Napoli | Discussione Generale

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- TYLER -
00venerdì 9 marzo 2012 15:49
In quest'articolo c'è un forte senso di frustrazione.. e come dargli torto.
Brigante1981
00venerdì 9 marzo 2012 15:51
OT
non mi piacciono i pezzi di giornali scritti come poemi...
un giornale dovrebbe essere diretto a tutti e ipercomprensibile mentre questo mi sembra un maldestro tentativo si sofisticazione.
Il lettore medio e pigro, preferisce poche info semplici dirette e veloci.
ho letto i primi 2 capoverso e mi sono stufato, troppo pesante....
poi non credo che vrenzola sia approriato come termine in quel contesto...
poi paparelle? forse voleva dire paperelle!
sia chiaro (apparte vrenzola e paparelle), non sto criticando il pezzo perchè non ne sono all'altezza, critico solo la scelta di pubblicarlo su un quotidiano, già su un settimanale, che sottintende un pubblico più riflessivo, sarebbe stato più adatto.
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 16:10
è un reportage come tanti, se il lettore medio non "si fida" di leggerlo può sempre evitare di comprare quotidiani e limitarsi a leggere le notizie ANSA.


la fontana è proprio chiamata delle paparelle

it.wikipedia.org/wiki/Fontana_della_Tazza_di_Porfido

vrenzola sul giornale è scritto virgolettato, e in ogni caso quel giornalista ricorre spesso all'uso di termini napoletani, essendo uno studioso e amante della lingua napoletana

www.ilmattino.it/home_blog.php?blg=P&idb=1357&idaut=31
MiZaR-82
00venerdì 9 marzo 2012 16:47



aaaaaargh.... quel la...mpio....neee.... [SM=x2819666]

lo voglioooooo [SM=x2819657] [SM=x2819657] [SM=x2819657]

ma che cacchiooooo [SM=x2819676]
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 16:53



[SM=x2826687]
Brigante1981
00venerdì 9 marzo 2012 17:00
Re:
bartol0, 09/03/2012 16.10:

è un reportage come tanti, se il lettore medio non "si fida" di leggerlo può sempre evitare di comprare quotidiani e limitarsi a leggere le notizie ANSA.


la fontana è proprio chiamata delle paparelle

it.wikipedia.org/wiki/Fontana_della_Tazza_di_Porfido

vrenzola sul giornale è scritto virgolettato, e in ogni caso quel giornalista ricorre spesso all'uso di termini napoletani, essendo uno studioso e amante della lingua napoletana

www.ilmattino.it/home_blog.php?blg=P&idb=1357&idaut=31



ai aoolutamente ragione... la mia era una riflessione editoriale... fossi un editore preferire affidarmi per un quotidiano a giornalisti che scrivono in modo diverso, ma è solo una mia considerazione....

sul vrenzola, non mi riferivo all'inopportunità di scrivere un termine napoletano, ma al fatto che nel contesto non c'entra nulla.
Lui voleva dire una "parvenza, un minimo" ma vrenzola significa tutt'altro... "donna di basso rango" o qualcosa del genere(almeno credo). [SM=x2819346]
MiZaR-82
00venerdì 9 marzo 2012 17:07
^^ io vrenzola lo uso esattamente per "parvenza, un minimo" assieme al ben noto dispregiativo sinomimo di vajassa :lol:
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 17:14
MiZaR-82, 09/03/2012 17.07:

^^ io vrenzola lo uso esattamente per "parvenza, un minimo" assieme al ben noto dispregiativo sinomimo di vajassa :lol:




esatto. in particolare è (o forse era) comune l'espressione "sta ascenn' na' vrenzola 'e sole" [SM=p2820492]
CityN
00venerdì 9 marzo 2012 17:20
Viva Pietro Treccagnoli.
Brigante1981
00venerdì 9 marzo 2012 17:55
Re:
bartol0, 09/03/2012 17.14:




esatto. in particolare è (o forse era) comune l'espressione "sta ascenn' na' vrenzola 'e sole" [SM=p2820492]




[SM=x2819346] [SM=x2819658] [SM=x2819658] [SM=x2819658] [SM=x2819346]

noooooooo!
na "lenz" e sole!
e non na "vrenzola" e sole!

sempre... almeno credo! [SM=x2819352] PS: ma una faccina dubbiosa non c'è?
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 18:43
Brigante1981, 09/03/2012 17.55:




[SM=x2819346] [SM=x2819658] [SM=x2819658] [SM=x2819658] [SM=x2819346]

noooooooo!
na "lenz" e sole!
e non na "vrenzola" e sole!

sempre... almeno credo! [SM=x2819352] PS: ma una faccina dubbiosa non c'è?




io sapevo na' vrenzola 'e sole, poi magari sbaglio io... e qui una faccina dubbiosa ci starebbe bene (moderatori, provvediamo? [SM=x2819672])

comunque visto che quel reportage ti è piaciuto tanto ora te ne propongo un altro dello stesso autore [SM=x2819346] [SM=x2819352]

stavolta si parla di Piazza Mercato

La piazza decapitata



da "Il Mattino" dell'8 marzo 2012

Pietro Treccagnoli

Il tempo scorre a vuoto a piazza Mercato, come l’acqua della fontanella di uno dei devastati obelischi di piperno. Gli anni girano senza corsi e ricorsi e vanno dritto lungo la strada in discesa dell’abbandono, senza neanche prendere la rincorsa, per inerzia. Da quando sono andati via quasi tutti i pannazzari (i venditori di stoffe e biancheria), quando è nato il Cis di Nola, da quando non si sente più riecheggiare il richiamo del bazariota (vero padrone del Carmine), la Storia ha abbandonato il Campo del Moricino, l’ha trasformato nel retrobottega della città, la stanza delle peroglie, degli scarti ingombranti.

Tutto è decapitato, qui, forse perché il cervello non serve più, a cominciare dalle sfingi che proteggevano proprio gli obelischi, passate per la mannaia come Corradino di Svevia, Masaniello e i martiri del 1799. Re imberbi, pescivendoli ribelli e rivoluzionari borghesi, un destino comune. Qui hanno tagliato la testa al futuro e al passato, figuriamoci se si fermavano davanti a una scultura. Ora, aspettando gli annunciati fasti della Coppa America, non resta che guardare l’innumerevole serie delle insegne turistiche, ma di turisti solo uno, al massimo. Per il resto è zona franca della sosta selvaggia e dell’imbratto libero, come rutti al pennarello.

Eppure da queste parti il Comune ha immaginato un percorso medievale che conduca ai Decumani. Per ora si prova a tenere aperte almeno le magnifiche chiese gotiche. Sono stati convocati i parroci per rifilargli qualche custode. Ma dalle torri aragonesi di via Marina, residenza stabile dei senza fissa dimora, al Borgo Orefici, rimesso parzialmente a nuovo (ma la rinnovata vasca di marmo al centro di piazza Carlo Troya è già un cestino supplementare di spazzatura), il percorso è uno slalom senza neve. Ma ve lo vedete l’imbranato forestiero dribblare macchine, cartoni e materassi, cercare un marciapiede e quando lo trova è un parcheggio per scooter. Off-limits, descansate niño. Delle magnificenze angioine e poi barocche restano gli ispirati nomi delle strade che ricordano le comunità di mercanti (rua Toscana, rua Francesca) o i mestieri perduti (Zabattieri, Giubbonari, Armieri, Zappari).

Il degrado al Carmine è figlio dell’indifferenza. Altrimenti non si spiega perché da due mesi hanno piazzato l’indecente gabinetto chimico di un cantiere urbano proprio davanti all’ingresso della basilica della venerata Vergine Bruna: un pugno in faccia al devoto e al profano. Sant’Eligio, dall’altra parte della piazza, non se la passa meglio. Le pareti di tufo della chiesa voluta da Carlo, primo re angioino, è la lavagna dei ciucci innamorati che hanno contribuito a realizzare una fetenzia di installazione che nessuno cancella. Tra i quattro obelischi di Francesco Sicuro, per fortuna, non c’è più quel mare di lamiere abusive che eravamo abituati a sopportare. Di domenica si gioca a calcio sui bàsoli del Vesuvio e le porte sono depositate accanto alla fontana. Ma nel frattempo c’è monnezza sparsa che riempie lo stomaco degli avidi piccioni.

Eppure lo scorcio, nonostante il terribile palazzo Ottieri, è incredibile, con Santa Croce al Mercato che fa luccicare la sua cupola restaurata. Purtroppo l’interno, dove si conserva il ceppo dove decapitarono Corradino di Svevia, aspetta ancora che siano i disponibili i 500mila euro stanziati da anni dal Comune. Solo allora potrà essere restituita al culto e alla memoria. Tra tanti corpi senza testa c’è una testa senza corpo. È Marianna ’a capa ’e Napule. Il leggendario frammento di scultura che fu ritrovato proprio a piazza Mercato, nel Seicento. Qui i boia non hanno mai fatto distinzione tra uomini e statue. Si tratta del volto di un’enorme figura femminile. Forse è Venere. L’originale si trova a Palazzo San Giacomo, ma nel cortiletto che introduce all’antichissima San Giovanni a Mare è stata collocata una copia. Proprio questa straordinaria chiesa merita una visita, ma è difficile rintracciarla (l’insegna comunque c’è), perché l’ingresso è un cancello al pianterreno di un banale e scrostato palazzo, tra due saracinesche abbassate e le solite auto in sosta. San Giovanni a Mare è aperta al pubblico (ma solo di mattina).

Potrebbe essere officiata, ma ci vengono pochi fedeli (figuriamoci i turisti), poiché d’inverno è gelida. Eppure è un concentrato di arte sacra. Risale al XII secolo. È romanica, con tracce arabe e bizantine e innesti gotici e catalani. Qua e là gli inevitabili ornamenti barocchi. Tutto in uno spazio ristretto. Una bomboniera vuota di confetti che i napoletani stessi ignorano, perché pensano che il portoncino conduca a un bagno pubblico. È un destino, al Mercato, che lo spirito debba sempre ostentare le necessità del corpo. La zella non dorme mai, come la ruggine. Ti insegue e ti trova. Puoi provare a spostarla un po’ più in là, come ha tentato di fare chi ha scritto su un muro «Siate civili, depositate a mt 20». Effettivamente attorno è tutto lindo. Vuoi vedere che per ripulire Napoli basta azzeccare un congiuntivo?

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la chiesa di San Giovanni a Mare sarà una delle mie prossime mete... [SM=p2820491]



CRIME 80
00venerdì 9 marzo 2012 19:10
Donna Marianna e solo una copia, l'originale e posta nel palazzo san Giacomo. Sotto una strana scritta raccontanta dal Celano.

Sapeta la storia delle due capuzzelle che si vedeno sotto e ai lati dell'orologio di sant'Eligio?

Eh, eh, la sapete?
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 19:18
Re:
CRIME 80, 09/03/2012 19.10:


Sapeta la storia delle due capuzzelle che si vedeno sotto e ai lati dell'orologio di sant'Eligio?

Eh, eh, la sapete?




racconta [SM=x2826335]
CRIME 80
00venerdì 9 marzo 2012 20:41
praticamente dobbiamo ritornare nella Napoli Aragose. Successe che, un nobile della famiglia Caracciolo, perse la testa per una ragazza del popolo. Alle sua passione la ragazza non rispondeva, quindi il nobile Caracciolo con una falsa accusa fece inprigionare il padre della ragazza, così da farla cedere.
La famiglia delle ragazza si rivolse direttametne a Isabella d'Aragona, che commossa dalla storia ordinò la caccia del nobil uomo che nel frattempo era scappato. Quando fu catturato, Isabelle ordinò al giovane di sposare la ragazza, e appena celebrato il matrimonio, fece decapitare il giovane nobile. Poi a ricordo di giustizia esemplare fece mettere le teste di marmo nell'arco dell'orologio.

Che poi in realtà le teste sono 4, 2 per lato.
bartol0
00venerdì 9 marzo 2012 23:46
Re:
CRIME 80, 09/03/2012 20.41:

praticamente dobbiamo ritornare nella Napoli Aragose. Successe che, un nobile della famiglia Caracciolo, perse la testa per una ragazza del popolo. Alle sua passione la ragazza non rispondeva, quindi il nobile Caracciolo con una falsa accusa fece inprigionare il padre della ragazza, così da farla cedere.
La famiglia delle ragazza si rivolse direttametne a Isabella d'Aragona, che commossa dalla storia ordinò la caccia del nobil uomo che nel frattempo era scappato. Quando fu catturato, Isabelle ordinò al giovane di sposare la ragazza, e appena celebrato il matrimonio, fece decapitare il giovane nobile. Poi a ricordo di giustizia esemplare fece mettere le teste di marmo nell'arco dell'orologio.

Che poi in realtà le teste sono 4, 2 per lato.




interessante, grazie.

qualche aneddoto su Corradino di Svevia? il ceppo su cui fu decapitato è custodito nella chiesa di Santa Croce, mentre le sue spoglia sono conservate nella chiesa del Carmine, giusto?
CityN
00venerdì 9 marzo 2012 23:57
Io la sapevo! Io la sapevo! gnegnegnè! :D

Seriamente, se non sbaglio, anzi ne sono quasi certo, la racconta Benedetto Croce.
mimiMetro
00sabato 10 marzo 2012 09:26
Compie duecento anni l'Osservatorio astronomico di Capodimonte, inaugurato per volere di Gioacchino Murat.

napoli.repubblica.it/cronaca/2012/03/09/foto/compie_duecento_anni_l_osservatorio_astronomico-312...
CRIME 80
00sabato 10 marzo 2012 11:49
Re:
CityclassR4, 09/03/2012 23.57:

Io la sapevo! Io la sapevo! gnegnegnè! :D

Seriamente, se non sbaglio, anzi ne sono quasi certo, la racconta Benedetto Croce.




la racconta prima il Summonte, come fatto storico successo veramente. Poi la riprende anche Croce nelle sue "strorie e leggende Napoletante"

quasi tutte le leggende popolari hanno di base un fatto storico successo veramente, come ad esempio quella del famoso fantasma di piazza san Domenico, Maria D'Avalos. Poi tutto sfocia nella fantasia popolare, e questo rende Napoli ancora più affascinante e unica di quello che è.

I palazzi hanno i loro fantasmi, le strade i loro personaggi. La Serao ne scrive un libro, bellissimo. La città e piena di segni, simboli, tutto ha una base storica vera, sempre interessante da sapere, e tutto e ritoccato dalla fantasia popolare.

Sapete di Suor Giulia? Questa si divertiva seriamante a livello sessuale, e tutto successe durante il seicento in quel di santa'Arcangelo a Baiano dove oggi si rimane sconvolti nel vedere la chiesa deturpata dal balcone abusivo. Ma le mura di quel posto se potessero parlare ne avrebbero da raccontare.... [SM=x2819342]

E la strega di port'Alba? Maria la rossa? E la figlia della portinaia del palazzo dei Casacalenda a san Domenico? E il fantasma di Bianca che vive nel palazzo Spinelli sui Tribunali?

Alcune sono commoventi, la maggior parte sono storie di amori non corrisposti.

Ci sono 4 ftratelli, racconta la Serao, che amavano tutti e 4 la stassa donna. Questa capita la situazione e per non portare rivalità tra i fratelli decise di imbarcarsi per andare lontano. Ancora oggi i 4 fratelli aspettano, pazienti e innammorati guardando il mare, che la loro amata ritorni. Questi 4 fratelli sono: Poggioreale, Capodimonte, san Marino e il Vomero.

Il giovane Posillipo guara la sua bella Nisida e il Vesuvio arde d'amore per la sua bella Capri....e tutte le fontane di Napoli sono di lagrime, scriveva ancora la Serao.

Napoli è una città romantica perchè fondata dall'amore, tra Cimone e la bella Partenope. Infatti basta propio affacciarsi dalle terrazze di castel dell'Ovo per rimanere folgorati, cioè nel luogo dove i due innammorati arrivarono (l'isolotto di Megaride).

[SM=x2819657]



CRIME 80
00sabato 10 marzo 2012 12:00
Re: Re:
bartol0, 09/03/2012 23.46:




interessante, grazie.

qualche aneddoto su Corradino di Svevia? il ceppo su cui fu decapitato è custodito nella chiesa di Santa Croce, mentre le sue spoglia sono conservate nella chiesa del Carmine, giusto?




Uhmm, su Corradino non saprei, anche se con lui iniziano tutta una serie leggende legate alle tantissime giustizie fatte in piazza Mercato. Passi da Masaniello a Michele Pezza tanto per dirne alcuni.

Una interessante e legata alla chiesa di san Giovanni a Mare. Questo poi era un fatto che veramente succedeva. In quei tempi il mare arrivava vicino la chiesa, e durante la festa di san Giovanni una progessione di uomini e donne nudi finiva arrivava sulla spiaggia, dove il tutto finiva in mega orgie che andavano avanti tutta la notte.

[SM=x2819647]
M.Gomez
00sabato 10 marzo 2012 13:58
Edilizia sostenibile: il futuro dell’economia campana?

L’edilizia campana ha deciso di puntare al green per il futuro. Iniziative dal sapore tutto ecologico. Da non sottovalutare l’aspetto economico delle nuove tecnologie sostenibili. Un bando di concorso di idee per giovani ingegneri ed architetti residenti in Campania, under 35. Ecco a chi si rivolge l’Associazione costruttori edili di Napoli (Acen), con la collaborazione delle facoltà di Architettura e di Ingegneria degli atenei campani, l’Ordine degli Architetti e degli Ingegneri della Provincia di Napoli e il patrocinio di Itaca e Leed Italia. Per partecipare al concorso “La sostenibilità nell’edilizia residenziale” c’è tempo fino al 31 maggio. Il punto chiave del concorso è la realizzazione di edilizia residenziale caratterizzata al 70% da fonti di energia rinnovabile con una forte componente per gli spazi aperti. La commissione giudicatrice elaborerà due graduatorie, una per la categoria “edificio singolo” e l’altra per la categoria “Pua” (Piani Urbanistici Attuativi). Oltre al primo premio di 7.500 euro per ciascuna delle due categorie e a un patrocinio gratuito, i progetti “idonei” verranno pubblicati ed esposti nell’ambito di una mostra convegno presso la sede Acen, i loro ideatori parteciperanno a iniziative specifiche nell’ambito del Wuf Un-Habitat (a Napoli a settembre). L’obiettivo è quello di creare una vetrina per giovani menti brillanti campane, ed investire risorse in nuovi progetti con un minor livello di impatto ambientale.

www.napolifanpage.it/edilizia-sostenibile-il-futuro-delleconomia-...
- TYLER -
00sabato 10 marzo 2012 15:56
^^ Tutto molto bello,ma niente di concreto.
M.Gomez
00sabato 10 marzo 2012 17:24
Re:
- TYLER -, 10/03/2012 15.56:

^^ Tutto molto bello,ma niente di concreto.




Al momento no, concordo.
Coma White
00sabato 10 marzo 2012 18:51
Google Map
Non so se l'avete notato, ma su Google Map hanno inserito la visuale 3D (Bird's Eye) della città, basta zoomare dalla vista dall'alto.
La cosa bella è che è aggiornata alla scorsa estate, perchè si vede piazza Bovio completamente rinnovata con il prato ingiallito (prima che lo rizollassero). :)
Augusto1
00sabato 10 marzo 2012 18:55
Sì, l'ho notato ieri. Hanno anche aggiornato a settembre 2011 molte zone della provincia, fra cui Giugliano.
Augusto1
00sabato 10 marzo 2012 18:56
[SM=x2819237] Infatti li avevo beccati il 9 settembre durante una pausa...


Publio Papinio Stazio
00domenica 11 marzo 2012 11:29
Augusto1
00domenica 11 marzo 2012 11:55
Il criterio era dare una casa a chi viveva nelle baracche ed in abitazioni fatiscenti. Dopo la guerra c'era fame ed esigenza di sopravvivenza, altro che criteri urbanistici...
1799
00domenica 11 marzo 2012 12:07
Re:
Augusto1, 11/03/2012 11.55:

Il criterio era dare una casa a chi viveva nelle baracche ed in abitazioni fatiscenti. Dopo la guerra c'era fame ed esigenza di sopravvivenza, altro che criteri urbanistici...




questo è il criterio formale, quello sostanziale era la speculazione, la guerra fu solo lo strumento per poter aumentare a dismisura i profitti, con il beneplacito di politici corrotti.

ecco perchè via marina oggi è così.
Augusto1
00domenica 11 marzo 2012 12:13
Quello della speculazione era una un problema dovuto alla sussistenza di determinati personaggi, ma le esigenze c'erano tutte. E ci sono stati ben altri problemi, che non un palazzone su via Marina, se vogliamo dirla tutta, come l'assoluta mancanza di controllo sulle tecniche costruttive di quel tempo, anche su costruzioni meno appariscenti, e che pongono dubbi angosciosi sulla durabilità di determinati manufatti.

Ma poi questo fissarsi su quel palazzo, come se fosse il peggiore dei mali di questa città, è diventato un po' stucchevole...
1799
00domenica 11 marzo 2012 12:15
^^ le esigenze c'erano tutte, ma tali esigenze non avrebbero dovuto comportare lo stupro della città, si poteva dar la casa a decine di migliaia di persone ma allo stesso tempo non stravolgere l'assetto urbanistico della città.
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