Però non è giusto che ti finisci tutto il vino e poi vieni a scrivere.
Condividi il fiasco, cazzarola.
Che ti devo rispondere? Proviamoci.
Posso comprendere di poter essere stato infelice nello spiegarmi. Del resto il mezzo non aiuta specie se scrivi in treno col cellulare.
Provavo a dire un'altra cosa.
A dispetto nella consueta retorica sul turismo e sulle professionalità più direttamente legate ad esso (la retorica che mi ha rotto i coglioni, per intenderci), cercavo di puntare l'attenzione su un settore industriale di pregio e storicamente radicato sul nostro territorio (e di cui non si parla mai) che stiamo perdendo perché non riusciamo ad equilibrare domanda e offerta di strutture per il diporto.
In senso generale, per rilanciare il settore c'è bisogno di infrastrutture in tutto il Paese. Nella sola città di Napoli di almeno due strutture grandi come quella che, a mio avviso auspicabilmente, vedrà la luce a Vigliena.
Questo solo per cominciare a parlare di sviluppo legato al turismo da diporto. Da noi mancano proprio i fondamentali: quella massa critica che ti consente di avere tariffe e servizi nell'ambito della normalità e dare il normale sfogo alle attività cantieristiche ed indotto.
Essere contro l'unica struttura in costruzione in nome di chissà quale esigenza industriale del Porto di Napoli (che chissà se e quando si manifesterà) non ha alcun senso.
Sull'ultima parte del tuo evito di rispondere in quanto credo di aver chiarito quello che volevo dire.