Napoli | Sottosuolo

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CRIME 80
00mercoledì 2 maggio 2012 12:55
hai fatto il percoso con le candele nel cunicoli stretti stretti? E una meraviglia li sotto, poi la guida e veramente brava.
- TYLER -
00mercoledì 2 maggio 2012 13:01
Si proprio quella, poi siamo usciti e siamo andati a vedere il teatro greco... entrando dalla botola!!
Ieri pensavo proprio a questo... Altri paesi possono avere un teatro greco,ma sfido chiunque ad entrare sotto un letto, ed uscire in una strada dove c'è una signora con i panni e le scarpe stese!!
Gjemon
00mercoledì 2 maggio 2012 18:58
Re:
- TYLER -, 02/05/2012 13.01:

Si proprio quella, poi siamo usciti e siamo andati a vedere il teatro greco... entrando dalla botola!!
Ieri pensavo proprio a questo... Altri paesi possono avere un teatro greco,ma sfido chiunque ad entrare sotto un letto, ed uscire in una strada dove c'è una signora con i panni e le scarpe stese!!



Anche a me è piaciuto molto, come dici tu lo sbucare dietro ad un vicolo "qualsiasi" di Napoli e vedere che la gente ci vive quotidianamente nel monumento, in tutti i sensi [SM=p2820492], dà una bella sensazione!
1799
00domenica 27 maggio 2012 22:18
Tunnel borbonico, 26/5/2012















luca.pagano
00lunedì 28 maggio 2012 17:28
sempre o' tunnèl





_Gio'_
00martedì 22 gennaio 2013 09:26
Finalmente "Le città segrete", programma di Focus channel, ha fatto tappa anche a Napoli! [SM=x2819343]

bartol0
00martedì 22 gennaio 2013 12:42
uà, da mò! [SM=x2826336] comunque gran bel documentario, anche se ci sono alcuni errori.
vinz0382
00giovedì 24 gennaio 2013 17:01
Re:
luca.pagano, 08/04/2012 19:31:

domani il cimitero delle fontanelle è aperto?




ragazzi scusate qualcuno è in grado di darmi informazioni sugli orari di visita del cimitero delle fontanelle per favore? mea culpa non ci sono mai stato ma su internet non riesco a trovare un sito ufficiale o qlcs del genere..

grazie
CityN
00martedì 29 gennaio 2013 17:36
la cava di via Emilio Scaglione
Ora mi dedicherò (come ho fatto per la toponomastica e l'urbanistica) alle tantissime e sconosciutissime grotte, caverne, cave, catacombe, ipogei della città. Magari sarà ogni settimana. Cominciamo dalla cava di via Emilio Scaglione, la strada che dopo San Rocco porta a Marianella e a Chiaiano.

Napoli, nelle grotte di Capodimonte un "Colosseo" di rifiuti abusivi

NAPOLI - Ci sono oltre centomila metri cubi di immondizia nascosti sotto un palazzo di Napoli. Per capire quant’è impressionante questo dato bisogna trovare un termine di paragone: centomila metri cubi di travertino, ad esempio, furono utilizzati per costruire il Colosseo.
Adesso riuscite a immaginare di quanta spazzatura stiamo parlando?

Lungo via Emilio Scaglione bus e camion dell’Asia sfrecciano e fanno tremare tutti gli appartamenti. Nell’androne del civico 253 c’è una porticina di ferro; dietro la porta duecento scalini scivolosi si infilano dentro la pancia della città fino a quaranta metri di profondità. Laggiù, dove il buio resiste anche alla luce delle torce, è nascosto il più nauseabondo segreto di Napoli: una immensa cava di tufo è stata trasformata, negli anni, nella più grande discarica abusiva sotterranea finora conosciuta.

La cava si inoltra per trecento metri sotto i palazzi di via Scaglione, è larga quanto una cattedrale, alta come un edificio di tre piani. L’area totale è di 300mila metri quadri, occlusa per un terzo dagli sversamenti abusivi. La battaglia per cancellare quello schifo viene condotta, da anni, da Antonio Bocchetti, leader di un gruppo di cittadini che chiede ascolto. Lo scorso novembre, quando si paventò l’ipotesi di nascondere i rifiuti di Napoli nelle cavità, fu proprio Bocchetti a organizzare una manifestazione per «difendere» la cava che si trova sotto via Scaglione. Ma le battaglie servono a poco. Lì sotto non arriverà mai nessuno a cancellare quello schifo.

Per il viaggio nelle viscere malate della città s’è messa in moto tutta la «Macchina del Tempo», l’associazione speleologica che si è schierata in prima fila contro l’idea di usare il sottosuolo come discarica: il presidente, il vulcanico speleologo urbano Luca Cuttitta, ha guidato un gruppo composto da Tullio Gatto, Fabio Nigro e Stefania Impagliazzo (i più esperti del team speleo napoletano) per andare a scoprire gli orrendi segreti di quella cavità.

La spazzatura conservata dentro la grotta di via Scaglione è frutto di decenni di allucinante gestione: attraverso i pozzi sovrastanti, centinaia di napoletani hanno allegramente, e liberamente, gettato di tutto. E se pensate semplicemente ai sacchetti neri, sbagliate di grosso perché lì sotto c’è di più, molto di più. L’immenso percorso sotterraneo è interrotto da gigantesche colline di pattume.

E anche in questo caso per capire cosa significa «gigantesche» bisogna trovare un termine di paragone adeguato: i cumuli raggiungono un’altezza superiore al secondo piano di un palazzo, la base ha una circonferenza minima di almeno quindici metri. Ci sono esattamente dodici colline del genere, tante quanti sono i pozzi sovrastanti.

Per scoprire cosa si nasconde dentro la cava, l’unica possibilità è «scalare» quelle colline tentando di non farsi male su ferri arrugginiti e vetri e sperimentando l’orrenda sensazione di ritrovarsi, spesso, immersi nella spazzatura fino alla cintola. Oltre al pattume comune, però, in questa discarica abusiva gli incivili si sono sbizzarriti. Nei pozzi hanno infilato anche frigoriferi, ciclomotori, armadi, bidoni che avevano contenuti cibo e materiali pericolosi, c’è addirittura una sedia da barbiere: tutta quella roba è stata sollevata, infilata in qualche modo dentro a un pozzo, e ha fatto un volo di quaranta metri per arrivare sul fondo della cava. Incredibile.

Anzi assurdo. È la parola che usa Luca Cuttitta di fronte a quello scempio, e la ripete con frequenza: «Ecco un esempio di stupidità - spiega il leader degli speleologi de La macchina del Tempo, nel silenzio ovattato della cavità - questo posto poteva essere utilizzato in mille modi: io penso, naturalmente a uno sfruttamento scientifico o turistico. Ma se fosse finito nelle mani di un affarista avrebbe potuto essere trasformato in un parcheggio interrato, in una immensa sala conferenze o nella sede di un innovativo shopping center sotterraneo. E invece i napoletani cos’hanno fatto? L’hanno usato come immondezzaio. Assurdo. E adesso scendiamo rapidamente da questa montagna di immondizia: dal pozzo sopra le nostre teste potrebbe cadere di tutto. Andiamo via, forza...».

Paolo Barbuto - Il Mattino - sabato 19 marzo 2011



ecco una bella fotogallery.

Alla prossima, e sicuramente non sarà piena di rifiuti!
bartol0
00martedì 29 gennaio 2013 20:34
Re: la cava di via Emilio Scaglione
CityclassR4, 29/01/2013 17:36:


Alla prossima, e sicuramente non sarà piena di rifiuti!



possibile? c'è più munnezza nel sottosuolo napoletano che a Malagrotta... magari si riuscisse a recuperare qualche cava in uno dei modi suggeriti dallo speleologo della macchina del tempo...

bravo city, aspetto il prossimo episodio [SM=x2819343]
CityN
00venerdì 22 marzo 2013 16:45
Due interessantissimi PDF
Sono entrambi di Napoliunderground, leggeteli per intero!

www.napoliunderground.org//files/La-linea-dei-due-musei.pdf riguardante il quartiere Stella (in particolare Sanità e Vergini)

www.napoliunderground.org/files/Il_sottosuolo_napoletano.pdf sulle problematiche strutturali del sottosuolo napoletano
Na.Samurai
00giovedì 4 aprile 2013 10:39
"Da Palazzo Serra di Cassano alle viscere di Napoli: in viaggio nel tunnel borbonico":

"Napoli - Dalle altitudini dei palazzi della cultura più raffinata all'abisso delle viscere di Napoli. Dove la cultura, la curiosità e la storia, in realtà, non sono meno raffinate del mondo di sopra: è una visita a due facce, quella organizzata ogni sabato.

L'appuntamento è sempre in piazzetta Carolina per un tour che parte dalla magnificenza di Palazzo Serra di Cassano a Monte di Dio, tra lo scenografico scalone progettato da Ferdinando Sanfelice e i luoghi dell'aristocrazia napoletana più "illuminata". Quello che molti non sanno è che proprio dal Palazzo della cultura dell'istituto italiano per gli studi filosofici, c'è un collegamento con la Napoli di sotto.

Giù tra le meraviglie e lo stupore del tunnel borbonico, nel percorso che voluto da Ferdinando II è diventato un passaggio necessario per chi vuole conoscere tutti i volti di Napoli con le cisterne grece e romane, le storie del "munaciello", le aree utilizzate come ricovero durante la guerra, i resti di auto e moto d'epoca.

Un percorso appassionante, sopra e sotto, che si ripete ogni sabato. Prenotazione obbligatoria su www.tunnelborbonico.info "



fonte: www.ilmattino.it/napoli/cultura/napoli_palazzo_serra_tunnel_borbonico/notizie/2627...
Ninconanco81
00martedì 7 maggio 2013 17:14
dnapoli.it/forcella-dal-cantiere-della-metro-rinviene-uno-scheletro-delleta...


maggio 07, 2013
Uno scheletro risalente al periodo romano è stato ritrovato stamattina a Napoli.
L’incredibile scoperta archeologica è avvenuta in via Egiziaca a Forcella, nel corso degli scavi per la realizzazione della metropolitana. Lo scheletro, presumibilmente adulto, è apparso in discrete condizioni.

Immediato l’intervento degli operai del cantiere che, unitamente al contributo degli archeologi, si sono mobilitati per avviare le operazioni di recupero del reperto. Si è proceduti inizialmente al prosciugamento dell’acqua in cui lo scheletro era avvolto e, dopo aver effettuato un’analisi preliminare comprensiva di archiviazione, i periti hanno rimosso i resti.
CityN
00venerdì 13 settembre 2013 17:03
La grande cava di via Nicolardi


Credo sia mooolto interessante.
CityN
00venerdì 13 settembre 2013 17:11
Madeco
00venerdì 13 settembre 2013 17:20
[SM=x2819343]
_Gio'_
00domenica 15 settembre 2013 12:39
Non so quanto sia precisa, ma su facebook ho trovato questa mappa della rete di cunicoli presenti nel centro antico. La rivista su cui è pubblicata dovrebbe essere Focus, se l'occhio non mi inganna.





Questa è la pagina, se a qualcuno interessa.
CityN
00lunedì 13 gennaio 2014 11:22
Sotto via Broggia dovrebbero esserci dei cunicoli, ma anche delle cavità. Per esempio sotto il palazzo inglobato nell'insula della galleria Principe di Napoli, all'angolo nord di via Pessina (palazzo Vittozzi) in una di queste cavità è stata ritrovata una colossale statua di San Gaetano, sul modello di quelle poste sulle porte cittadine. Anzi, è opinione comune che provenga da una delle porte cittadine, ma non si sa quale con sicurezza. Oggi la statua sta nel cortile del palazzo. Poi il fatto che via Broggia soffra per quanto riguarda il manto stradale (avvallamenti e voragini aperte più volte) è ulteriore prova della loro presenza.

Comunque volevo dirvi questo: lo sapevate che a Napoli ci sono (o c'erano, ora non saprei precisamente) degli ipogei ebraici? Si trova(va)no sotto il corso Malta. Dunque, non facciamo gli sboroni sui lavori della tratta orientale della metropolitana! [SM=p2820492]
CRIME 80
00venerdì 17 gennaio 2014 13:53
azz, che sia il ricovero dove si accedeva dalla piazzetta dell'Augusteo? Nelle vecchie foto si vedono gli accessi prima di entrare in funicolare.

Una meraviglia, recuperare il sottosuolo napoletano sarà come avere due città.

Avoglia a fare cose, gallerie d'arte in percorsi sotterrai come questo ad esempio....

CityN
00venerdì 17 gennaio 2014 13:55
È il ricovero davanti la funicolare.
bartol0
00venerdì 17 gennaio 2014 13:59
nel corso di quest'anno dovrebbe venire aperto al pubblico [SM=x2819344]

poi aspetto con ansia che apra il ricovero sotto la Pietrasanta...
CRIME 80
00venerdì 17 gennaio 2014 14:03
tra metro e il sottosuolo che devono aprire unito a quello già aperto, passeremo molto tempo in "corpo" alla città più che in superfice.....
bartol0
00venerdì 17 gennaio 2014 14:08
foto sottosuolo Pietrasanta

www.polopietrasanta.it/gallery/4/Il-sottosuolo


progetto auditorium della basilica

www.polopietrasanta.it/auditorium
CityN
00domenica 19 gennaio 2014 14:27
Bella notizia a riguardo delle cavità di via Broggia. Mostriamo l'articolo:

Napoli, la scoperta: Ritrovate in un antico rifugio di guerra le armi delle Quattro giornate
Il team speleo «La Macchina del Tempo» e Il Mattino sono scesi nelle viscere della città e hanno ritrovato un pezzo di storia


Quando sei lì sotto, trenta metri in fondo alle viscere di Napoli, e nella polvere vedi apparire baionette, proiettili e fucili della seconda guerra, provi un brivido indescrivibile. Quando torni in superficie e scopri che quelle armi erano state conservate dai napoletani che organizzavano le quattro giornate, l’emozione assume la forma dell’entusiasmo, della passione: abbracci da stritolarsi e occhi lucidi, «ti rendi conto? È un pezzo di storia...».

Per spiegare a voi lettori l’emozione del ritrovamento e l’entusiasmo che ne è seguito, è necessario fare un piccolo passo indietro e raccontare quel che è successo ieri a Napoli. Un gruppo di speleologi nel corso di una ispezione all’interno di un antico ricovero di guerra si è imbattuto in un eccezionale ritrovamento: sotto un piccolo cumulo di terra sono stati scoperti fucili e proiettili della seconda guerra mondiale. La scoperta, già di per sé unica settant’anni dopo la guerra, è divenuta ancora più clamorosa dopo aver ascoltato le parole della professoressa Gribaudi secondo la quale l’ipotesi che quelle armi fossero state preparate per la rivolta del popolo napoletano è più che accreditata.
Il ritrovamento è avvenuto in fondo all’antico ricovero di guerra di via Broggia. Ancora oggi c’è l’accesso in fondo all’androne di un palazzo e la discesa attraverso le lunghe rampe di scale è un viaggio nel tempo: al termine della scalinata malridotta e colma di rifiuti, ritorna la Napoli del tempo di guerra. Muri ricoperti di incisioni che ricordano i bombardamenti e la paura, taniche di benzina con l’incisione Us Army, macerie di palazzi ridotti in polvere dalle fortezze volanti. Lì sotto s’infilano gli speleologi della «Macchina del Tempo», l’associazione guidata con entusiasmo e passione da Luca Cuttitta, alla quale s’è rivolta la seconda municipalità per un progetto di verifiche e controlli. I ragazzi si tuffano nel cuore della città e si accertano che non ci siano perdite d’acqua, fratture nel terreno, pericoli imminenti. Se invece quei pericoli ci sono, segnalano tutto e fanno scattare le procedure di sistemazione.

L’altro giorno dentro la pancia della città, c’erano, con Cuttitta, anche Mauro Palumbo, Matteo Scarpato, Mario Cristiano e Luigi De Santo. Dopo aver esplorato il rifugio e averne affrontato una porzione difficile avanzando sui gomiti per superare impossibili strettoie, gli speleo napoletani si sono ritrovati di fronte a un piccolo cumulo di terreno dal quale spuntava un pezzo di cuoio: sembrava un ritrovamento come tanti (un casco, una cintura), invece, scavando in quel cumulo, sono venuti fuori due moschetti M91/38 della seconda guerra, con tanto di baionette e proiettili.

Immediatamente gli speleologi hanno avvisato le autorità. Sul posto sono giunti gli uomini del gruppo Pronto Impiego della Guardia di Finanza, comandato dal tenente colonnello Giuseppe Santonastaso, che hanno seguito gli speleo nel difficile percorso sotterraneo e hanno preso in consegna le armi recuperate sottoterra. Anche se ben conservati, i fucili sono estremamente malridotti, le baionette spezzate, i proiettili sicuramente inermi: i baschi verdi ne hanno segnalato il ritrovamento alla procura della Repubblica e alla Procura Militare e custodiscono i reperti in attesa della conclusione del procedimento.

C’è attesa anche da parte del gruppo della «Macchina del Tempo», la prima idea, subito dopo il ritrovamento, è stata quella di mettere in mostra quegli oggetti per consentire a tutti i napoletani di riscoprire quel pezzetto di passato che, d’improvviso, s’è materializzato nelle viscere della città. Anche perché quelle armi e quel ricovero potrebbero consentire di raccontare un’altra storia, questa volta con un protagonista.

A pochi metri dalle armi, infatti, c’è una incisione sul muro «Marmo Felice, artigliere Battaglione 815», e sotto un’altra iscrizione «Sottufficiale scorta convogli Secondigliano». A partire da questi dati il leader del gruppo di speleologi, Luca Cuttitta, lancia il suo appello: «Chi ha notizie dell’artigliere Felice Marmo si faccia vivo con noi, anche tramite Il Mattino. Se è lui il soldato che ha lasciato lì le armi, la famiglia potrebbe raccontarci la sua vicenda e consentirci di aggiungere un tassello alla storia delle quattro giornate di Napoli».

Una storia meravigliosa e appassionante che ancora oggi riesce ad essere viva e a ripresentarsi agli occhi della città che si emoziona di fronte a quel moschetto, simbolo di reazione, rivincita, rivolta

Paolo Barbuto - 19 gennaio 2014

Fab_laboratorionapoletano
00mercoledì 19 marzo 2014 22:31
Il tunnel borbonico cambia nome...
... in galleria borbonica... pare per problemi di © in una disputa fra associazioni che curano il sottosuolo partenopeo... almeno...così ho capito ascoltando l'intervista a chi cura il percorso sotto monte Echia:
www.laboratorionapoletano.com/2014/03/il-tunnel-borbonico-cambia-nome...
basilisco87
00domenica 6 aprile 2014 23:24
questa mattina ho partecipato da volontario alla campagna di scavi all'interno della galleria borbonica per liberare dai detriti una delle tante cisterne dell'acquedotto che la galleria incrocia.
Un'esperienza davvero affascinante (e stancante).
Gjemon
00lunedì 7 aprile 2014 01:36
Azz complimenti! Io non so se ce la farei, non sono un claustrofobico certificato ma gli spazi stretti non mi mettono a mio agio
bubolazza
00lunedì 7 aprile 2014 14:15
Re:
basilisco87, 06/04/2014 23:24:

questa mattina ho partecipato da volontario alla campagna di scavi all'interno della galleria borbonica per liberare dai detriti una delle tante cisterne dell'acquedotto che la galleria incrocia.
Un'esperienza davvero affascinante (e stancante).




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