Re:
ForzaNapoli.80, 07/09/2014 12:31:
per quanto mi riguarda,lo Sputtanapoli non è il giornale che non dice che Napoli è perfetta (ma poi,quale città lo è?sappiamo bene che Londtra,Parigi fino ad arrivare alle nostre Milano e Roma non lo sono affatto,anche se noi andandoci da turista vediamo la perfezione o quasi)e nemmeno il giornale che non nasconde certi problemi
ma andiamo,episodi come quelli del Rione Traiano ce ne sono stati in giro per il Mondo,in Italia ma anche a Londra o negli Stati Uniti,ma non ho mai sentito dire: "prima che dalla Police è stato ucciso da New York.." o titoli del genere..
qui nessuno vuole nascondere niente,ma personalmente non vorrei nemmeno che si dicessero le cose da lontano,dal di fuori di una città che non sarà mai uguale ad altre,nel bene e nel male...ma non si possono fare ,ogni volta che accade qualcosa, un' analisi che vada al di là dell'episodio,un analisi filosofica,antropologica ecc...
perchè titoli o articoli del genere servono solo a farne avere un idea distorta alle persone che non sono mai venute qui..
ma poi,chi ci ha vissuto,chi ci è stato e non parla solo per sentito dire,beh...senti Reina,Mertens,Revelliere,Jorginho e tante altre persone famose e non,forse parlano meglio di Napoli anche degli stessi napoletani...eppure ci hanno vissuto o vivono per poterne parlare bene
detto questo,anche a me non importano più di tanto questi articoli,però fa rabbia che si dica Napoli muore e cosi via...
ad es,quant,in Italia conoscono il Ceinge?eppure è un eccellenza italiana..ma potrei dirne 10mila....quindi in una città che muore non possono esserci tante eccellenze...
Dai, Forzanapoli, sono discorsi triti e ritriti.
Le eccellenze non significano molto, anche regioni e città disastrate possono conservare ambiti di eccellenza, ma questo non cambia la vivibilità e lo "stile di vita" della città.
Paragonare Napoli a Londra, Parigi ma anche Milano è quasi blasfemo, e veramente, più giro, più mi chiedo come si possa veramente sostenere che "tutte le città hanno i loro problemi" in egual misura: per dire ciò o non si gira o si gira coi paraocchi.
Non vuol dire nulla, poi, che tutte le città hanno i loro problemi, anche tutte le persone hanno i loro problemi, ma un conto è il tizio che, per dire, ha il vizio di masturbarsi due o tre volte al giorno, un conto è lo stupratore seriale che se vede una minigonna valvola; l'esempio è colorito, ma mi sia concesso, dato che "nessuno è perfetto" e "tutti hanno i loro problemi" è una formula decisamente vuota e retorica, dato che ci sono problemi e problemi e c'è un'immensa scala di grigi, tra il nero e il bianco.
Ci sono dei riscontri oggettivi a cui fare riferimento. Nell'Europa occidentale, territorio con cui ci dobbiamo raffrontare, data la nostra storia, collocazione geografica ed economia, fenomeni come la camorra, ossia,
interi quartieri sotto il controllo della malavita, ce ne sono pochissimi, e in buona parte sono concertati qui in Italia. Il racket non è una cosa diffusa ovunque, non scherziamo.
E' incontrovertibile, parlando di cose un po' meno gravi, ma comunque sintomatiche del degrado socio-culturale che attanaglia Napoli, che tre persone in motorino, gente senza casco, gente senza assicurazione ecc. altrove semplicemente non le vedi. Se poi ci dobbiamo paragonare ad una realtà sudamericana o orientale, beh, siamo messi più che bene, ma siete voi che, a quel punto, mortificate Napoli, implicitamente annoverandola nella schiera delle città meno civilizzate e meno evolute.
Reina, Reveillere e questi altri esempi, concedimi, "terra terra", fanno poco, perché ci mancherebbe che un calciatore milionario non rimane affascinato dallo stile di vita "meridionale", buona cucina, bel clima, panorama, yacht per farsi i giri nelle isole e quant'altro. Ma fatti il calcolo di quanti calciatori hanno
acquistato casa a Napoli, di quanti hanno, per dire, avviato un'attività di ristorazione, una catena di negozi ecc.; poi vai a vederti, sempre tra i calciatori, quanti tra quelli che vanno a Milano, Londra o Parigi, la casa invece se la comprano o l'azienda se la aprono.
Quanto all'episodio di Rione Traiano, è un caso come ce ne sono stati diversi nelle varie metropoli del mondo, avvenimenti da periferia degradata, con ragazzi vittime dell'ambiente in cui sono cresciuti e dell'estemporanea cattiveria delle forze dell'ordine; ci sono stati casi così a Londra, a Parigi, a Los Angeles, ovunque, insomma.
Certo è che focalizzare anche la questione sullo spaccato sociale che emerge dietro la morte di questo ragazzo non è un accanimento mediatico, dato che qualunque napoletano si può rendere conto di quante famiglie, qui, crescono i figli come i Davide Bifolco di turno, e di quanti ragazzini che si fanno giri su scooter non assicurati alle 2 o 3 di notte, con compagnie pessime e con la premessa del "se vedi le guardie scappa", sono a Napoli giustificati con la mentalità del "vabbè, sono guaglioni, hann parià". E questa è una distorsione, nelle sue dimensioni, tipica della nostra città e del sud, non certo di Milano e Torino.