Qualsiasi tariffa è, più o meno, discriminatoria. Questa, più che discriminatoria, è iniqua, perché, in certi casi offre servizi peggiori a prezzi più alti. Per esempio: con 2 Euro, da Pozzuoli, si arriva ai Campi Flegrei con un solo mezzo, ma dall'altro lato, da Est, si può arrivare ai Campi Flegrei, anche usando più mezzi, mantre chi vuole arrivare da Pozzuoli alla stazione centrale pagherà 2,50. Oppure, si possono avere due persone che effettuano lo stesso percorso per Napoli, ma uno con un bus urbano e l'altro suburbano, pgando così due biglietti di diverso costo.
Tornando alle discriminazioni, i sistemi tariffari presentano, quasi ovunque, delle discriminazioni, dovute al fatto che, o dividi il territorio in fasce o in zone, ci sarà sempre un confine che farà aumentare i costi. In teoria, l'unico sistema potrebbe essere un chilometrico puro, attuabile solo con schede elettroniche: scatto alla partenza al primo utilizzo della giornata e scatti di valore inferiore ogni cento, duecento metri. In questo modo, per esempio, dieci chilometri costerebbero lo stesso quale che sia il tragitto.
Però, anche in questo caso, si potrebbe scorgere una discriminazione, con un esempio pratico: chi facesse venti chilometri da Portici alla zona ovest di Napoli si troverebbe con una disponibilità di servizi migliore di chi da Portici andasse a Castellammare di Stabia, per cui quest'ultimo penserebbe di aver subito un torto, per il fatto di pagare la stessa cifra dell'altro, a fronte di un servizio peggiore.
A questo punto, si dovrebbe individuare una compensazione: in zone meglio servite lo scatto è più frequente di zone in cui l'offerta è meno attraente, ma così resterebbe, comunque una nuova discriminazione, che danneggerebbe chi parte dalle periferie, rispetto a chi parte dalle zone centrali dei comuni: non solo servizi peggiori ma, anche con eventuali compensazioni, dover pagare di più.