Al via il restauro degli affreschi delle Catacombe di San Gennaro
Una sponsorizzazione privata per recuperare e conservare gli affresci perduti e dare valore al lavoro silenzioso dei ragazzi del Rione Sanità. "Posso dire che quando sono arrivato a Napoli e ho conosciuto i ragazzi della cooperativa la Paranza ho avuto un vero e proprio colpo di fulmine. Mi hanno ricordato la forza e l'impegno che abbiamo profuso per rilanciare la nostra azienda". Così Andrea Schivazappa, amministratore delegato Parmacotto ha presentato, questa mattina nelle catacombe di San Gennaro a Napoli, l'accordo con la paranza per il restauro degli affreschi del vestibolo superiore del complesso monumentale. Una sponsorizzazione, con una prima donazione di 30mila euro, che permetterà la conservazione e il recupero degli affreschi nell'ambiente più antico del livello superiore della catacomba.
Si tratta di una cappella gentilizia realizzata con molta probabilità agli inizi del iii secolo. In stile pompeiano, per la tipica partitura dei soffitti, semplice e lineare, e per l'uso dei colori, dal rosso porpora al giallo ocra all'azzurro, conserva le pitture cristiane più antiche del sud italia.
"Parmacotto è sempre stata radicata su questo territorio, è sempre stata molto presente in tutta la campania e soprattutto a napoli", ha sottolineato zappacosta spiegando che "l'azienda ha avuto una storia molto difficile negli ultimi anni e da tre anni è ripartita in maniera molto positiva. Quando siamo venuti a visitare le catacombe e abbiamo visto questi ragazzi abbiamo visto una grande comunione di storia tra quello che hanno fatto loro sulle catacombe e quello che abbiamo fatto noi con la parmacotto dove abbiamo cercato e siamo riusciti a far uscire il meglio e il positivo che c'è in azienda. I due percorsi quindi non potevano che procedere insieme. Nei mesi scorsi abbiamo ragionato su come potevamo collaborare e siamo arrivati finalmente ad una conclusione. Credo - conclude l'ad - che questo sia l'inizio di un grande percorso che faremo insieme perchè questa, per noi, è un'opera molto importante non solo per napoli ma per la storia culturale e religiosa di tutti noi".
Grazie all'impegno della cooperativa, oggi le catacombe di San Gennaro sono tra i siti più visitati del capoluogo campano. Solo nel 2017, spiega alla dire enzo porzio uno dei fondatori della paranza, il sito è stato visitato da 100mila persone incrementando il numero dei visitatori, rispetto all'anno precedente, di circa il 30 per cento.
Per Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, "la Paranza rappresenta, a livello nazionale, un esempio di buona gestione".
Un esempio su tutti, spiega il direttore, "nel bookshop delle catacombe sono già presenti i prodotti enogastronomici mentre, proprio oggi pomeriggio, al ministero se ne discuterà come elemento di novità possibile. Come dire, di tutto quello che si sta discutendo nelle alte sfere qui è già fatto in maniera operativa. Anche quello che presentiamo questa mattina.
L'operazione di sponsorizzazione da parte di un'azienda nazionale, è un esempio eccezionale di capacità di guardare oltre la semplice gestione quotidiana. Da tempo, come museo nazionale, guardiamo non solo con ammirazione ma cerchiamo di sostenere, quando possibile, la cooperativa la paranza e le catacombe. Abbiamo formulato, ad esempio, l'operazione extramann che mette insieme le stesse catacombe e il museo e il prossimo 20 dicembre, quando avremo la grande mostra sui longobardi, saremo in rete con un biglietto integrato perchè la vicenda di san gennaro si lega a questo sito".
Oggi, conclude Giulierini, "si dimostra come la capacità gestionale non si affranca dalla conservazione. I vecchi tromboni che vanno dicendo che oggi si fa solo valorizzazione oggi vengono ampiamente smentiti. Mentre si recepisce la collaborazione con uno sponsor di livello nazionale, mentre si dà un chiaro esempio di capacità imprenditoriale di giovani che hanno cultura e coraggio, si presenta un'operazione di recupero che attiene al tema scientifico della ricerca e della tutela". Per il direttore del mann "i corsi di formazione dovrebbero essere fatti quì senza chiamare professori universitari che non hanno mai gestito nulla. Chi sta in campo è un modello per tutti".
I restauri, spiega Michele Gargiulo della Dafne restauri, "saranno un intervento mirato a salvaguardare un'opera che, per la sua ubicazione, merita prima di tutto uno studio volto ad elaborare una strategia di tutti i lavori necessari. Questi saranno divisi in step e noi cercheremo di coinvolgere tutto l'apparato universitario presente in città per creare una sinergia tra il cantiere e gli atenei. Si sperimenteranno nuovi processi con materiali innovativi, come i prodotti a base di nano calce, e alla fine restituiremo un'opera di sicuro valore. Si comincerà agli inizi di gennaio con lo studio preliminare e poi si procedera con i veri e propri lavori che dureranno tra i due e i tre anni. In questo lasso di tempo - conclude gargiulo - abbiamo pensato anche a delle visite guidate al cantiere per far sì che questo sia un momento di grande coinvolgimento per tutta la città di napoli".