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Il Cielo di Napoli

Parlar napoletano

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    granpacco
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    00 16/02/2012 22:56
    Re: Re:
    1799, 16/02/2012 22.52:




    ha la stessa etimologia di "bagascia", deriva dall'arabo "bagash", attraverso il francese "bajasse" ;)



    [SM=x2819650]


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    1799
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    00 16/02/2012 22:57
    Re:
    CRIME 80, 16/02/2012 22.56:

    " mo me ruttu e giarretelle" diaciamo noi, per indicare che mo stai esagerando. Giarretelle lo usiamo che per le piccole brocche, "piglia e giarretelle" come usiamo ancora il termine giarra per indicare la brocca con l'acqua. Mentre adesso non ricordo bene, ma stoipiando la parola giarra, si indicavano ache i contenitori di terracotta dove ai tempi si metteva l'olio. "u giarretone, o giarrettiere, devo chiedere a mio padre.



    trovo interessantissimo il fatto della diversa accezione delle espressioni a seconda dei luoghi.

    noi invece diciamo " se so' rott' 'e giarretelle", per dire che due persone hanno irrimediabilmente litigato.


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    1799
    Post: 9.784
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    00 16/02/2012 23:01
    uagliu', un'altra parola napoletana che deriva dall'arabo è guallera, pronuncia 'uallera, dall'arabo wadar, che significa appunto ernia.
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    CRIME 80
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    00 16/02/2012 23:04
    e interessante il dialetto. Cambia di zone a zone. Interessante vedere il Puteolano diverso dal Napoletano. Diverso e ancora quello che si parla a Torre Annunziata, anche mia zia ad Afragola "mbroscinava" il Napoletano con quello del mio Paese.

    "Mbroscina" viene usato nel Napoletano per indicare "mischiare"?

    Non mbroscinà e carte.....
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    1799
    Post: 9.784
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    00 16/02/2012 23:04
    è interessante che molte parolacce o comunque parole dispregiative napoletane derivino dall'arabo.

    anche ciofèca deriva dall'arabo šafèq, che significa bevanda corrotta, noi infatti utilizziamo il termine per definire 'na chiàveca 'e cafè. [SM=x2819346]
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    1799
    Post: 9.784
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    00 16/02/2012 23:05
    Re:
    CRIME 80, 16/02/2012 23.04:

    e interessante il dialetto. Cambia di zone a zone. Interessante vedere il Puteolano diverso dal Napoletano. Diverso e ancora quello che si parla a Torre Annunziata, anche mia zia ad Afragola "mbroscinava" il Napoletano con quello del mio Paese.

    "Mbroscina" viene usato nel Napoletano per indicare "mischiare"?

    Non mbroscinà e carte.....




    no, da noi " 'mbruscinà" significa "strofinare.
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    CRIME 80
    Post: 6.097
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    00 16/02/2012 23:06
    altra cosa. Voi dite i CCart, spesso mettete le doppie a cominciare la parola e la fate finire senza chiuderla.

    noi non mettiamo mai le doppie e chiudiamo sempre.
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    CRIME 80
    Post: 6.097
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    00 16/02/2012 23:11
    Re: Re:
    1799, 16/02/2012 23.05:




    no, da noi " 'mbruscinà" significa "strofinare.




    azz, da noi ancora lo sento dire " non Mbroscinà miezu munnu" per dire non mischiare mezzo mondo.

    Calchiamo assai la u, mentre la doppia T seguita dalla R, la pronunciamo come i Siciliani. Tipo quattro ho notato che ci viene fuori come i siciliani, non lo scrivere però

    [SM=x2819346]
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    granpacco
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    00 16/02/2012 23:15
    Re:
    CRIME 80, 16/02/2012 23.06:

    altra cosa. Voi dite i CCart, spesso mettete le doppie a cominciare la parola e la fate finire senza chiuderla.

    noi non mettiamo mai le doppie e chiudiamo sempre.



    no diciam "e" ccart


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    1799
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    00 16/02/2012 23:15
    Re:
    CRIME 80, 16/02/2012 23.06:

    altra cosa. Voi dite i CCart, spesso mettete le doppie a cominciare la parola e la fate finire senza chiuderla.

    noi non mettiamo mai le doppie e chiudiamo sempre.




    'e ccart', comunque sì, è come dici.

    comunque un suggerimento a tutti.

    se cercate l'etimologia di una qualsiasi parola napoletana, andate su google, digitate la parola e fate seguire dalla stessa il termine "brak", vi darà il link a questo sensazionale blog

    lellobrak.blogspot.com

    vi si aprirà un intero universo, io sto uscendo pazzo.
    [Modificato da 1799 16/02/2012 23:15]
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    1799
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    00 16/02/2012 23:20
    Cazzimma: malevola furbizia prevaricante di colui o coloro che vessa/no i meno dotati fisicamente e/o moralmente al fine di sopravanzarli e godere dei frutti conquistati marmaldeggiando.

    [SM=x2819658]

    oddio ho le lacrime, me lo metto nella signature!
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    flapane
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    00 16/02/2012 23:28
    Chi era che lo diceva, Siani? :D
    "cos'è la cazzimma?"
    "nun t'o ddic'... chest' è a cazzimm' "

    __________________________

    Visit my site www.flapane.com
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    CRIME 80
    Post: 6.097
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    00 16/02/2012 23:39
    qualcuno su SSC parlava del fatto che con il tempo il dialetto vada a scomparire.

    Se se, io lo vedo con i miei nipoti. La più grande ha 10 anni, tutti accorti a parlare con loro in Italiano, e infatti lo parlano bene, tutti.

    Poi succede che la poesia per la recita e in napoletano, poi crescendo faranno qualche commedia teatrale con la parrocchia in napoletano, le sagra locali con i prodotti e la lingua locale, la musica, i detti, le cose da mangiare, in ogni cosa torna il dialetto.

    E successa la stessa cosa anche a me. E un patrimonio culturale enorme, io invidio chi riesce a scrivere e parlare bene il propio dialetto. E come conoscere un'altra lingua, e ditro tutti sti termini strani si celano secoli di storia, di popoli. Che bello!
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    1799
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    00 16/02/2012 23:45
    Ricuttaro.

    Da sempre il lenocinio è stato praticato da piccoli furfantelli e/o camorristi; temporibus illis (fine ‘800) i piccoli furfanti e/o camorristi erano arrestati e spesso finivano sotto processo con minaccia di pena certa; durante tali processi furfanti e camorristi erano difesi da avvocati che (se non appartenenti alla camorra) esigevano congrue parcelle. All’uopo provvedevano i compagni (piccoli furfanti e/o camorristi) dei detenuti che procedevano ad una questua piú o meno vessatoria tra i piccoli commercianti e bottegai che aprivano i loro esercizi o nel rione in cui operavano i furfanti/camorristi finiti sotto processo o anche nelle strade adiacenti il tribunale o le carceri. Tale questua finalizzata fu detta ‘a recoveta (la raccolta); da recoveta a recotta il passo è breve ed ancora di piú lo è da recotta a recuttaro/ricuttaro di modo che con l’espressione fà ‘a recotta (fare la ricotta) non si significò produrre il tipico gustoso latticino ricavato dal latte vaccino o piú opportunamente di pecora, ma si indicò l’azione di coloro che facessero quella vessatoria raccolta rammentata , e giacché poi quei medesimi raccoglitori spesso si dedicavano al lenocinio e sfruttamento della prostituzione, furono indicati con la voce ricuttaro/recuttaro voci che estensivamente furono ed ancora sono in uso nel napoletano per indicare chiunque sfrutti qualcuno in qualsiasi campo.

    lellobrak.blogspot.com/2012/01/ricuttaro.html

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    Niemals
    Post: 321
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    00 17/02/2012 01:34
    persino un verbo fondamentale per il parlato come "andare" da noi ha un'origine greca, cioè "jamme" che ha origine nella forma ἵεμι

    edit: in realtà avrei dovuto scrivere jí, che sarebbe l'infinito di andare in napoletano, jamme naturalmente è la prima persona plurale, ma era per rendere al meglio la "discendenza greca" del termine [SM=x2819672] non sono d'accordo con la discendenza dall'ire latino.

    Comunque c'è una lunga discussione sul fatto che sarebbe grammaticamente corretto scrivere jí piuttosto che ji' [SM=x2819346] se volete copio_incollo... dimostrazione ulteriore che pure la "lingua napoletana" è ormai lingua morta, noi parliamo qualcosa di enormemente imbastardito rispetto già a pochi decenni fa, ormai siamo ampliamente italianizzati nella vita di tutti i giorni.
    [Modificato da Niemals 17/02/2012 01:42]

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    [...] Il mio paese mi fa male in questi empi anni,
    per i giuramenti non mantenuti,
    per il suo abbandono e per il destino,
    e per il grave fardello che grava i suoi passi. [...]
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    basilisco87
    Post: 1.775
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    00 17/02/2012 01:41
    Re: Re: Re:
    granpacco, 16/02/2012 22.42:



    Ti posso assicurare che nelle nuove generazioni spagnole l'inglese è parlato in maniera perfetta altro che Italia ci mettono proprio a figurella






    ti posso assicurare il contrario :)

    CRIME 80, 16/02/2012 22.48:


    Vac e pressa, il vado di fretta, in Spagnolo "pressa" non e fretta?


    sì, si dice "prisa"

    Il napoletano tra l'altro somiglia moltissimo al catalano che è proprio un mix di spagnolo e francese

    [Modificato da basilisco87 17/02/2012 01:47]
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    Niemals
    Post: 321
    Registrato il: 14/02/2012
    00 17/02/2012 01:49
    se volete qua: www.na1926.net/forum/index.php/forum/29-meridionalismo/ ci sono diversi miei amici che si sono già interessati di queste cose, se volete dare uno sguardo...
    a dire il vero mi piacerebbe pure una sorta di "gemellaggio" fra i forum, una qualche forma di collaborazione al punto che inizialmente avevo pure accennato la cosa a qualcuno dello staff di lì, ma ora come ora credo che sia una cosa da valutare più avanti visto che questo forum è nato da così poco, mi sembra giusto che ci sia almeno il tempo di respirare [SM=x2819344]

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    - TYLER -
    Post: 3.441
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    00 17/02/2012 12:31
    «ll dialetto napoletano sparirà» Scontro sull’allarme Unesco

    www.ilmattino.it/articolo.php?id=181811&sez=NAPOLI
    [Modificato da - TYLER - 17/02/2012 12:31]

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    " Un pesce morto può solo seguire la corrente.Soltanto uno vivo riesce ad andarci contro. "

    - William Claude Fields -
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    Niemals
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    00 17/02/2012 13:16
    Re:
    - TYLER -, 17/02/2012 12.31:

    «ll dialetto napoletano sparirà» Scontro sull’allarme Unesco

    www.ilmattino.it/articolo.php?id=181811&sez=NAPOLI




    l'autore dell'articolo secondo me è un po' confuso. Agita con orgoglio il numero di parlanti del napoletano per dire "siamo qui e siamo tosti nessuno è come noi mettetevelo in testa mettetevelo in testa clap clap clap" ma poi è egli stesso a parlare dei criteri di "salute" degli idiomi: numero dei parlanti, trasmissione intergenerazionale, percentuale dei parlanti rispetto alla popolazione totale di un territorio, la versatilità, l’adattamento ai media, l’esistenza di opere letterarie, l’uso in documenti ufficiali, il tipo e alla qualità dei documenti e, infine, la considerazione che gli stessi parlanti hanno della propria lingua.

    Ora, lasciando perdere il fatto che siamo parecchi milioni a parlare -come sostenevo prima- una lingua assolutamente imbastardita, quanti di noi hanno detto: "caspita io quella vecchietta che parlava in dialetto stretto non riuscivo nemmeno a capirla"? Questo la dice lunga su versatilità e percentuale di popolazione totale che parla correttamente la sua lingua senza influssi scolastici italiani. Di che tipo è il napoletano che si parla nei film e telefilm? Quante opere letterarie OGGI vengono scritte in un napoletano corretto come quello di Di Giacomo? Anzi ci sarebbe da chiedersi persino in che percentuale di questi 7 milioni sa scrivere correttamente in grammatica napolitana. Chi è che oggi fa colloqui parlando in napoletano invece che in italiano? Che considerazione abbiamo della nostra lingua se pensiamo che un politico che parla con una nostra cadenza troppo pesante sia giustamente un imbecille ignorante?
    Io vorrei far notare queste cose a quei talebani di insorgenza civile... quando dicono che non siamo italiani. Noi ormai siamo più italiani che "napolitani" per come lo intendono loro guardando con nostalgia a qualche secolo fa, è lo stato di salute della nostra stessa lingua a dirlo.
    [Modificato da Niemals 17/02/2012 13:19]

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    flapane
    Post: 438
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    Re: Re: Re: Re:
    basilisco87, 17/02/2012 01.41:

    ti posso assicurare il contrario :)


    Ah, ecco, mi pareva... [SM=x2819346]

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