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Napoli | Le nove arti

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2019 18:51
03/03/2015 14:11
 
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bel cessone arrugginito sul mare bello :sisi:

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Salutandovi indistintamente..

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21/07/2015 16:48
 
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Intervista a Francesco Venezia

http://www.retenews24.it/rtn24/archivio/lesiliato-pur-vivendo-a-napoli-nessun-sindaco-gli-ha-mai-chiesto-un-consiglio-e-ha-labitudine-di-fare-le-cose-sul-serio-per-molti-e-imperdonabile/

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

21/07/2015 20:06
 
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Vabbe
21/07/2015 21:41
 
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non mi sembra a conoscenza delle reali situazioni di cui parla.. sarà anche un grande personaggio ma forse è arrivata anche per lui l'età della critica e basta..

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03/11/2015 11:56
 
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I bassi di Forcella diventano palcoscenico per attori

Si chiama "Vascio-tour" la passeggiata nei vicoli del rione organizzata ieri dall'associazione "Agorà" in collaborazione con "Assodipendenti". Il presidente dell'associazione Agorà, Paola Filardi, si è occupato della parte storica del percorso. Mentre il direttore artistico Rosario D'Angelo si è esibito in un basso di vico Scassacocchi. Claudio Romanelli ha interpretato invece "un femminiello napoletano" in un basso di via Tribunali. Il pubblico ha partecipato attivamente alle performance e si è fermato ad ascoltare le storie dei residenti. Alla manifestazione patrocinata dal Comune ha partecipato anche l'assessore alla Cultura Nino Daniele. Presenti ragazzi e bambini del rione.



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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

18/02/2016 14:41
 
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È sempre più polemica sull’ipotesi del prestito della tela «Sette Opere di Misericordia» del Caravaggio custodito al Pio Monte e richiesto dal Quirinale per una mostra alle Scuderie.

Luciano Garella, soprintendente alle Belle Arti, ha parlato apertamente di una opportunità per Napoli, di una occasione di visibilità che sarebbe garantita anche dalla presentazione del quadro alle Scuderie con un allestimento a pannelli che illustra anche il luogo in cui è custodito a Napoli e la sua storia.

Non un prestito qualsiasi, insomma, secondo Garella, ma una opportunità di conoscenza e cultura. Le parole del soprintendente hanno rimesso in allarme Italia Nostra che si è schierata contro il trasferimento dell’opera da Napoli a Roma giustificando questa contrarietà con ragioni anche storiche (la tela di Caravaggio sarebbe difficilmente apprezzabile se estrapolata dal contesto architettonico della cappella che la custodisce) oltre che risalenti alla volontà espressa nel ‘600 dal Pio Monte che ha sancito la «perpetua inamovibilità» dell’opera.

Una condizione già superata in passato ed in occasione di altri prestiti per mostre. Ma Italia Nostra, che in questi giorni ha promosso anche un’autorevole raccolta di firme contro il prestito alle Scuderie del Quirinale, torna alla carica polemizzando con Garella sull’opportunità di questo prestito.

Un braccio di ferro, dunque, che ha riaperto la discussione sulla sorte dell’opera.

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

18/02/2016 15:29
 
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Ma è un prestito a tempo determinato? 1 mese ? 3? Un anno?

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19/02/2016 07:57
 
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io sono favorevole. cosi' come è stato fatto a capodimonte tempo fa. per grandi e prestigiose mostre tematiche i quadri, anche di notevole importanza possono essere spostati. oggi a te domani a me. non vedo i contro di questa iniziativa
19/02/2016 13:05
 
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Se è accaduto già in passato perché ora (ri)parlare di perpetua inamovibilità?
19/02/2016 14:07
 
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Re:
CityclassR4, 19/02/2016 13:05:

Se è accaduto già in passato perché ora (ri)parlare di perpetua inamovibilità?





Nel 1613 i Deputati fondatori del Pio Monte stabilirono la "perpetua inamovibilità" del dipinto in quanto la stessa Cappella, sul cui altare maggiore è conservato, è stata realizzata in funzione del capolavoro del Caravaggio: un dato storico che diviene oggi, a quattro secoli di distanza, importantissimo al fine di preservare la memoria storico artistica del Pio Monte di Misericordia (cit.)

Italia nostra dove vuole andare a parare?
Sta facendo una vera e propria crociata contro Garella

[Modificato da Ninconanco81 19/02/2016 14:38]

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19/02/2016 14:41
 
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L'unica ragione fondata è la decontestualizzazione del dipinto che ne farebbe perdere la sua bellezza
In effetti lo si apprezza meglio dove è ora che non in una mostra ma Garella ha proposto anche un allestimento a pannelli al Quirinale che mostrerebbe il pio Monte che ospita il quadro

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20/02/2016 09:43
 
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Ma in tutto questo il prestito è gratuito oppure a pagamento?
23/02/2016 14:22
 
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Potere del giornalismo

Dietrofront per le 7 opere

ecco la lettera giunta alla redazione del corriere del mezzogiorno


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30/06/2016 15:02
 
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L’artista napoletano Giuseppe Corcione ha realizzato, in tre anni, una copia tattile per non vedenti ed ipovedenti, delle “Sette Opere di Misericordia” del Caravaggio.

Praticamente una scultura dal capolavoro del Merisi.

L’opera battezzata “L’Ottava Misericordia” è esposta accanto alle “Sette Opere” nella chiesa del Pio Monte della Misericordia a Napoli


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17/11/2016 12:20
 
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Hollywood sceglie nuovamente Napoli e questa volta lo fa per girare le scene di un grande colossal su Maria Maddalena, la discepola di Gesù. Il film infatti, intitolato proprio “Mary Magdalene”, sarà girato in parte anche nella nostra città, per la precisione in Piazza del Plebiscito.

Dal 28 novembre all’1 dicembre 2016 tutta l’area sarà blindata poiché la troupe ed il cast, con il grande Joaquin Phoenix, monteranno il set necessario alle riprese.

E la nostra bellissima Basilica di San Francesco di Paola, con annesso il colonnato, diventerà il Tempio da cui Gesù cacciò i mercanti.

Naturalmente, per eliminare alcuni elementi che risulterebbero anacronistici, come i palazzi e l’architrave della facciata, interverrà la postproduzione.

Joaquin Phoenix interpreterà Gesù, mentre la protagonista sarà Rooney Mara, nota per Millenium – Uomini che odiano le donne.

Tra gli altri grandi attori, ci sarà Chiwetel Ejiofor, protagonista di 12 anni schiavo.

Si girerà, dunque, una scena degna di un colossal poiché saranno presenti centinaia di attori, grandi attrezzature, centinaia di tecnici e la produzione è anche in cerca di comparse.

Sono necessari uomini e donne di tutte le etnie ed età, soprattutto di origine italiana ed africana, che sappiano suonare le percussioni e cantare.



Il film uscirà nelle sale nell’autunno 2017, ma non si conoscono altri dettagli sulle prossime location che faranno da set. Intanto, ci godiamo questa nuova soddisfazione per la nostra Napoli e la sua storia.


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16/12/2016 12:46
 
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È stato inaugurato ieri "Ho perso il conto", l'albero di Mimmo Paladino che si erge nel cuore dei Quartieri Spagnoli.

L'opera, un inedito, è stata voluta dalla Fondazione Foqus che da tempo opera per la rigenerazione urbana dell'area, esempio di welfare partecipativo senza fondi pubblici.

I curatori dell'iniziativa definiscono l'opera dell'artista una scultura sonora, una macchina della festa, obelisco o guglia o giglio.

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16/12/2016 15:53
 
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Bello!
20/12/2016 14:26
 
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Roma (askanews) - Non è la Napoli solo della camorra, ma una Napoli piena di sfaccettature, quella in cui si muovono i poliziotti della serie tv "I bastardi di Pizzofalcone", tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni, in onda dal 9 gennaio su Rai1. Nella fiction diretta da Carlo Carlei i protagonisti sono dei poliziotti scomodi, che lavorano in un commissariato che sta per essere chiuso. Tutto cambia quando arriva l'ispettore Lojacono, interpretato da Alessandro Gassman, che grazie al supporto del pubblico ministero Carolina Crescentini riesce a ricreare una squadra unita e con grandi capacità investigative.
"E' tutta gente che ha sbagliato, che viene messa per punizione in un luogo, per espiare le proprie colpe, e questa umiliazione che gli viene riservata gli darà la forza per dare un colpo di reni, di reagire, di rimettere in piedi questo commissariato e di dimostrare al mondo che in realtà si erano sbagliati sul loro conto".
La città di Napoli è una dei protagonisti della serie, molto diversa da quella cupa di fiction come "Gomorra", ma piena di sfumature, di luoghi, di personaggi.
"In realtà raccontiamo una Napoli completamente diversa, nel senso che è una Napoli secondo me più equilibrata: vediamo di Napoli sia la parte terrificante, violenta, cruda, che ha a che fare con le periferie di quella città, che ha problemi, lo sappiamo, ma ne vediamo anche la parte meravigliosamente bella, case aristocratiche, media borghesia, alta borghesia".

Il regista Carlei ha spiegato: "E' una Napoli assolutamente inedita, da un punto di vista televisivo, perché ho cercato proprio di farmi guidare dalla bellezza, dai colori, dai profumi, dai sapori, dalla generosità delle persone. Napoli non è stata usata in questa serie come la città della camorra ma come una grande metropoli, straordinariamente bella, in cui succedono dei fatti criminali e in cui ci sono delle persone che con i loro problemi, di relazioni umane, con il loro background, magari anche con qualche vizio di forma, devono risolvere questi casi e devono ovviamente risolvere dei casi e devono portare giustizia dove giustizia deve essere fatta".

http://www.affaritaliani.it/coffee/video/spettacoli/bastardi-di-pizzofalcone-gassmann-ispettore-nell-altra-napoli.html

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11/01/2017 12:27
 
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Salvator Mundi, a Napoli il Leonardo che fa litigare storici ed esperti
CE ne sono almeno 20, qualcuno è stato confrontato direttamente con la Gioconda.

La storia infinita del Salvator Mundi di Leonardo e non-Leonardo continua con una tappa napoletana.

La mostra sarà collegata al Giubileo della misericordia per ambientazione (il Museo Diocesano) ma è anche una rivincita che si prendono gli studiosi del genio di Vinci in una vicenda di attribuzioni che ancora li fa litigare.

Perché Leonardo viene studiato "a parte", rispetto al resto della storia dell'arte italiana: è una passione magica, dice l'esperto Carlo Pedretti. Si riapre, insomma, con la mostra del Salvator Mundi ex collezione de Ganay (famiglia di nobili che risale al Trecento) una querelle aperta nel 2012.

Cinque anni fa, infatti, un altro Salvator Mundi, detto "newyorchese", fu venduto per 75 milioni di dollari dagli ex proprietari, commercianti americani, dopo un restauro controverso e un'esposizione a Londra. Dopo il restauro a Pedretti non fu consentito di osservarlo bene e molti elementi, secondo lui, erano stati stravolti.

"La dialettica è serrata - dice il curatore Giuseppe Barbatelli - questa mostra napoletana vuole rinverdire gli studi anche per capire se ci sono i termini per condividere questa attribuzione così importante".

E per farlo sono venuti a metterlo vicino a un'altra opera, un Salvator Mundi del convento di San Domenico Maggiore.

Una tavoletta che i domenicani tengono stretta e che in un'altra occasione - la mostra del 1983 "Leonardo e leonardismo a Napoli e a Roma", non concessero in prestito.

Il "Redentore" del 1524 di San Domenico è però di Girolamo Alibrandi, pittore messinese che frequentò Giorgione.

Oggi alle 17 il cardinale Sepe e il governatore De Luca inaugureranno nel Complesso monumentale di Donnaregina-Museo Diocesano in largo Donnaregina, la mostra "Leonardo a Donnaregina - I Salvator Mundi per Napoli". Resterà aperta fino al 31 marzo dalle 9.30 alle 16.30 e la domenica fino alle 14, chiusa il martedì.

Il Salvator Mundi ex de Ganay proviene ora da una raccolta privata svizzera ed è tenuto in custodia in un caveau. "Ha necessità di un restauro - spiega Nicola Barbatelli - e un piccolo intervento si è reso necessario anche prima della mostra a Napoli: è stato attaccato dai tarli. Speriamo in un restauro completo quanto prima anche per poterlo reinterpretare".

Quella napoletana è una "prima visione": il Salvator francese era stato esposto solo nel 2012 su richiesta del governo brasiliano durante la visita di papa Bergoglio a Rio.

"È la prima volta che arriva in Italia - osserva Barbatelli - tranne un soggiorno brevissimo alcuni anni fa a Vinci per una mostra. È molto famoso, sappiamo che un Cristo era anche alla corte di Francia nel '600 ". Saperne di più? "Non si può: ma ha delle caratteristiche straordinarie, e Pedretti ed io sosteniamo l'attribuzione a Leonardo e alla sua bottega".

Già nell'82 Joanne Snow-Smith in una monografia lo attribuì a Leonardo e nel '99 si pensò invece al maestro e alla sua cerchia. "Per noi storici dell'arte - spiega Barbatelli - è un dipinto fortemente indicativo perché ci restituisce l'idea di un progetto di Leonardo, i cui disegni preparatori sono a Windsor".

A Leonardo l'avvicinerebbe molto anche la sfera vitrea che il Redentore ha in mano, che non è più quella del mondo: era o non era il genio di Vinci un talento indiscusso anche nella scienza dell'ottica?



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26/01/2017 10:21
 
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Father and Son, quando un museo archeologico si inventa un videogame

A Napoli si promuove il museo archeologico anche attraverso un gioco su app, disponibile fra qualche mese per Apple e Android.
Si chiama “Father and Son” ed è il primo videogioco interamente realizzato con e per un museo archeologico italiano. Un vero e proprio videogioco a tema storico-culturale che sarà distribuito gratuitamente su App Store e Google Play dalla primavera del 2017.

Il progetto è stato creato dal MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno dei più importanti siti d’arte al mondo, con straordinarie collezioni provenienti da Pompei ed Ercolano e da TuoMuseo, realtà nata nel 2014 ed oggi riconosciuta a livello internazionale nel settore dello sviluppo di soluzione innovative in ambito culturale. “Father and Son” è un gioco destinato al pubblico internazionale di tutte le età.

Con uno schema narrativo 2D a scorrimento laterale in cui, attraverso il viaggio di un figlio alla scoperta di un padre archeologo mai conosciuto, il presente ed il passato si alterneranno in un continuo rimando. I giocatori potranno esplorare tanto le sale del museo quanto le strade della città partenopea, sia antica che contemporanea.

Snodandosi attraverso la scoperta di celebri opere ed architetture, che diventeranno il fulcro dello sviluppo narrativo del gioco, i livelli temporali che comporranno questo viaggio nel tempo sono diversi: si inizia nel 79 d.C. a Pompei, nelle ventiquattro ore precedenti la devastante eruzione del Vesuvio e si arriva nel 2017, presso le rovine della città romana, nella veste di turista.

Le grafiche dipinte a mano sono opera dell’artista inglese Sean Wenham (Ubisoft, Sony) che assieme a Fabio Viola (Electronic Arts Mobile, Vivendi Games Mobile), ad Alessandro Salvati (autore di ADON Project e Anxiety Attack), a Arkadiusz Reikowski (compositore delle musiche di Kholat e Layers of Fear) e a Ludovico Solima (professore di Economia e Gestione delle Arti all’università Federico II di Napoli), fa parte della squadra di sviluppatori del progetto.

“Father and Son” è il primo esempio in Italia, e tra i primissimi al mondo, di un museo che diventa publisher di un videogioco. “Si tratta di un colpo d’ala notevole”, spiega Paolo Giulierini, direttore del MANN, “Un’intuizione che ci permetterà di raggiungere e coinvolgere con maggior efficacia nuovi pubblici internazionali, sia in visita, che virtuali”.

Dalla realtà aumentata agli allestimenti cros-disciplinari, dal digital storytelling ai contest digitali e al turismo emotivo, fino al social gaming, il modo di coinvolgere gli utenti in arte e cultura stanno cambiando velocemente e radicalmente forma. Ed è proprio in questo panorama in continua evoluzione, in cui tutto si può sperimentare, che si inserisce il videogame “Father and Son”.

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