- TYLER -, 17/02/2012 12.31:
«ll dialetto napoletano sparirà» Scontro sull’allarme Unesco
www.ilmattino.it/articolo.php?id=181811&sez=NAPOLI
l'autore dell'articolo secondo me è un po' confuso. Agita con orgoglio il numero di parlanti del napoletano per dire "siamo qui e siamo tosti nessuno è come noi mettetevelo in testa mettetevelo in testa clap clap clap" ma poi è egli stesso a parlare dei criteri di "salute" degli idiomi: numero dei parlanti, trasmissione intergenerazionale, percentuale dei parlanti rispetto alla popolazione totale di un territorio, la versatilità, l’adattamento ai media, l’esistenza di opere letterarie, l’uso in documenti ufficiali, il tipo e alla qualità dei documenti e, infine, la considerazione che gli stessi parlanti hanno della propria lingua.
Ora, lasciando perdere il fatto che siamo parecchi milioni a parlare -come sostenevo prima- una lingua assolutamente imbastardita, quanti di noi hanno detto: "caspita io quella vecchietta che parlava in dialetto stretto non riuscivo nemmeno a capirla"? Questo la dice lunga su versatilità e percentuale di popolazione totale che parla
correttamente la sua lingua senza influssi scolastici italiani. Di che tipo è il napoletano che si parla nei film e telefilm? Quante opere letterarie OGGI vengono scritte in un napoletano corretto come quello di Di Giacomo? Anzi ci sarebbe da chiedersi persino in che percentuale di questi 7 milioni sa scrivere correttamente in grammatica napolitana. Chi è che oggi fa colloqui parlando in napoletano invece che in italiano? Che considerazione abbiamo della nostra lingua se pensiamo che un politico che parla con una nostra cadenza troppo pesante sia giustamente un imbecille ignorante?
Io vorrei far notare queste cose a quei talebani di insorgenza civile... quando dicono che non siamo italiani. Noi ormai siamo più italiani che "napolitani" per come lo intendono loro guardando con nostalgia a qualche secolo fa, è lo stato di salute della nostra stessa lingua a dirlo.
[Modificato da Niemals 17/02/2012 13:19]
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[...] Il mio paese mi fa male in questi empi anni,
per i giuramenti non mantenuti,
per il suo abbandono e per il destino,
e per il grave fardello che grava i suoi passi. [...]