Re:
Mark Corleone, 12/11/2012 23:10:
ragazzi leggo nei vostri commenti " a napoli cacciano i soldi a venezia no". Che si intende?Mi spiego: Posso chiedervi la precedente regata e questa con quali soldi sono state finanziate (o verrà finanziata)? anche per poter ribattere meglio a tutti i detrattori secondo cui "e sord s'anna spennere per apparare le buche into alle strate!" grazie
Vabé mi sono risposto da solo. Vorrei rendervi partecipi di questi due articoli in cui si parla di come sono state finanziate le regate. Ma quindi quest'anno il ritorno a napoli dovrebbe costare al comune "solo" un milione di euro giusto? Il resto sono sempre fondi comunitari e della provincia?
World Series, spesi sedici milioni
"Ma nel 2013 detteremo noi le regole"
Le regate sono finite, ora è tempo di tirare le somme. L'America's Cup è costata a Napoli 16 milioni. Dodici milioni di fondi europei stanziati dalla Regione, 3 dalla Provincia con fondi interni (la tranche di 1 milione e mezzo per il 2013 deve ancora essere corrisposta), 1 milione dal Comune (a cui si aggiungerà il prossimo anno 1 altro milione previsto per la tappa del 2013). Fin qui il calcolo dei costi. Nei prossimi giorni si capirà quanto invece la città ha intascato. Venezia, invece, per lo stesso evento non ha stanziato nemmeno un euro di fondi pubblici.
"L'organizzazione delle World Series di Venezia e Napoli è profondamente diversa afferma il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, ospite della manifestazione a Napoli Comparare in termini di spesa è operazione sbagliata e deviante". Tutto quello che è stato investito in laguna per l'America's Cup viene dal Consorzio Nuova Venezia, un consorzio costituito da privati ma che è concessionario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Tornando a Napoli, 4 milioni sono serviti per prolungare la scogliera di via Caracciolo, 3 milioni e 220 mila per l'allestimento del Village, gli eventi e il piano di comunicazione, 5 agli americani, come richiesto dall'Acea a ogni città ospitante le World Series. Agli allestimenti sono stati destinati invece circa 966 mila euro, agli eventi 1 milione e al piano di comunicazione circa 660 mila euro. Il villaggio, nonostante il successo di pubblico, a causa del maltempo ha subito diverse defaillances. Il pezzo forte del programma degli eventi, il concerto di Francesco Renga è stato annullato, il village è rimasto chiuso per diverse ore per sicurezza, viste le pessime condizioni meteo.
Insomma, per il maggio 2013 bisognerà puntare i piedi e conquistare condizioni più vantaggiose, come da giorni va ripetendo Paolo Graziano, amministratore unico della società di scopo Acn. "Abbiamo dato una bellissima prova dice Graziano e ora avremo più tempo per organizzare la tappa del 2013. Per quell'appuntamento detteremo noi qualche regola in più perché da oggi si sono invertite le condizioni e non siamo più gli ultimi arrivati". Parole ribadite dal sindaco Luigi de Magistris: "Abbiamo dato tanto agli americani, per il 2013 dobbiamo rivedere qualcosa". Iain Murray, direttore regate America's Cup, assicura: "Continueremo a lavorare ma anticiperemo i tempi". "Il mondo intero ha visto cos'è veramente Napoli scrive su Twitter il console Usa Donald Moore congratulazioni".
FONTE:
REPUBBLICA
ed ecco un'altro articolo in cui le cifre sono "pompate" di quasi 4 milioni di euro...
AMERICA'S CUP: A NAPOLI È COSTATA 26 VOLTE IN PIÙ CHE A PLYMOUTH
Se non arrivano quelli ufficiali degli organizzatori, i dati diffusi da Gianni Lettieri sul bilancio dell'America's Cup sono quasi da brivido. L'happening velistico internazionale è costato 26 volte in più di quanto hanno speso gli inglesi a Plymouth nel settembre del 2011, appena otto mesi fa. In Inghilterra circa 700mila sterline (950mila euro), a Napoli 19milioni e 869mila euro. Una differenza incredibile che a parere del leader dell'opposizione in consiglio comunale rappresenta «il solito spreco di danaro pubblico».
Lo studio commissionato da "Fare Città", l'associazione fondata da Lettieri, ad alcuni specialisti dell'università di Tor Vergata non lascia spazio alle interpretazioni: i numeri parlano chiaro, sono asettici, inchiodano la gestione dell'evento su un piano difficilmente comprensibile, specie in tempi come questi. Se si considera poi che Venezia, dove dal 12 al 20 maggio ci sarà un'altra tappa del World Series, ci metterà solo 750 mila euro, ecco che la questione rischia di farsi incandescente.
La differenza abissale tra i due eventi, quello di Plymouth e quello di Napoli, è emersa confrontando il bilancio inglese con il Piano strategico regionale. Ventisei volte in più non è il doppio e neppure il triplo: è qualcosa che va oltre ogni immaginazione.
Ma come sono stati spesi tutti questi soldi? Il quadro economico complessivo indica cifre da capogiro: 10 milioni per la cosiddetta "Fee", cioè l'acquisto del marchio (gli americani pare l'abbiano preteso da Napoli risparmiandolo alle altre città); un milione per le opere a terra; 4 milioni per le opere a mare; 1,2 milioni per la costruzione del Village; 800mila euro per il Piano di comunicazione; 1,2 milioni per pagare l'intrattenimento all'interno del Village e 1,669.800 euro per il cosiddetto "Service" dell'intera manifestazione.
Si dirà: il gioco è valso la candela perché il territorio se n'è grandemente avvantaggiato. Purtroppo, a leggere lo studio commissionato da Lettieri, pare che neppure su questo terreno le cose siano andate nella direzione giusta. Ammonterebbero a poco più di quattro (precisamente 4,3) i milioni di indotto assorbiti dalla città, sia considerando i flussi turistici locali, la stragrande maggioranza, sia quelli non locali. Il passivo tra entrate ed uscite, allo stato, rasenta i 16 milioni.
Lo stesso impatto occupazionale previsto dall'organizzazione, pari a 1370 posti, non avrebbe sortito gli effetti sperati. Tant'è che -dice Lettieri- non se ne ha notizia: «In quale settore? Era lavoro fisso o stagionale? Di che tipo? E soprattutto, che cosa è che fa pensare agli organizzatori una simile ricaduta?».
A distanza di un mese, infatti, di numeri ufficiali non se ne vedono: il che è strano, specie se si considera che De Magistris convoca e/o partecipa a conferenze stampa a raffica, anche sulle cose più astruse. A quella di presentazione dell'evento fu anche detto che mediaticamente la cosa avrebbe fatto risplendere Napoli su tutti i network mondiali: «...320 minuti di regate trasmessi da 75 emittenti televisive nel mondo che le trasmetteranno in 197 Paesi per un'audience stimata di 75 milioni di telespettatori che ogni venti minuti di regata vedranno alcuni minuti di immagini di Napoli» si annunciò.
Dallo studio dell'ex presidente dell'Unione industriali emerge un'altra realtà: « I match race sono stati "esclusi" dalle dirette tv; i famosi spot di 25 minuti su Napoli, la cui messa in onda era programmata tra l'estate del 2011 e la primavera del 2013 non sono mai stati visti, probabilmente non sono neanche stati mai realizzati; il picco di ascolto è stato raggiunto domenica 15 aprile: ascolto medio 1.406.000 telespettatori, share del 10.2%. E' stato raggiunto alle ore 15.35, il momento in cui Luna Rossa Piranha gira all'ultima boa, fino al raggiungimento del traguardo; durante le regate settimanali, andate in onda su Italia 2 lo share non ha superato la soglia dell'1,50%».
Trattandosi di vela, si direbbe che quei 20 milioni di euro se l'è portati via il vento.
FONTE:
EOLOPRESS