7° giorno: Flam + Sognefjord + Ghiacciaio di Nigardsbreen + Sognefjellet + Monte Dalsnibba + Geiranger (1a parte)
La giornata di ieri si è conclusa tardissimo, così siamo costretti a rientrare in albergo e dormire, anzichè proseguire per Aurland, come era nelle nostre intenzioni.
Poco male, il giorno successivo ci svegliamo un po' prima e ci rechiamo ad Aurland, un paesino sito a pochi km da Flam, dal quale si può osservare il bellissimo Sognefjord, a mio avviso dopo Geiranger il più bel fiordo di Norvegia.
La bellissima strada panoramica che sovrasta il fiordo è compresa fra le strade nazionali turistiche nazionali (in norvegese "Nasjonal Turistveger"), contrassegnate dal seguente simbolo
questo è il sito:
www.nasjonaleturistveger.no/no
la trovata dei norvegesi è stata geniale, lì diverse strade sono diventate attrazioni turistiche. sostanzialmente i locali non hanno minimamente alterato i luoghi, ma vi hanno aggiunto solo delle piattaforme in legno, poco impattanti, in punti particolarmente panoramici, come questo, sempre nei pressi di Aurland.
Qui incontriamo un turista solitario svizzero, con il quale parliamo di strade ed itinerari.
Dopo aver scattato una miliardata di foto ci rimettiamo in viaggio, il programma della giornata sarà questo:
Prossima tappa, ghiacciaio di Jostedalsbreen, in particolare il ramo denominato Nigardsbreen.
Abbiamo due alternative, o proseguiamo per la panoramicissima strada di montagna già imboccata fino ad Aurland (denominata "Aurlandsfjellet"), o riscendiamo a Flam e prendiamo il maxi traforo di 25 km.
Optiamo per questa seconda alternativa perchè ci aspetta l'escursione pomeridiana sul ghiacciaio più altri svariati km prima di raggiungere Geiranger.
Dovete sapere che tutti i tunnel della Norvegia interna, fino a qualche anno fa a pagamento, oggi sono gratuiti, questo perchè il governo norvegese sta spingendo i turisti anche nelle zone interne.
Ad ogni modo prendiamo questo traforo e, diversamente da tutte le nazioni evolute della terra, non è preannunziato da alcun semaforo nè particolari cartelli, nè autovelox, nè telecamere, nè nulla, una galleria "normale" di 25 km, assurdo ma è così.
Dopo qualche km di galleria ci accorgiamo della particolarità di questo ed altri lunghissimi tunnel norvegesi, ossia il cambio di colore delle luci, questo, immagino, per evitare pericolose distrazioni alla guida.
Dopo qualche km giungiamo al paesino di Fodnes, qui dovremo prendere un traghetto che in 10 minuti ci condurrà a Mannheller, da cui proseguiremo per Gaupne.
Da questo punto in poi comincerà la piccola ed incastonata tra le montagne statale 604, che ci condurrà al Nigardsbreen.
Passeremo per dei corsi d'acqua di un colore innaturalmente azzurro, quasi chimico, scopriremo poi che provengono direttamente dal ghiacciaio che ci apprestiamo a visitare.
Eccoci finalmente giunti al ghiacciaio Jostedalsbreen. Abbiamo optato per il ramo Nigardsbreen, e non per il più conosciuto Briksdalsbreen, perchè quest'ultimo, più turistico, è molto più pendente del primo, e non consente una scalata in cordata dello stesso, a differenza del Nigards.
Giungiamo alla piazzola di sosta
lo vedete?
Ci sono tanti percorsi che si possono fare, dalla classica "family walk", che conduce ai piedi del ghiacciaio senza scalata in cordata, all'arrampicata vera e propria.
Noi optiamo per l'escursione "short blue ice", che ci condurrà sulla sommità del ghiaccio.
Ne siamo una ventina e ci raduniamo nei pressi di una casupola di legno.
Qui becchiamo una coppia di giovani romani amanti del rugby con cui scambiamo due parole.
Dei tizi ci forniscono di picozza e ramponi
che ci caricheremo in spalla, in quanto per raggiungere il ghiacciaio vero e proprio dobbiamo percorrere un paio di km tra le montagne.
Il ghiacciaio si avvicina
Una parte del percorso la copriremo in barca.
Qui ci aspetta la nostra capo cordata nepalese, che lavora come stagionale in Norvegia (ho poi scoperto che molti giovani nepalesi lo fanno).
Anche il ponte di legno traballante in stile pakistano su un corso d'acqua impetuoso.
Non ci facciamo mancare niente.
Siamo giunti ai piedi del ghiacciaio, è il momento di calzare i ramponi e di metterci in cordata.
Si parte per un'esperienza a dir poco incredibile, che ci porterà sino alla sommità del ghiacciaio.
E' giunto il momento di rientrare.
La durissima escursione ci prenderà cinque ore, ci rimettiamo in auto, Geiranger ci aspetta.
Per chi fosse interessato al ghiacciaio:
www.bfl.no