Estratto da pagina 4 di ROMA del 20-01-2015 - Autore: Vera Muscerino
Il "giro" degli abusivi è chiuso e devono fidarsi per acconsentire a dividere la zona. Al Politecnico ogni auto paga due euro
«Ecco come si diventa parcheggiatore»
«Faccio questo lavoro da quasi tré anni. Non guadagno tantissimo, ma rispetto a chi sta senza fare niente non mi posso lamentare». Si è presentato così Fabio, un ragazzo di 26 anni che di "mestiere" fa il parcheggiatore abusivo a Fuorigrotta, nelle vicinanze dell'Università Federico II. «Ho cominciato grazie a mio cugino - ha aggiunto - che fa questo da cinque anni ed è conosciuto nell'ambiente, se no non ci potevo entrare. È un giro molto a numero chiuso, non è che "beli e buono" ti puoi mettere a fare il parcheggiatore. Non esistono parcheggiatori che lavorano da soli o che stanno "in proprio". Devi fare parte del gruppo della zona. Se non sei "un addetto" della zona, quelli che invece lo sono subito vengono da tè e ti cacciano. Prima ti picchiano e poi ti cacciano. Quando e se vieni accettato in un gruppetto, allora là puoi lavorare. Lavori insieme a loro e solo in quella zona».
Un mercato del lavoro difficile quello dei parcheggiatori abusivi. Prove di selezione durissime e ingresso a numero chiuso. Privilegiati, come ogni concorrente italiano che si rispetti, gli aspiranti parcheggiatori abusivi che godono di una raccomandazione ad opera di qualche "pezzo grosso" dell'ambiente, meglio ancora, ai fini dell'efficacia della raccomandazione, se il pezzo grosso è un parente. Una volta superato il "test" e se la raccomandazione è valida, si entra nel giro e insieme ad altri colleghi si gestisce una zona del quartiere con una certa regolarità. Come in quasi tutte le zone del la città partenopea, anche in quella universitaria ogni giorno più parcheggiatori abusivi (2, massimo 3, sia al mattino che al pomeriggio) gestiscono la sosta cittadina, nonostante la presenza delle strisce blu. A farne le spese sono per lo più gli studenti che si recano in facoltà con l'auto. «Io sono al terzo anno di ingegneria e quasi tutte le mattine vengo in auto in facoltà. La macchina la parcheggio sempre in via Fabio Massimo e in 3 anni credo di aver fatto il grattino al massimo 7 volte. Ho sempre pagato il parcheggiatore abusivo», ha affermato Luca con molta naturalezza.
Una naturalezza riscontrata in tanti altri ragazzi e che affonda le radici in un agghiacciante dato di fatto: «Pagare il parcheggiatore abusivo piuttosto che fare il grattino a Napoli è normale». «
Grattino per lasciare la macchina quando vado all'università? Mai fatto. - ha risposto così Mario, uno studente del 4° anno — Sono anni che la lascio a Ciruzzo. Me l'ha sempre fatta trovare tutta intera, senza mai un graffio. Poi oramai siamo "amici". All'inizio, quando non ci conoscevamo, mi chiedeva 3 euro. Ora, invece, gli lascio io qualcosa a piacere e se qualche giorno non ho spiccioli non ci sono problemi, Ciruzzo lo sa che la volta dopo gli lascio qualcosa in più». Studenti che in tanti anni di sosta della propria auto non hanno mai pagato il grattino pur parcheggiando sulle strisce blu, ma che mai in tanti anni hanno saltato il pedaggio al parcheggiatore abusivo di zona.
Ragazzi che a distanza di anni ricevono anche prezzi di favore dal loro "Ciruzzo" di turno. Cittadini che non si rendono conto o che fingono di non rendersi conto che con il loro atteggiamento alimentano un me stiere che in realtà non può definirsi tale e lo fanno con piacere. Questo è quello che appare, ma la realtà è ben diversa. «Non mi va giù il fatto di dover dare dei soldi a un parcheggiatore abusivo. Preferirei di gran lunga pagare il grattino. Ma che posso fare? Se non paghi, la macchina tè la fanno poi ritrovare tutta scassata, sempre se tè la fanno ritrovare. E tutti la pensano cosi, anche quelli che si fingono amici dei parcheggiatori. E solo che la situazione è questa qua e quindi piuttosto che innervosirti tutti i giorni cerchi di adeguarti al sistema», ha detto esausto Fulvio del 1° anno.
La verità è che nessuno apprezza realmente il "servizio offerto" dagli abusivi, ma tutti sono schiavi di questo sistema. Un sistema che di anno in anno è diventato sempre più forte e radicato e, soprattutto, per nulla intaccato dagli interventi delle forze dell'ordine che essendo troppo pochi fanno si che questi soggetti agiscano in piena libertà e che i cittadini "si adeguino" ad una realtà che andrebbe cambiata una volta per tutte. «Se vieni accettato in una zona, dopo un perìodo di prova, puoi lavorare solo là senza dare fastidio adaltrì. Insomma ci sono dei codici anche per noi»
AGGHIAGGIANDE la parte in grassetto.