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Forum Universale delle Culture | UNESCO 2014

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2014 21:35
15/06/2012 21:57
 
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Mireia Belil, spagnola, direttore della Fondazione

"Forum culture di successo
con pochi fondi e buone idee"


Da Barcellona parla Mieia Belil, "signora" del Forum universale delle culture. E in esclusica a "Repubblica" racconta la ricetta per avere successo anche nelle difficoltà finanziarie: "Non importa che in fondi siano pochi, conta avere buone idee"


"NO TENEMOS dinero, né in Spagna né in Italia. Giusto? Ma non è detto che per questo non si possa fare un buon Forum". Da Barcellona, parla Mireia Belil.

Con lo sguardo di chi non vuole essere trascinata nelle tensioni tra Napoli e Roma, ma intende ribadire "lo spirito non effimero, ma sostanziale del Forum". Per tutti, è la "signora" del Forum universale delle culture, la mente della Fondazione che detiene il marchio dell'evento aggiudicato a Napoli per l'edizione 2013. Mireia conosce (e ama) Napoli da molti anni ("Pensi che da Barcellona lavoravo con Napoli quando c'era il primo Bassolino sindaco"), sa far uso di diplomazia e sorrisi, ma sceglie parole chiare. "Neanche noi vogliamo che il Forum si riduca ad una festa o ad un bel concerto. Non è questo l'obiettivo con cui nasce il Forum. È nostro desiderio che, al di là dei budget, questo evento lasci qualcosa in più, un passo, un progresso della città, anche solo nel quotidiano, verso il rispetto per i diritti umani, la sostenibilità e la diversità culturale: valori del Forum".

Signora Belil, l'ha sorpresa lo scontro tra de Magistris e de Mistura sul mancato appoggio del governo al Forum?

"Non quanto ha sorpreso i media italiani. Partiamo da un presupposto: la Fondazione di Barcellona non è mai entrata nel merito di polemiche o contrapposizioni tra i vari livelli di amministrazione della nazione che ospita il Forum. Non esprimiamo la nostra opinione sulle differenze politiche. Ogni paese, d'altro canto, ha le sue caratteristiche".

Avevate mai contato, negli altri paesi che hanno ospitato il Forum come Monterrey (Messico) e Valparaìso (Cile), cinque vertici cambiati in poco tempo? Con un'analoga giostra di nomine e defezioni?

"Abbiamo avuto problemi diversi, ma con analoghi cambi di direttori, perché magari - tra designazione e realizzazione del Forum - i governi di città e regione erano stati appena rieletti. Per esempio a Monterrey in Messico sono cambiati tre direttori generali, e nella nostra prima edizione, qui a Barcellona, quattro. La storia di tutti i grandi eventi è complessa. Noi, piuttosto, stiamo attenti ad altri aspetti: noi vogliamo che il Forum diventi davvero patrimonio della città e dei cittadini a prescindere dal loro ceto sociale, vogliamo che introduca anche un piccolo cambiamento nelle abitudini ".

L'edizione di Napoli ormai stringerà di molto la durata e il budget. Quali sono stati durata e fondi delle altre edizioni?

"La media dei fondi stanziati dimostra che i soldi non incidono in misura determinante. Comunque: a Barcellona, spendemmo
moltissimi soldi, ma era un'altra "era" economica. A Monterrey il Forum durò 80 giorni e furono approssimativamente spesi 45 milioni. A Valparaiso, 45 giorni e oltre 7 milioni e mezzo, ma lì c'era stato il terremoto ed avevano ovviamente altre necessità. Ebbene, a Napoli eravamo partiti da oltre 150 milioni, ormai mi pare che siano sicuri i 15 milioni di euro...".

Non vorremmo darle una brutta notizia, ma fonti qualificate dicono che non vi è certezza dei 15 milioni da stanziare. Più probabilmente saranno disponibili tra i 5 e i 7 milioni.

"Il denaro è molto importante per la riuscita degli eventi, ma per fortuna non è l'unico fattore. Vorrà dire che Napoli proporrà meno fuochi di artificio. E che magari non avrà il concerto di Madonna, che comunque non avrebbe
cambiato le sorti della città. Anzi, a questo punto sono sicura che il Comune saprà concentrarsi su cose significative e di valore. Jaime Lerner, allora sindaco di Curitiba, in Brasile, usava una massima che io ricordo sempre a me stessa: "La creatività comincia quando togli uno zero al mio finanziamento". Dico questo non per consolarci, ma per insistere sul punto: il Forum lasci alla città un piccolo ma importante segno".

Ecco, sta qui il cuore del dibattito che si è aperto a Napoli. A Barcellona, con il Forum, avete risanato una grande area che prima accoglieva rifiuti, ora c'è un parco lì dove la strada Diagonal incrocia il mare. Anche nelle altre sedi ci sono stati miglioramenti di un'area?

"A Valparaìso è stata liberata e restituita alla città la Plaza Soto Major che prima era legata alla memoria dell'esercito; e a Mon-terrey, è nato il Parco Fundirosa, nell'area di Santa Lucia. Io confido nei napoletani, sono sicura che con un'idea accurata, anche con un budget ridotto, si possa intervenire su alcuni dei tantissimi luoghi significativi bisognosi di cura".

Il Forum non rinuncia alla mission di migliorare i luoghi in cui passa, a prescindere da governi e direttori?

"Esatto. Io chiedo un processo di cambiamento che non sia necessariamente clamoroso: e d'altro canto Expo o Giochi Olimpici non possono, da soli, cambiare il destino di un territorio. Certo, io trovavo meravigliosa la zona di Bagnoli e sarebbe stato bello riuscire a qualificarla, ma si può fare un bel lavoro anche più articolato sull'immateriale".

Tre esempi concreti, per favore.

"Per esempio, inserire un kit scolastico, extra programmi, in tutte le scuole di Napoli sulla cultura dell'incontro e della tolleranza. Per esempio, educare al decoro interi rioni che hanno bellezze segrete ma mai un fiore alla finestra, e fare in modo che intere facciate di palazzi comincino a coltivare i loro balconi, perché quello all'estetica è un diritto universale. Ancora: stimolare il dialogo tra quartieri di Napoli e quartieri di altre città gemellate perché Napoli si apra al mondo e il mondo conosca Napoli. Il Forum non è la soluzione. Ma è un'opportunità".

Indichi due luoghi di Napoli, per lei speciali, che le piacerebbe vedere valorizzati dal Forum.

"Le scelte competono agli enti locali. Ma le dirò i miei preferiti. Il primo è un luogo che non vive nelle guide turistiche: piazza Mercato. Per il carico della sua storia e della sua bellezza potrebbe essere uno scenario ideale per mille iniziative, ma certo è degradato, va fatto rinascere, invece è trattato come una retrovia, un luogo senza identità. Eppure, è zona di cerniera tra le aree disagiate e quelle ricche. E ha quelle botteghe che sarebbero ideali per esposizione permanente di artisti, artigiani. L'altro è il lungomare che era soffocato dalle auto. Apprezzo molto che il sindaco lo abbia riaperto alla passeggiata. Certo, so che intorno vanno studiate meglio le alternative".

Mai pentita della scelta di Napoli?

"No. Napoli é stata una buona scelta. In più, sono fiduciosa per mia natura. Credo che il sindaco de Magistris e il governatore Caldoro si sono finora impegnati e si impegneranno per fare un buon lavoro".

Più sollevati di lavorare con l'Italia post-berlusconiana?

Sorride. "Per la Fondazione, sono centrali le città: lavoriamo con le persone elette dai cittadini in ogni città. Diciamo che è più semplice confrontarsi con ammini-stratori che difendono i valori del Forum e che promuovono un'idea di città aperta e di beni comuni ".



anche lei #lungomareliberato [SM=x2819346]
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