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Vesuvio

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2020 11:30
03/06/2013 15:58
 
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Bel thread.

Uno sui vulcani lo volevo aprire da tempo, quindi ringrazio Antonio per il bellissimo spunto per iniziare una conversazione importante sui fenomeni vulcanici campani.

Attualmente abbiamo la Protezione Civile che ha ridisegnato le aree a rischio vulcanico al Vesuvio, e la Commissione Grandi Rischi che ha preparato un dossier sui Campi Flegrei (devo vedere se lo riesco a reperire, sono curioso di sapere cosa hanno scritto in merito).

Cosa abbiamo al Vesuvio: innanzitutto l'area rossa è stata ridisegnata


In pratica è stata allargata rispetto alla vecchia zona rossa tenendo conto dei flussi piroclastici di una media eruzione.

Appunti da fare al piano:

1) ancora non è stata spiegata la virgola di Nola (quella striscia corrispondente al comune di Nola compresa nella zona rossa). La spiegazione che mi sono dato, dato che è una mappa di rischio, è che conta il grosso contributo dato dal valore esposto del complesso CIS/Interporto/Vulcano Buono (per spiegarlo bisogna fare tutta una digressione sul concetto di rischio).

2) viene considerata la media eruzione attesa (cioè quella del 1631) e non l'evento storico a più alta energia (ovvero le pomici di Avellino, le cui colate piroclastiche interessarono anche l'area di Aversa). Quando si elaborano piani di rischio mi hanno sempre spiegato che va considerato l'evento a massima energia presente nello storico della regione considerata, e non quello più probabile. Probabilmente, considerare l'evento a massima energia (che ha comunque una probabilità di accadimento bassissima) richiede un dispiegamento di energie, fondi, uomini e mezzi troppo grande per un sistema Italia quasi al collasso.

Passiamo al piano vero e proprio: al momento, che io sappia, le ultime prove di evacuazione vennero fatte negli anni novanta e solo su di un campione di popolazione molto ristretto; inoltre la popolazione, anche se in diminuzione nei comuni della fascia costiera, è in aumento nei comuni dell'arco di anello interno, cioè quello che dà sul Somma.

Il problema vero è il seguente: l'area vesuviana (così come quella flegrea) è troppo popolata. Qualsiasi piano rischia di essere inefficace se non si allenta la pressione demografica in queste zone.

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