04/01/2019 22:15 |
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Due aneddoti sulla storia di questo palazzo:
1) Nel Seicento la proprietà passò poi al principe di Bisignano Tiberio Carafa che nel suo parco creò un giardino zoologico, riunendovi anche delle bestie feroci, tra cui un leone, divenuto peraltro così mansueto da essere il divertimento dei bimbi del vicinato. Si racconta che un giorno il principe portasse il leone con sé in una trattoria e lo legasse ad una inferriata, e che l'animale avendolo visto allontanarsi, per scendere sulla strada si lanciasse nel vuoto strangolandosi.
2)Nel 1832 l'edificio fu ampliato e restaurato da Francesco Saverio Ferrari che rifece la facciata, mentre il cortile, le scale ed i due appartamenti nobili furono decorati da Guglielmo Bechi, lo stesso architetto del Palazzo San Teodoro; questi provvide anche alla sistemazione dei giardini, dei quali una parte nel tempo passarono all'attigua Villa Pignatelli. La scala di questo palazzo è ricordata per un aneddoto... borbonico: il proprietario, il principe Ruffo della Scaletta, l'aveva ridotta per ingrandire l'appartamento al piano nobile. Poiché una sera che ebbe l'onore di accogliere in casa re Ferdinando, dopo aver ammirato i saloni, il sovrano si disse spiacente di non poter fare altrettanto per la scala, che era troppo modesta, il Ruffo pensò bene di allargarla di nuovo. Le diede quindi tanto spazio che quando invitò un'altra volta il re, quegli scherzosamente osservò che la scala era molto bella ma si era « magnato tutt' 'o palazzo ». |
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