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Palavesuvio, sequestrate le palestre. Restano senza casa tremila atleti
Altra giornata difficile per lo sport napoletano. Ieri pomeriggio la polizia ha chiuso l’intera area del Palavesuvio di Ponticelli su disposizione della Procura della Repubblica, facendo uscire, nel corso dell’attività, i ragazzi impegnati nelle tre palestre di pallacanestro, pallavolo e judo. La Procura ha reso esecutivo un esposto dei vigili del fuoco, che denunciano il mancato rispetto delle norme di sicurezza (soprattutto carenza di uscite di sicurezza e fili elettrici scoperti).
Lo scorso maggio gli stessi vigili avevano concesso 180 giorni al Comune di Napoli, proprietario della struttura, per adeguare le palestre e dare l’agibilità per ospitare eventi pubblici. Non avendo ricevuto i riscontri necessari, si sono rivolti ai giudici. «Abbiamo già fornito le carte necessarie alla Procura, sperando che si possa riaprire quanto prima – dice l’assessore comunale allo Sport, Ciro Borriello – I 180 giorni per mettere a norma il Palavesuvio non sono ancora scaduti, non c’erano gli estremi per fermare le attività sportive».
Palavesuvio sequestrato, tremila atleti senza casa
Il Palavesuvio è un impianto che comprende quattro palestre. La più grande è il palasport indoor con pista d’atletica, che nel 2008 ospitò l’incontro di Fed Cup di tennis tra l’Italia di Flavia Pennetta e la Spagna. Una festa che si trasformò in figuraccia internazionale quando le infiltrazioni dal tetto provocarono una chiazza umida sulla riga di fondo campo, costringendo l’arbitro a sospendere il match per un’ora. Dopo varie vicissitudini, la palestra oggi è chiusa.
Le tre palestre sgomberate ieri sono state invece concesse ad uso esclusivo dal Comune di Napoli alla Dike Napoli Basket, alla Federazione pallavolo e alla Nippon Judo dei fratelli Parlati. «Sono bomboniere perfettamente funzionanti, che ospitano circa tremila ragazzi al giorno – spiega l’ex presidente del Coni Napoli, Amedeo Salerno – Purtroppo lo sport a Napoli sta diventando una tragedia, la legge regionale è stata approvata tre anni fa ma non è stato stanziato neppure un euro».
In città sono chiuse anche le piscine della Mostra d’Oltremare ed il Palabarbuto, la Scandone sopravvive con finanziamenti provvisori ed al Collana resta una situazione di stallo nella guerra Regione-Comune: ieri la consigliera Pd Valeria Valente ha chiesto all’assessore Borriello la documentazione relativa ai bilanci e all’agibilità. Il problema della chiusura degli impianti è soprattutto sociale: «Cacciandoci dalle palestre hanno provocato un danno a noi, che siamo tra le poche società che possono vantare atleti campioni del mondo, ma soprattutto ai giovani di Ponticelli», denuncia Nello Parlati della Nippon.
«Chiudendo, si costringono centinaia di giovani a rinunciare allo sport e si danneggiano gli allenatori e gli addetti che fanno sport per poche centinaia di euro di rimborso spese. La querelle vigili-Comune? I primi hanno sollecitato più volte l’intervento di Palazzo San Giacomo, invano. Avremmo voluto effettuare i lavori da soli, ma non abbiamo la titolarità per farlo. Ora la struttura verrà vandalizzata e ci vorranno grosse somme per riaprirla». Per il presidente della Federvolley campana, Ernesto Boccia, c’è un attacco preordinato a tutte le strutture sportive di Napoli: «Come uomini di sport siamo rammaricati, prima lottavamo per portare grandi eventi in città, oggi per far sì che i bambini possano giocare».
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