricevuto l’ultimo parere necessario alla ripresa dei lavori. Perché ora «tutti gli ostacoli burocratici sono stati rimossi». Stando così le cose il commissario ad acta potrebbe firmare già nel pomeriggio di oggi la delibera che ufficialmente rimetterà in azione le ruspe. Va detto che la struttura ha un ruolo strategico nel piano ospedaliero della Regione, proprio per questo i ritardi nella sua costruzione hanno creando non pochi disagi a tutti i cittadini campani. Una volta terminato il complesso ospiterà un edificio da 450 posti letto e un albergo da 50 camere, quest’ultimo pensato per accogliere i familiari dei pazienti e i malati a "bassa assistenza sanitaria". All’interno dell’Ospedale del Mare ci saranno circa 1.400 tra medici e infermieri e 16 sale operatorie. Numeri che non meravigliano visto che nella struttura dovrebbero confluire tre nosocomi del centro storico: Ascalesi, Loreto Mare, San Gennaro e Incurabili. Un’opera immensa sulla quale si sono alternate poche luci e molte ombre. Bisogna però distinguere tra due fasi diametralmente opposte. La prima caratterizzata da grossolani errori e irregolarità che hanno poi innescato dei contenziosi, oltre a portare all’avvio di un’inchiesta (la corte dei conti ha archiviato il procedimento per il danno erariale, mentre resta in piedi quello penale); la seconda nella quale si è cercato di trovare una soluzione e andare avanti.

Spartiacque di questa odissea il 14 maggio 2009, con la nomina del commissario ad acta. Vale allora la pena ripercorrere alcuni passaggi fondamentali nell’epopea che ha prolungato i lavori sino ad oggi (per completare l’opera si dovrà arrivare al 2015). La prima volta che si è sentito parlare di Ospedale del Mare è stato nel lontano 1997. In quell’anno è stata approvata la proposta per l’individuazione dell’area sulla quale costruire (delibera del 30 ottobre 1997); l’anno successivo si è passati all’approvazione del programma generale. Il primo progetto risale invece al 2003 (delibera 2763 del 12 dicembre). Tutto questo sino alla firma del contratto con l’Ati che vede come capofila l’Astaldi. Si arriva così al 21 ottobre 2004. Da questo momento in poi sarà tutto un susseguirsi di problemi e di vicende spesso incredibili. Principale nodo da sciogliere, quello relativo a una variante in corso d’opera che la Asl non ha mai firmato e che, secondo le imprese appaltanti, è la causa che ha determinato i ritardi loro addebitati. Proprio per questo viene chiesta una proroga di ben 852 giorni per la consegna dell'Ospedale. La struttura resta quindi impantanata per diversi anni. E’ solo grazie all’impegno del commissario ad acta se si riesce ad arrivare ad una transazione che permette di ripartire. La copertura finanziaria arriva invece dal lavoro del presidente della Regione Stefano Caldoro che si spende personalmente e ottiene dal Cipe 178 milioni. Anche sui costi dell’opera vale la pena fare chiarezza «Il progetto originario - spiega Verdoliva - prevedeva un costo di 210 milioni, oggi l’ospedale costerà 286 milioni.

Questo per quanto riguarda la realizzazione della struttura. Con i costi per i servizi si arriva invece a 367 milioni». Questa, in estrema sintesi, è la storia che si può conoscere dalle migliaia di pagine che compongo il "fascicolo" dell’ospedale. Ma per capire veramente a che punto siano i lavori, l’unica è visitare il cantiere. La prima cosa che colpisce è l’ottimo stato di conservazione delle strutture. Difficile credere che i lavori sono ormai fermi da 4 anni. Molte stanze sono già finite, mancano solo le suppellettili. Impressiona, invece, la vista del Vesuvio dalle finestre. Il vulcano è vicinissimo, e in effetti è facile capire che sulla scelta del luogo si siano susseguite nel tempo valanghe di polemiche. Gli ingegneri ci tengono però a svelare una particolarità dell’edificio. Bisogna arrivare al primo piano interrato per scoprire che l’intero ospedale poggia su giganteschi "ammortizzatori". In pratica è come se fosse sospeso. «Una scossa di terremoto come quella dell’Aquila - spiegano i tecnici - genererebbe un oscillazione di pochi millimetri. In caso di sisma, questo è l’edificio più sicuro d’Italia». E se si verificasse un’eruzione? «In quel caso nessun ospedale di Napoli sarebbe al sicuro». Per completare il giro del nosocomio serviranno altre tre ore abbondanti. Molti spazi sono quasi terminati, per altri invece servirà ancora un bel lavoro. Due anni, stando a quanto si legge sul progetto. La consegna è prevista per il 29 agosto 2015, ma adesso che la ripresa dei lavori è certa questa data non sembra più così lontana.

Raffaele Nespoli


corriere del mezzogiorno
bubolazza
00giovedì 30 maggio 2013 20:40
olèèè! speriamo sia la volta buona! intanto nei dintorni stanno nascendo edifici residenziali ho letto di cartelloni che specificano la classe energetica b degli edifici nei pressi di via bartolo longo.. ma si può costruire o no?? bhà
bartol0
00sabato 1 giugno 2013 14:06
L'ex Manifattura tabacchi diventa residenza per gli studenti della Parthenope



L’ex Manifattura tabacchi si riqualifica in residenza universitaria della Parthenope. Venerdì 31 maggio, ore 11.30 a Villa Doria D’Angri, via Petrarca 80, la presentazione del progetto di collaborazione che vede l’ADISU Parthenope in convenzione con l’ONAOSI per l’apertura della prima residenza universitaria italiana con fondi privati.
Situata a pochi passi dalla Stazione centrale, in un’area di riqualificazione urbanistica, la struttura, di proprietà dell’Università Parthenope, nonché sede della nuova Facoltà di Scienze Motorie, ha una capienza di 180 posti studio, di cui 8 dotati di accessi e servizi per persone con disabilità motorie.
L’ONAOSI, ente che eroga prestazioni e servizi agli orfani e ai figli dei contribuenti medici chirurghi, odontoiatri, veterinari e farmacisti, si è riservata l’uso, in convenzione, di 100 posti studio. Gli studenti universitari potranno accedere alla struttura a partire dal prossimo settembre (Anno Accademico 2013/2014) e avranno diritto a numerosi servizi: mensa, connessione internet, emeroteca, rimborso ticket sanitari, copertura assicurativa per infortuni, rimborso dell’imposta di soggiorno, se prevista, servizio di navetta per il centro città, pulizie, lavanderia a gettone e parcheggio.
All’interno della cittadella sarà presente il personale ONAOSI per assicurare agli ospiti, oltre alle normali prestazioni di ricettività, l’assistenza da parte del personale educativo e del servizio sociale, sportello di counselling educativo, attività di tutoring, informazioni su eventi culturali e opportunità formative. Saranno inoltre previste attività ricreative, formative, corsi interni e conferenze.


www.ilmondodisuk.com/articolo.asp?id=3086
Augusto1
00sabato 1 giugno 2013 14:22
Re: Re:
Coma White, 10/05/2013 00:49:



Io ultimamente ci sto avendo abbastanza a che fare per lavoro, con entrambe, e quanto ad organizzazione mi sembra ci sia un abisso tra le due.



C'era un abisso quando ci andavo io, figuriamoci oggi...
Augusto1
00sabato 1 giugno 2013 14:23
Re:
bartol0, 01/06/2013 14:06:

Gli studenti universitari potranno accedere alla struttura a partire dal prossimo settembre (Anno Accademico 2013/2014) e avranno diritto a numerosi servizi: mensa, connessione internet, emeroteca, rimborso ticket sanitari, copertura assicurativa per infortuni, rimborso dell’imposta di soggiorno, se prevista, servizio di navetta per il centro città, pulizie, lavanderia a gettone e parcheggio.



'a faccia d' 'o cacchio, ottimo!


bubolazza
00sabato 1 giugno 2013 14:31
ma si è lavorato?? io non ho visto nessun movimento! cmq ottima notizia
Mark Corleone
00sabato 1 giugno 2013 14:37
Re:
bubolazza, 01/06/2013 14:31:

ma si è lavorato?? io non ho visto nessun movimento! cmq ottima notizia




l'altro giorno è stato presentato il progetto in facoltà [SM=x2819352]
bubolazza
00sabato 1 giugno 2013 15:48
grande! tra il brin la ex manifattura tabacchi e l'ospedale del mare che riparte si può dire che incomincia a ricucirsi l'area est di zone civilizzate! speriamo si inneschi il circolo virtuoso!
Coma White
00sabato 1 giugno 2013 16:58
Re: Re: Re:
Augusto1, 01/06/2013 14:22:



C'era un abisso quando ci andavo io, figuriamoci oggi...



Figurati! [SM=g3040391]
alan shore
00venerdì 7 giugno 2013 13:12
Re: Re:
Augusto1, 01/06/2013 14:23:



'a faccia d' 'o cacchio, ottimo!





ottimo, ma è l'unico modo per far sì che qualcuno ci vada. io lì non ci vivrei mai. al di là di strade ed arredo urbano, a pochi metri ci sono i depositi e le raffinerie mai bonificate. l'aria ha l'inconfondibile puzza di benzina. rifiuti. roghi quotidiani. prostituzione anche di giorno. rom. eccetera.

proprio oggi, da napoli.repubblica.it/cronaca/2013/06/07/news/napoli_est_allo_stremo_basta_rifiuti_prostituzione_e_degrado-6... :

Napoli Est, rifiuti, prostituzione e degrado
La fuga degli imprenditori dalla città
In rivolta imprenditori, commercianti e cittadini, che inoltrano al sindaco una serie di proposte "a costo zero". Il direttore dell'hotel Plaza: "I clienti dopo la prima notte pagano la penale e vanno via, perchè hanno paura".
di CRISTINA ZAGARIA



Grido d’allarme dalla periferia Est. Rifiuti, prostituzione, illegalità, campi rom stanno minando il cuore industriale e produttivo di Napoli.

La zona industriale è al collasso. La IV municipalità chiede al sindaco di “non ignorare più le sue richieste”, denuncia una situazione di crisi e mette sul banco le sue proposte “a costo zero”, in un incontro stamattina dal titolo: “I progetti della IV municipalità per il rilancio della legalità, delle imprese e del territorio”.

Imprenditori e cittadini si rivolgono direttamente al sindaco de Magistris e sono chiari: “Modifica dei piani di ambito per consentire nuovi investimenti imprenditoriali e riconversione per nuove destinazioni d’uso dei capannoni industriali abbandonati; smantellamento dei campi rom di via delle Brecce e via del Riposo; avviamento della zona franca”.

All’incontro sono intervenuti il presidente del parlamentino Armando Coppola, l’amministratore di Ennedì Service Nunzia Onesti, il rappresentante del Comitato civico di Gianturco Domenico Noto, residenti, esercenti e responsabili di strutture ricettive, alberghiere e ristorative della zona.

“Il 31 maggio abbiamo pagato una delle quattro rate della Tarsu: 7000 euro. In un anno paghiamo circa 28 mila — prende la parola Dino Maione dell’hotel Plaza, in piazza Principe Umberto — Ma noi tutto l’anno davanti al nostro albergo abbiamo cumuli di immondizia e ogni giorno il mercatino
dei rom. La notte spesso i rom stessi danno fuoco all’immondizia, con enormi falò in strada. I turisti girano video dalle camere d’albergo e spesso dopo la prima notte, pagano la penale e vanno via, terrorizzati dalla città. L’albergo è ottimo, accogliente, pulito, ma fuori fa paura. E ogni cliente parlerà male di Napoli ad amici e parenti e noi non arresteremo mai questa onda lunga di degrado”.


Maione è arrabbiato e preoccupato. “Questo degrado, questa insicurezza non danneggiano solo noi imprenditori, ma anche la città. Se va avanti così io non solo sarò costretto a licenziare il personale, ma arriverò alla chiusura. Sono pronto a iniziative forti”.

La voce di Maione non è una voce isolata. C’è anche il direttore dell’albergo Magris, che si lamenta del degrado e dei rifiuti. E ci sono tanti commercianti della zona e residenti che parlano di prostituzione di giorno e di notte per le strade poco illuminate e mai controllate della zona Est della città. “Prostituzione anche minorile”, ripetono in molti.

“Noi vogliamo collaborare con l’amministrazione, perché le guerre non portano mai a niente — spiega l’amministratore di Ennedì Service Nunzia Onesti, promotrice dell’iniziativa — e le nostre proposte sono a costo zero, ad esempio, proponiamo il cambio della destinazione d’uso degli immobili per permettere agli imprenditori di investire con libertà o pensiamo al cambio della viabilità per rendere più fruibile l’accesso alla zona, spesso bloccata da fiel di containers. Tra le nostre richieste anche il rilancio della zona franca, un provvedimento che esiste solo sulla carta, ma non è mai stato attuato. Idee semplici come l’adozione di spazi verdi da parte degli impenditori”.

“Qui c’è chi produce reddito, e non parlo solo imprese di servizi, come noi che ci occupiamo di formazione e cultura, ma anche di imprese manifatturiere, ma la vita nella zona industriale ormai non è più praticabile — confessa la Onesti — Siamo sommersi da extracomunitari che si fermano qui, perché non ci sono grandi controlli, ma non coi sono neanche servizi e infrastrutture. La loro vita prima di tutto e poi la nostra non è più praticabile. Parliamo di migliaia di persone che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie. Ci sono anche bambini. Io ho vergogna a far venire nei nostri uffici le imprese del nord, non ho il coraggio di far camminare persone che dovrebbero investire a Napoli, per queste strade. Le imprese non investono e quelle che ci sono stanno andando via. Non può e non deve essere così. Noi ogni giorno investiamo energie lavorative ed economiche. Ma a queste condizioni saremo costretti a licenziare, ad andare via”:

“Abbiamo cercato più volte il sindaco. Gli abbiamo presentato le nostre proposte, ma fino ad ora abbiamo ottenuto solo silenzio — denuncia Armando Coppola, presidente della IV Municipalità — Ma qui non è una questione di colore politico, qui c’è in ballo la vita della città. La IV Municipalità è il vero bancomat di Napoli, la zona industriale rappresenta l’eldorado. Ma il nostro sindaco pensa solo a via Caracciolo e alle operazioni di vetrina. Napoli ha bisogno di investire in sicurezza, in strade pulite, nella raccolta differenziata porta a porta. Napoli ha bisogno di sostenere i suoi imprenditori. La zona franca esiste, ma non è mai stata applicata. Il ministero degli Interni ha stanziato 10 milioni di euro per realizzare dei campi rom a misura d’uomo, ci sono addirittura già le sedi, ma nulla è stato fatto. Sappiamo tutti che il Comune non ha soldi, ma in questo caso non servono fondi, serve solo la buona volontà di fare qualcosa per Napoli”.
MiZaR-82
00venerdì 7 giugno 2013 13:18
Re: Re:
Coma White, 10/05/2013 00:49:



Ma stai parlando della Parthenope o della Federico II?

Io ultimamente ci sto avendo abbastanza a che fare per lavoro, con entrambe, e quanto ad organizzazione mi sembra ci sia un abisso tra le due.
La Federico II si regge esclusivamente sulla nomèa e su cattedre di illustri uomini valevoli che reggono la cadrega per tutti... su tutto il resto, lasciamo perdere. [SM=g2982593]



lascia stare, amico mio, lascia stare.
Alla Federico stiamo inguaiatelli per un sacco di cose, ma dall'altro lato stanno meglio in alcuni aspetti, "si dice", solo perché sono a "stretto contatto" con gli enti locali.
bartol0
00venerdì 7 giugno 2013 14:57
i cazzo di campi rom andrebbero smantellati tutti. non è tollerabile che questi facciano il cazzo che gli pare, tra roghi di rifiuti tossici, rovistamenti nei cassonetti dell'immondizia, bambini sfruttati per fini di accattonaggio, ecc. ecc. si facesse qualcosa perchè questo fenomeno non è più tollerabile.
Coma White
00venerdì 7 giugno 2013 17:34
Re: Re: Re:
MiZaR-82, 07/06/2013 13:18:



lascia stare, amico mio, lascia stare.
Alla Federico stiamo inguaiatelli per un sacco di cose, ma dall'altro lato stanno meglio in alcuni aspetti, "si dice", solo perché sono a "stretto contatto" con gli enti locali.


Mizar, lascia stare lo dico io...
La Parthenope starebbe a stretto contatto con gli enti locali???
E la Federico II che è da sempre ed ancor più negli anni di Bassolino (ma anche oggi) che ha mangiato al tavolo degli enti principali del territorio???


La Federico II ha goduto di fior di milioni di finanziamenti, tra quelli e le quote annuali versate dagli iscritti annualmente, dovrebbe essere sinonimo di efficienza ed invece è un fondo di S. Patrizio, vai a vedere in che condizioni sono ridotte le sue strutture.
alan shore
00martedì 11 giugno 2013 12:11
Ponticelli, una periferia occupata
Le foto di un padre per spiegare il degrado

Poco più di tre settimane fa, Francesco Uccello, ha scattato una serie di foto nel suo quartiere: un camioncino bianco fa lo slalom tra canyon di rifiuti; palazzoni senza colori né volto; distese di immondizia, che spesso la sera vengono date alle fiamme sprigionando diossina


Una periferia occupata. Occupata dai rifiuti. Occupata dal degrado. Occupata dall’abbandono. Una periferia dove vivere diventa ogni giorno più difficile. E se si è bambini ancora di più. È la periferia Est.


Francesco Uccello ha un blog che si chiama “Mo te lo spiego papà” (e ha scritto anche un libro, pubblicato da Tea) dove cerca di spiegare ai figli (DA1 e DA2) le “cose della vita”, una compito, forse, un po’ più difficile rispetto allo standard se si abita appunto a Ponticelli, che nel blog diventa Bridges-celly. Il blog é un dialogo aperto con i propri figli per spiegare loro anche quello che ci circonda e non solo per parlare di capricci e altri guai.

Poco più di tre settimane fa, Francesco Uccello ha scattato una serie di foto nel suo quartiere ( motelospiegoapapa.blogspot.it/2013/05/cavani-sindaco-lungomare-liber... ): un camioncino bianco fa lo slalom tra canyon di rifiuti; palazzoni senza colori né volto; distese di immondizia, che spesso la sera vengono date alle fiamme sprigionando diossina; finestre (che più che altro sono buchi) aperte nella facciata di un palazzo senza nessuna autorizzazione; bambini che scavano nei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di piccoli tesori. Carcasse di animali abbandonate per strada
[...]
napoli.repubblica.it/cronaca/2013/06/11/news/ponticelli_una_periferia_occupata_le_foto_di_un_padre_per_spiegare_il_degrado_di_cristina_zagaria-6...
Mark Corleone
00martedì 11 giugno 2013 14:43
pubblicato oggi sull'albo pretorio

Deliberazione n. 268/13 Presa d'atto e approvazione del protocollo d'intesa sottoscritto tra Regione Campania, Comune di Napoli, Comitato Naplest, Unione Industriali, ACEN e Fintecna per l'attuazione del Grande Progetto "Riqualificazione Urbana Area Portuale Napoli Est". Determinazioni.



la trovate qui: link

questi i lavori da compiere:
bubolazza
00martedì 11 giugno 2013 15:52
[SM=p2820493] mi pare di capire che a luglio partono dei bandi per una parte ed altri a settembre? [SM=x2819775]
Coma White
00martedì 11 giugno 2013 16:18
Re: pubblicato oggi sull'albo pretorio
Mark Corleone, 11/06/2013 14:43:


questi i lavori da compiere:




C'è qualcosa che non mi torna

62 milioni di euro per 150 metri di sottopasso?

E poi, c'è discrepanza con quanto qui riportato


bartol0
00martedì 11 giugno 2013 17:16
boh, sarà cambiato il progetto.

nel documento postato da mark ci sono anche delle tabelle con i progetti di Naplest e del porto, qualcuno può riportarle?
Mark Corleone
00martedì 11 giugno 2013 17:44
Re:
bartol0, 11/06/2013 17:16:

boh, sarà cambiato il progetto.

nel documento postato da mark ci sono anche delle tabelle con i progetti di Naplest e del porto, qualcuno può riportarle?




non riesco a postarle in qualità migliore: suggerimenti?
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:13.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com