Scampia trip tour: visite guidate per mostrare l'altra faccia del quartiere
Raccontare Scampia, rovesciandone il senso. Un vero e proprio tour, anzi 'Scampia Trip Tour', per toccare anche fisicamente e soprattutto ascoltare luoghi ricchi di umanità e impegno civile, oltre le location del crimine organizzato. Territorio di cittadinanza e crescita non solo antimafia, dietro e oltre le piazze di spaccio. Fino al punto di venirci apposta a Scampia. Sissignore: con tanto di furgoncino turistico, in visita, con dei 'mentori' e dei 'testimoni' ad accogliere le comitive, tappa per tappa lungo le visibili e produttive tappe di una rinascita. Che è esempio di scuola, in Europa, per chi racconta il volontariato e la resistenza culturale.
Scampia trip tour: "Mostriamo ai turisti l'altra faccia del quartiere"
Il progetto 'Scampia Trip Tour' , appena presentato a Palazzo San Giacomo, è sponsorizzato dal Comune, e dall'assessore Nino Daniele, ma nasce sul percorso e le idee di Daniele Sanzone, voce e testa della band 'A 67', di Ciro Corona, uno dei motori delle Officine della Cultura, e di tutti quelli che in questi anni non si sono mai fermati alla denuncia, ma hanno cercato di costruire un'altra Scampia. Così, nel 2010, nacque "Scampia Trip" , quel progetto artistico e civile che con la casa editrice 'A est dell'Equatore' promosse la omonima raccolta racconti e un cd.
Un manifesto di autori, musicisti ma anche preti o volontari che metteva in chiaro da che parte stavano e cosa facevano pezzi importanti del quartiere, quelli che non ci stavano a fare della periferia nord la cittadella 'privata' dei criminali narcos, più o meno feroci e vincenti. Sette anni dopo - anche se la camorra è indebolita ma mai scomparsa e si continua a spacciare - lo Stato sono loro e hanno deciso di raccontarlo anche agli altri,
turisti compresi. Così attraverso la pagina Facebook, intitolata a Scampia Trip tour, si potranno prenotare le visite, e conoscere ciò che ribolle all'ombra delle Vele: le esperienze di recupero della palestra di Gianni Maddaloni, la fusione tra comunità Rom è italiana nel ristorante Kikù, la comunità per bambini di Officine di Corona, e di Sanzone. che nasce lì dove dieci o quindici anni fa esistevano solo tappeti di siringhe, e terrore della faida. Un viaggio, è il caso di dire, da brividi.