Viva la napoletanità

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basilisco87
00giovedì 7 maggio 2015 20:38
molto bella il video e tutta l'iniziativa
Ninconanco81
00mercoledì 13 maggio 2015 11:37
Alberto Angela è letteralmente entusiasta di Napoli.

«Ho 53 anni e ci vengo da quando ne avevo 14. Non posso quindi dire che per me sia stata una sorpresa. Insomma, l’ho sempre saputo che Napoli è una capitale, e che nella sua storia si è trovata tantissime volte all’avanguardia. Eppure, è stata un’esperienza magnifica. E alla fine penso che per Ulisse abbiamo fatto un buon lavoro. Del resto ci eravamo riproposti di guardare la città in una luce il più possibile diversa, battendo strade anche nuove. E certo non era facile».

In che senso?
«Sapevo che doveva essere una puntata dedicata tanto ai napoletani quanto ai non napoletani. Se, come me, non sei napoletano, descrivere Napoli non è facile. E infatti, costruendo la puntata, ci siamo accorti del fatto che fatalmente avrebbe finito per avere un doppio volto. Da un lato, dovevamo pensare ai non napoletani, cercando però di puntare anche sulle cose meno famose, adottando insomma quella che io chiamo la prospettiva del quarto giorno, cioè un giorno in più dei canonici tre dei week end turistici. L’idea, semplice, era quella di far vedere ai non napoletani anche tante bellezze che di solito ci sfuggono».



E quanto ai napoletani?

«Era importante, e inevitabile, parlare anche a loro. Trovare un modo per sollecitare il loro orgoglio civico. Napoli possiede cose così incredibili che, se si trovassero in qualsiasi altra città d’Europa, se ne parlerebbe ogni giorno. Per citare una cosa molto celebre: il Cristo velato, opera di un artista che di sicuro non ha la notorietà di un Michelangelo o di un Canova, è qualcosa di veramente stupefacente. E così è la Farmacia degli Incurabili, o il Museo di mineralogia. O la Stazione Dohrn, che non è solo un acquario, come lo chiama la gente di qui, bensì un centro iperspecializzato unico al mondo, in cui si studia specificamente il golfo di Napoli. E di cose così ce ne sono talmente tante che alla fine uno, magari anche un napoletano, non riesce mai a vederle tutte».

Ho letto le sue dichiarazioni sulla sua pagina ufficiale: la sua risposta ai tanti che le hanno scritto, e ai quali ha detto di aver scoperto a Napoli «qualcosa che rimarrà a lungo nell’anima».
«Lì parlo da un punto di vista più personale. E dico che questa esperienza ha veramente emozionato tutti noi di Ulisse. Il calore dei napoletani mi ha davvero impressionato. Lo so: può sembrare un luogo comune, però è così. È come se ci avessero adottato, è come quando senti che qualcuno ti vuol bene fin da subito: un percepirsi immediatamente accolti. E poi mi hanno colpito i giovani. Ho visto questi gruppi di volontari, ragazzi che si danno da fare per riportare alla luce strutture dimenticate, come giù alla villa della Gaiola. Sono giovani archeologi che hanno scoperto un calidarium di un genere che non avevo mai visto, tale da meritare una puntata a parte. È proprio bello vedere che ragazzi come quelli, facendo sacrifici, incontrando difficoltà burocratiche, logistiche, amministrative, con tenacia vanno avanti. E ti viene da pensare a quanto Napoli potrebbe e saprebbe offrire. Tantissimo».

C’è un aggettivo che lei ripete spesso parlando della nostra città: unica.

«Ma sì. Perché Napoli continua ad avere un’identità fortissima. Replicata e direi protetta dalle generazioni che si susseguono. A Roma, qualcosa di simile si può trovare ancora solo a Trastevere o a Testaccio. Altrove si è del tutto dissolta. A Napoli si rigenera. È come se non fosse una città, bensì un’unica grande famiglia».

Posso dirle che tanto entusiasmo da parte sua mi fa molto piacere, ma che vedere Napoli è cosa un po’ diversa dal viverci?
«Capisco. Le ferite di Napoli, le sue problematicità le conosciamo tutti. La mia, comunque, è l’impressione di una persona che ha viaggiato molto nel mondo, e che sa che non esistono città senza ferite né senza problemi. Una persona che dovunque vada si mette anche a guardare come vive la gente. E qui la gente ha un calore unico. Altrove si perde il senso di comunità, non ci si parla più; qui ti càpita d’incontrare gente che, mentre cammina, fischietta o canta. Credo che il valore di una città lo vedi nello sguardo delle persone».

Fino al terzo, fino al quarto giorno. E dopo? Che cosa potrebbe succedere il sesto giorno?
«Tutto è possibile, per carità. Perciò direi che a Napoli bisogna arrivarci già un po’ smaliziati. Dopodiché, non si può non restarne innamorati. Guardi: un nostro operatore è di Fuorigrotta (i sospetti cadono su Madeco), lavoriamo insieme da vent’anni, e da lui ho assorbito nel tempo tanto entusiasmo napoletano. Questa esperienza che abbiamo fatto insieme mi induce a dargli ragione fino in fondo, e su tutta la linea».
bubolazza
00mercoledì 13 maggio 2015 13:43
:applausi:
Ninconanco81
00venerdì 28 agosto 2015 09:35
Giap1
10venerdì 28 agosto 2015 10:00
Lavezzi tie sta serenata è pe te
Augusto1
00venerdì 28 agosto 2015 11:13
Ma perché, Lavezzi va all'Inter...?
Giap1
00venerdì 28 agosto 2015 12:05
Lui avrebbe accettato ma il psg non vuole i pagherò dell'inter ma il cash
bubolazza
00sabato 29 agosto 2015 00:07
Che grande.. immenso.

Ninconanco81
00mercoledì 28 ottobre 2015 10:05
Lukacs27
00lunedì 21 dicembre 2015 19:53
“Storie di Napoli”: da pagina Facebook di successo a libro su fatti e leggende partenopei

Vorrei segnalare un bella cosa che parla di amore per la nostra città ed entusiasmo giovanile.

Qualcuno magari conosce già questa pagina web: storienapoli.it/

O forse la relativa pagina facebook: www.facebook.com/storienapoli/?ref=ts&fref=ts

Storie di Napoli è nata dall'idea del mio amico Federico Quagliuolo, (fra l'altro iscritto a questo forum con il nick di Qualer), il quale, coadiuvato da una squadra di giovani napoletani, tutti studenti universitari con la passione della fotografia e del giornalismo, ha deciso di raccontare le storie, le leggende e le curiosità della nostra città, accompagnandole di scatti d'autore.

Questa avventura, iniziata per caso sul web (prima su facebook, poi anche con un sito dedicato) oggi è culminata nel Borgo di Antignano con la presentazione del loro libro, edito da Spazio Cultura Italia. Raccoglie alcune delle storie più belle tratte dalla pagina, corredate da illustrazioni disegnate da altrettanti volentierosi ragazzi .





Trovo sia un bel modo di divulgare una sana napoletanità, ancorata sulle nostre tradizioni, e basata sulla volontà di diffondere la conoscenza della città ed in generale l'amore per Napoli.

E visto che siamo sotto Natale, chissà che qualcuno non possa trovare in questo libro anche un'idea regalo originale :)


granpacco
00lunedì 21 dicembre 2015 20:19
Re:
Giap1, 28/08/2015 10:00:

Lavezzi tie sta serenata è pe te



solo il fatto di aver osannato un mercenario come lavezzi ed aver fischiato un giocatore come cavani nella stessa partita fa capire il livello medio del tifo napoletano


Mark Corleone
00venerdì 4 marzo 2016 13:12
L'arte della pizza candidata dall'Italia all'UNESCO per la lista del patrimonio immateriale.
luca.pagano
00lunedì 27 giugno 2016 22:34
se ne va un mito, ciao bud
CityN
00lunedì 27 giugno 2016 23:36
:( :( :(
Gjemon
00martedì 28 giugno 2016 00:45
Se ne va un grande, in tutti gli aspetti, ciao Bud! :cry:
Madeco
00martedì 28 giugno 2016 08:02
:cry:
Mark Corleone
10giovedì 7 luglio 2016 10:59

San Pellegrino e Vanity Fair - Napoli O' Core Underground from Ivano Scuderi on Vimeo.



"La napolitudine"


Napoli continua a fare branding: non solo d&g...
bubolazza
00giovedì 7 luglio 2016 12:51
bellissimo questo video!
Ninconanco81
00venerdì 4 novembre 2016 14:30

Grande novità firmata dai pizzaiuoli riuniti nell’Associazione Verace Pizza Napoletana (nata nel 1984, oggi conta oltre mille affiliati in Italia e nel mondo) a Capodimonte.

L'Associazione ha infatti lasciato la vecchia sede alla volta di una struttura polifunzionale ospitata al limitare del Reale Bosco di Capodimonte dove nascerà una vera e propria università della pizza.

Il campus dovrebbe essere pronto a dicembre: ben 600 metri quadri dove ospitare forni a legna, elettrici e a gas, aule didattiche, uno show room espositivo, una sala conferenze e alloggi.

Tanti nuovi master proposti dall’Associazione: non solo napoletana verace, ma anche pizza in teglia e sperimentazioni gourmet.
granpacco
00venerdì 4 novembre 2016 15:32
ma non c'era la scuola di bar e pasticceria qui?

Poi in 600 metri quadri tutto quel ben di Dio? come è possibile?
Ninconanco81
00venerdì 4 novembre 2016 15:47
Parliamo delle ex serre De Luca
Convieni?
CityN
00venerdì 4 novembre 2016 16:13
Ha ragione in parte granpacco, cioè per due anni là c'è stato un lounge bar-pasticceria-pizzeria-ristorante, con annessa scuola

Un tempo c'erano le serre, dopo tanto tempo di abbandono si mise un ristorante pizzeria che si chiamava "Le terrazze di Capodimonte". Dopo un altro periodo di silenzio si è messo questo ultimo tentativo di riprendere la struttura. Poi c'è stato anche un caso di abusivismo se non sbaglio che forse ha contribuito a chiuderlo
Giap1
00venerdì 4 novembre 2016 16:29
Ex sebezia.avevano fatto pure un b&b ma sono falliti.o meglio erano tanti soci all'inizio e per divergenze molti si sono defilati....le terrazze di capodimonte era il cesso mamm ro carmen che mi avete ricordato
Mark Corleone
00venerdì 4 novembre 2016 16:42
quel luogo è una jattura chiudono locali con la pala.
CityN
00venerdì 4 novembre 2016 17:30
Avrebbero dovuto fare un parcheggio per autobus non di linea :troll: :coma:
Giap1
00venerdì 4 novembre 2016 18:00
Io avrei fatto stazionamento Anm.molti bus li avrei fatti fermare li ed avrei istituito una circolare per il centro.percorsi brevi garantirebbero maggior frequenza
Mark Corleone
00venerdì 13 gennaio 2017 11:47
La Pizza più lunga del mondo di Napoli nel Guiness dei primati

Napoli è sull'edizione 2017 del libro del Guinness Word Record grazie al record della pizza più lunga del Mondo


E’ appena stata pubblicata e messa in vendita l’edizione 2017 del libro del Guinness World Record all’interno del quale, nella seconda pagina che riporta i nuovi record registrati in tutto il mondo, trova ampio spazio l’impresa della “Pizza più lunga del mondo” del 18 Maggio 2016, giorno in cui 5 forni a legna appositamente progettati e costruiti esclusivamente per l’occasione, riuscirono a cuocere 1853,88 mt. di pizza superando il precedente record raggiunto a Milano durante Expo 2015.

“Il record mondiale della pizza più lunga del mondo non poteva che essere della nostra città” ha dichiarato l'Assessore alle Attività Produttive Enrico Panini “Ricordo con molto entusiasmo la giornata del 18 Maggio, quando sono stati cotti più di 1800 metri di pizza in uno degli scenari più suggestivi del mondo, il lungomare di Napoli. Questo riconoscimento ha un valore inestimabile per la città in quanto mette all'attenzione mondiale l'immagine del prodotto locale per eccellenza, quello in cui si riflettono perfettamente le identità, le radici e i percorsi di vita delle persone della nostra terra.”

Ninconanco81
00venerdì 13 gennaio 2017 16:20
Non credo che quel record sia un inno alla napoletanità

E' stato uno spreco assurdo

In foto come si presentava la zona a fine serata
pizza ovunque

Nessuna iniziativa di solidarietà collegata al record
assurdo per me!

Chiediamoci piuttosto a cosa servano i record del cibo ma soprattutto a chi!


Per me è no

:bad: :bad: :bad:
Madeco
00venerdì 13 gennaio 2017 16:48
Re:
Ninconanco81, 13/01/2017 16.20:

Nessuna iniziativa di solidarietà collegata al record



Veramente no. La parte finale della mega pizza è stata recuperata e distribuita per i bisognosi. La parte iniziale (quella in foto) essendo fatta dalla mattina non era possibile darla alle persone.
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