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Il Real Albergo dei Poveri, noto anche come Palazzo Fuga, è, de facto, il più grande palazzo di Napoli, nonché uno tra i più estesi d'Europa. Con un prospetto addirittura più lungo di quello dell'altrettanto imponente Reggia di Caserta, questa gigantesca costruzione doveva essere il simbolo della grandiosità, del potere e della "bontà" di Carlo III di Borbone nei confronti del suo popolo, che versava in gran parte in condizioni spesso pietose. L'edificio venne collocato, non a caso, in quella che era un tempo l'entrata principale di Napoli, venendo da Roma, in modo da poter immediatamente sbalordire i forestieri con le sue dimensioni grandiose. La costruzione di questo ambizioso luogo iniziò intorno al 1750, ad opera di Ferdinando Fuga.

Monarca illuminato qual era, Re Carlo volle a tutti costi la presenza di questo grande edificio, in modo da poter dare vitto, alloggio ed un futuro alle classi più povere del Regno. Gli "ospiti" del palazzo, suddivisi per sesso ed età, venivano quindi "guidati" in un percorso che li avrebbe portati ad una formazione vera e propria nel campo lavorativo: il Palazzo Fuga non era quindi un semplice edificio, ma una vera e propria idea materializzata in tutta la sua imponenza ed ambizione. Fiore all'occhiello del progetto era sicuramente la chiesa a pianta radiale che doveva sorgere nel grande cortile centrale, nonché culminare in una cupola particolarmente vasta, data l'enorme mole di fedeli che tale "edificio nell'edificio" doveva ricevere. Oggi (come all'epoca), di questo tempio, sono visibili giusto alcuni muri e la controfacciata (con tanto di campanile a vela).

Se oggi, con i suoi tre, giganteschi cortili, il Real Albergo risulta di dimensioni impressionanti, realizzare che si tratta di un'opera incompiuta (ed in ogni caso "ridimensionata" rispetto a quello che era il progetto originale) fa quasi rabbrividire. Infatti, furono proprio le sue dimensioni, fin troppo notevoli, a condannare la realizzazione di tale progetto. Da luogo "illuminato", il palazzo diventò una prigione (Reclusorio). Successivamente, ospitò al suo interno un opificio, di cui oggi rimangono alcuni elementi di archeologia industriale. Le vicende di tale industria sono strettamente legate a quelle del più noto Lanificio Sava di Santa Caterina a Formello, la cui manodopera proveniva proprio dalle celle di Palazzo Fuga, quando utilizzato come carcere.

La storia travagliata, dall'uso indefinito, che da sempre accompagna questo enorme edificio, continua ancora oggi. Nel 1980 venne, inoltre, danneggiato dal terremoto e, da allora, ospita anche alcune famiglie di sfollati nel cortile più orientale. E fu proprio dagli anni '80 che il palazzo vide catalizzare su di sé un rinnovato interesse per la sua storia ed il suo potenziale. Un primo, vero recupero cominciò negli anni '90, tentando di ridare alla facciata il colore (pare) originale, un rosa moto chiaro (sbiadito molto in fretta, ora bianco). Lavori di consolidamento continuano, più o meno in contemporanea, all'interno. Il tutto, date soprattutto le enormi dimensioni del palazzo e, di conseguenza, per la quantità di soldi necessaria, procede a rilento, anche se molti locali dell'edificio (all'interno ed all'esterno) sono attualmente utilizzati in svariati modi, per eventi, incontri ecc.
[Modificato da Skeltar 14/02/2012 03:11]

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