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Viva la napoletanità

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2018 18:50
07/05/2015 20:38
 
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molto bella il video e tutta l'iniziativa
13/05/2015 11:37
 
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Alberto Angela è letteralmente entusiasta di Napoli.

«Ho 53 anni e ci vengo da quando ne avevo 14. Non posso quindi dire che per me sia stata una sorpresa. Insomma, l’ho sempre saputo che Napoli è una capitale, e che nella sua storia si è trovata tantissime volte all’avanguardia. Eppure, è stata un’esperienza magnifica. E alla fine penso che per Ulisse abbiamo fatto un buon lavoro. Del resto ci eravamo riproposti di guardare la città in una luce il più possibile diversa, battendo strade anche nuove. E certo non era facile».

In che senso?
«Sapevo che doveva essere una puntata dedicata tanto ai napoletani quanto ai non napoletani. Se, come me, non sei napoletano, descrivere Napoli non è facile. E infatti, costruendo la puntata, ci siamo accorti del fatto che fatalmente avrebbe finito per avere un doppio volto. Da un lato, dovevamo pensare ai non napoletani, cercando però di puntare anche sulle cose meno famose, adottando insomma quella che io chiamo la prospettiva del quarto giorno, cioè un giorno in più dei canonici tre dei week end turistici. L’idea, semplice, era quella di far vedere ai non napoletani anche tante bellezze che di solito ci sfuggono».



E quanto ai napoletani?

«Era importante, e inevitabile, parlare anche a loro. Trovare un modo per sollecitare il loro orgoglio civico. Napoli possiede cose così incredibili che, se si trovassero in qualsiasi altra città d’Europa, se ne parlerebbe ogni giorno. Per citare una cosa molto celebre: il Cristo velato, opera di un artista che di sicuro non ha la notorietà di un Michelangelo o di un Canova, è qualcosa di veramente stupefacente. E così è la Farmacia degli Incurabili, o il Museo di mineralogia. O la Stazione Dohrn, che non è solo un acquario, come lo chiama la gente di qui, bensì un centro iperspecializzato unico al mondo, in cui si studia specificamente il golfo di Napoli. E di cose così ce ne sono talmente tante che alla fine uno, magari anche un napoletano, non riesce mai a vederle tutte».

Ho letto le sue dichiarazioni sulla sua pagina ufficiale: la sua risposta ai tanti che le hanno scritto, e ai quali ha detto di aver scoperto a Napoli «qualcosa che rimarrà a lungo nell’anima».
«Lì parlo da un punto di vista più personale. E dico che questa esperienza ha veramente emozionato tutti noi di Ulisse. Il calore dei napoletani mi ha davvero impressionato. Lo so: può sembrare un luogo comune, però è così. È come se ci avessero adottato, è come quando senti che qualcuno ti vuol bene fin da subito: un percepirsi immediatamente accolti. E poi mi hanno colpito i giovani. Ho visto questi gruppi di volontari, ragazzi che si danno da fare per riportare alla luce strutture dimenticate, come giù alla villa della Gaiola. Sono giovani archeologi che hanno scoperto un calidarium di un genere che non avevo mai visto, tale da meritare una puntata a parte. È proprio bello vedere che ragazzi come quelli, facendo sacrifici, incontrando difficoltà burocratiche, logistiche, amministrative, con tenacia vanno avanti. E ti viene da pensare a quanto Napoli potrebbe e saprebbe offrire. Tantissimo».

C’è un aggettivo che lei ripete spesso parlando della nostra città: unica.

«Ma sì. Perché Napoli continua ad avere un’identità fortissima. Replicata e direi protetta dalle generazioni che si susseguono. A Roma, qualcosa di simile si può trovare ancora solo a Trastevere o a Testaccio. Altrove si è del tutto dissolta. A Napoli si rigenera. È come se non fosse una città, bensì un’unica grande famiglia».

Posso dirle che tanto entusiasmo da parte sua mi fa molto piacere, ma che vedere Napoli è cosa un po’ diversa dal viverci?
«Capisco. Le ferite di Napoli, le sue problematicità le conosciamo tutti. La mia, comunque, è l’impressione di una persona che ha viaggiato molto nel mondo, e che sa che non esistono città senza ferite né senza problemi. Una persona che dovunque vada si mette anche a guardare come vive la gente. E qui la gente ha un calore unico. Altrove si perde il senso di comunità, non ci si parla più; qui ti càpita d’incontrare gente che, mentre cammina, fischietta o canta. Credo che il valore di una città lo vedi nello sguardo delle persone».

Fino al terzo, fino al quarto giorno. E dopo? Che cosa potrebbe succedere il sesto giorno?
«Tutto è possibile, per carità. Perciò direi che a Napoli bisogna arrivarci già un po’ smaliziati. Dopodiché, non si può non restarne innamorati. Guardi: un nostro operatore è di Fuorigrotta (i sospetti cadono su Madeco), lavoriamo insieme da vent’anni, e da lui ho assorbito nel tempo tanto entusiasmo napoletano. Questa esperienza che abbiamo fatto insieme mi induce a dargli ragione fino in fondo, e su tutta la linea».
[Modificato da Ninconanco81 13/05/2015 12:02]

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

13/05/2015 13:43
 
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:applausi:

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Salutandovi indistintamente..

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28/08/2015 09:35
 
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28/08/2015 10:00
 
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Lavezzi tie sta serenata è pe te
28/08/2015 11:13
 
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Ma perché, Lavezzi va all'Inter...?
28/08/2015 12:05
 
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Lui avrebbe accettato ma il psg non vuole i pagherò dell'inter ma il cash
29/08/2015 00:07
 
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Che grande.. immenso.


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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

23/11/2015 16:51
 
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21/12/2015 19:53
 
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“Storie di Napoli”: da pagina Facebook di successo a libro su fatti e leggende partenopei

Vorrei segnalare un bella cosa che parla di amore per la nostra città ed entusiasmo giovanile.

Qualcuno magari conosce già questa pagina web: storienapoli.it/

O forse la relativa pagina facebook: www.facebook.com/storienapoli/?ref=ts&fref=ts

Storie di Napoli è nata dall'idea del mio amico Federico Quagliuolo, (fra l'altro iscritto a questo forum con il nick di Qualer), il quale, coadiuvato da una squadra di giovani napoletani, tutti studenti universitari con la passione della fotografia e del giornalismo, ha deciso di raccontare le storie, le leggende e le curiosità della nostra città, accompagnandole di scatti d'autore.

Questa avventura, iniziata per caso sul web (prima su facebook, poi anche con un sito dedicato) oggi è culminata nel Borgo di Antignano con la presentazione del loro libro, edito da Spazio Cultura Italia. Raccoglie alcune delle storie più belle tratte dalla pagina, corredate da illustrazioni disegnate da altrettanti volentierosi ragazzi .





Trovo sia un bel modo di divulgare una sana napoletanità, ancorata sulle nostre tradizioni, e basata sulla volontà di diffondere la conoscenza della città ed in generale l'amore per Napoli.

E visto che siamo sotto Natale, chissà che qualcuno non possa trovare in questo libro anche un'idea regalo originale :)


[Modificato da Lukacs27 21/12/2015 20:06]

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«I napoletani non hanno voluto giudicarmi a ragion veduta; io però ho la coscienza di avere fatto sempre il mio dovere, ad essi rimarranno solo gli occhi per piangere» cit. Francesco II delle Due Sicilie (1861)
21/12/2015 20:19
 
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Re:
Giap1, 28/08/2015 10:00:

Lavezzi tie sta serenata è pe te



solo il fatto di aver osannato un mercenario come lavezzi ed aver fischiato un giocatore come cavani nella stessa partita fa capire il livello medio del tifo napoletano


04/03/2016 13:12
 
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L'arte della pizza candidata dall'Italia all'UNESCO per la lista del patrimonio immateriale.
27/06/2016 22:34
 
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se ne va un mito, ciao bud
27/06/2016 23:36
 
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:( :( :(
28/06/2016 00:45
 
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Admin
Se ne va un grande, in tutti gli aspetti, ciao Bud! :cry:

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https://projecteuler.net/profile/Gjemon.png
28/06/2016 08:02
 
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:cry:
07/07/2016 10:59
 
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San Pellegrino e Vanity Fair - Napoli O' Core Underground from Ivano Scuderi on Vimeo.



"La napolitudine"


Napoli continua a fare branding: non solo d&g...
07/07/2016 12:51
 
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bellissimo questo video!

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04/11/2016 14:30
 
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Grande novità firmata dai pizzaiuoli riuniti nell’Associazione Verace Pizza Napoletana (nata nel 1984, oggi conta oltre mille affiliati in Italia e nel mondo) a Capodimonte.

L'Associazione ha infatti lasciato la vecchia sede alla volta di una struttura polifunzionale ospitata al limitare del Reale Bosco di Capodimonte dove nascerà una vera e propria università della pizza.

Il campus dovrebbe essere pronto a dicembre: ben 600 metri quadri dove ospitare forni a legna, elettrici e a gas, aule didattiche, uno show room espositivo, una sala conferenze e alloggi.

Tanti nuovi master proposti dall’Associazione: non solo napoletana verace, ma anche pizza in teglia e sperimentazioni gourmet.

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