Per carità, non tiriamo fuori il lungomare pure qua, si parla di Centro Direzionale.
paolo.pfdl1984, 12/09/2013 10:39:
Augusto1, 10/09/2013 23:36:
Quali?
La tua su tutte non tanto di ambito estetico, legittima, de gustibus, ma sull'opportunità di un cluster di grattacieli che sarebbe in contrasto con il panorama.
Le città non sono totem e bisogna rispondere alle esigenze dei cittadini.
Un certo conservatorismo è quantomai deleterio soprattutto se fatto in un ottica di sviluppo, alcune città hanno costruito la loro fortuna su uno scarso rispetto del passato e una discutibile propensione al futuro come ad esempio Londra.
Eppure Londra è una città che attira investimenti e turisti da tutto il mondo, considerando lo stato di immobilismo di questa città ritengo che certi discorsi siano pretestuosi e che di fondo piaccia o no il CD è stata l'unica grande opera architettonica di Napoli degli ultimi 30 anni, tutti gli altri progetti sono rimasti a metà o peggio ancora sembrano chimere irraggiungibili.
In una zona di ampio degrado storico come quella qualsiasi iniziativa che possa portare economia e sviluppo è una manna. Inoltre non impatta con il cuore storico e con le zone maggiormente riconoscibili napoletane e ponendosi ai margini non è di alcun fastidio.
Anche Parigi ha adottato soluzioni di cluster periferici, quindi si può discutere i modi ma non il se, soprattutto se parliamo di zone adibite al nulla.
E se ci sarà questo ampliamento sarà a dir poco una benedizione.
Qui ti quoto parola per parola.
Sono 30 anni che non si attua un progetto urbanistico di così ampio respiro, a Napoli, e questo purtroppo è sintomatico di tutti i problemi che attanagliano la città (malagestione, crisi economica a livello locale prima e nazionale poi, immobilismo, ostruzionismo e così via), perchè ci sono due aree che proprio di un progetto di ampio respiro avrebbero bisogno (Bagnoli da una parte e Napoli Est dall'altra).
paolo.pfdl1984, 12/09/2013 14:10:
Rispondo con piacere al tuo intervento perchè hai fatto delle osservazioni interessanti soprattutto su Londra che quoto al 1000% e proprio perchè la pensiamo uguale penso che tu possa comprendere il mio pensiero.
Una città come Londra anche a me a primo acchitto non ha fatto impazzire, anzi ha fatto rabbia, eppure notavo come il suo essere viva ne sia il motore della sua economia e della sua identità, anche turistica. Il bello da solo non crea vivibilità, non crea nemmeno turismo se per questo, ma sono i servizi, le attività e le attrattive che danno ad una città la sua identità e la sua vitalità.
Per quanto Londra sia brutta, ci sta poco da dire, è tremendamente interessante, seducente e ricca di attrattive, proprio perchè è una città dinamica dove le cose si fanno.
Lungi da me paragonare Napoli a qualsiasi capitale europea, era solo per dire che stiamo ancora piangendo per l'hotel Ambassador senza renderci conto che i cambiamenti in una città devono essere fatti in relazione ad uno sviluppo economico.
Se a Bagnoli non si muove una pietra da 20 anni è perchè, dall'alto, si è fatto un progetto magari bellissimo sulla carta ma antieconomico tanto che gli imprenditori se ne tengono alla larga.
Bisogna cambiare prospettiva e tendere allo sviluppo della città non guardando al suo passato, nè ispirandosi ad utopie futuristiche ma partendo dalle esigenze e soprattutto dal mercato.
Se un'opera è considerata economicamente vantaggiosa in pochi anni si porta a termine, se si facesse un piano Bagnoli ascoltando i vari costruttori e addetti ai lavori, magari cambierebbe, forse sarebbe meno attrattivo, meno verde e meno fuffa, sarebbe un compromesso ma di sicuro avremmo un polo attrattivo economico e quando gira l'economia gira anche il turismo ci sta poco da fare.
La speculazione edilizia degli anni 60 è un'altra cosa, rispondeva ad esigenze vitali, non creava nulla in prospettiva, anzi l'esatto contrario.
Per questo dico, bisogna osare purchè le cose che si costruiscano siano inserite in un circuito economico.
Il CD ha tutte queste caratteristiche, è ben collegato, ha problemi di svincoli autostradali ma si potrebbe ovviare abbastanza agevolmente, ma si arriva subito. Esistono parcheggi interrati ma anche intorno l'area, è una zona che raggruppando tutta una serie di uffici e relativi servizi è estremamente comoda e infatti ha generato un'economia.
Purtroppo ha molte storture dovute al suo essere incompleto, ma si sta operando in tal senso......almeno sembra.
Per questo dico 10 100 CD, avercene di progetti simili senza ovviamente intaccare il centro e le zone più caratteristiche di Napoli.
E pazienza se da qualche angolazione non vedremo bene "o'vesuvio" ci sposteremo altrove oppure ci abitueremo alla vista di qualche grattacielo produttivo dopo che ci siamo abituati a vedere colate di cemento orribili "improduttive" se non per pochi speculatori.
Qui ti quoto solo in parte, proprio ricollegandomi alle esigenze di Bagnoli.
Il progetto previsto dal PUA, come dici tu, si rivela essere antieconomico per l'accozzaglia di cose che ci si voleva infilare dentro: gli studi televisivi, il parco sportivo, il centro benessere, l'area concerti, l'ospedale delle tartarughe, il centro di ricerca universitario, gli alberghi, la spiaggia, i lidi balneari, il porticciolo turistico... ci mancavano lo stadio, l'ospedale, la chiesa, il parco divertimenti, e non mancava più niente.
L'abbiamo detto e ripetuto tante che l'area avrebbe dovuto puntare su un'unica cosa, la vocazione turistica e balneare determinata dalla presenza di un litorale paesaggistico secondo solo a quello di via Caracciolo, seguendo, per dire, il modello di Mondello, con in più un unico, grande attrattore turistico di contorno, che poteva essere, tanto per dire, un acquario.
Stop.
Allo stesso modo, per Napoli Est, occorrerebbe puntare su un'unica cosa, ovvero darle un'impostazione produttiva, trovare il modo di richiamare investitori che vengano a inserirsci centri di produzione di qualsiasi tipo, anche offrendogli un regime fiscale agevolato per indurli a venire.
Per quanto riguarda gli investitori, c'è anche da dire che ci sono investitori e investitori, ci sono investitori accattoni che sono quelli che non hanno alcuna lungimiranza, pensano al ritorno immediato e sono quelli che hanno devastato la città negli anni '60, e ci sono investitori seriamente interessati a imporre dei modelli di sviluppo che portino un ritorno non solo nell'immediato, ma anche nel lungo periodo, tanto alle loro tasche quanto a quelle della città/collettività.
E' ai secondi che bisogna ascoltare, estromettendo del tutto i primi.
Così si deve arrivare al compromesso, come dici tu paolo, altrimenti non c'è proprio da discuterne, ci ritroveremmo davanti la situazione del Vomero, o di Soccavo.