L'addio a Pino Daniele, centinaia di fan per la camera ardente. Ma la chiusura è anticipata
Centinaia di persone a Roma per ricordare il cantante morto dopo un infarto, Molti delusi per la decisione della famiglia: «Vergogna». Altri si sfogano: «Storia assurda, potevano salvarlo»
Decine di fans del cantautore napoletano Pino Daniele erano in fila dalle prime ore dell'alba davanti alla camera ardente allestita all'ospedale S.Eugenio di Roma, che ha riaperto stamani alle 8,30. Con in mano mazzi di fiori, biglietti e lettere, attendono in silenzio di poter dare l'ultimo saluto all'artista. La camera ardente è poi stata chiusa anticipatamente, tra le proteste di tutti. A distanza di alcune ore, poi, la decisione di riaprirla «in via eccezionale».
Il ricordo. «Sono fan di Pino da tanti anni - racconta Gaetano, un palermitano che vive a Roma - credo sia sbagliata però la decisione di non fare i funerali a Napoli, perchè lui è il simbolo di quella città. È vero che deve scegliere la famiglia ma i figli sono giovanissimi e possono commettere degli errori. Anche la scelta di portare le sue ceneri a Napoli non credo sia giusta, perchè dovrebbe arrivare il feretro e consentire ai napoletani di dare l'ultimo saluto a Pino in una camera ardente come qui a Roma».
Storia assurda. D'accordo anche altri ammiratori che chiacchierando tra loro aggiungono: «È una storia assurda - dicono - anche la scelta di trasportarlo in auto fino a Roma quando si è sentito male non ha avuto senso».
Poteva salvarsi. Sulla stessa scia anche un infermiere del pronto soccorso del vicino ospedale Cto, che nel cortile all'ingresso dell'obitorio aggiunge: «Probabilmente, se lo avessero portato all'ospedale di Grosseto, si sarebbe salvato. Un infarto non può essere curato dopo due ore». Tra i fans all'ospedale già dal primo mattino anche Claudia, una signora partita da Frascati con una rosa rossa e una lettera: «È come fosse morta una persona di famiglia. È sempre stato il mio idolo e ho seguito tutti i suoi concerti. È un dolore enorme».
La delusione per la chiusura. È stato chiuso anticipatamente l'accesso al pubblico della camera ardente di Pino Daniele. Dallo staff del cantante è stato spiegato alle persone in fila all'obitorio del S.Eugenio che la decisione è stata presa per consentire a familiari e amici di «prendersi il loro tempo» per stringersi attorno a Pino Daniele. Delusione tra i fan: «È una vergogna». «Sono partito dalla provincia di Caserta - spiega Gianni - non è mai successa una cosa del genere».
- «C'è gente che ha fatto centinaia di chilometri - replica una signora allo staff del cantante - è una vergogna, una mancanza di rispetto per chi ha comprato i dischi di Pino e lo ha seguito in concerto per tutta una vita». D'accordo altri fan che indugiano nell'androne dell'obitorio: «Non è il modo di comportarsi - dice un signore - Pino è un personaggio pubblico, questo è il prezzo che bisogna pagare per la fama. Oltre alla famiglia, c'è tanta gente venuta qui a dargli l'ultimo saluto e che si trova la porta sbattuta in faccia. Anche per il papa è stato permesso a tutti di portare un omaggio, è un comportamento senza senso». L'obitorio del S.Eugenio oggi prevedeva l'apertura dalle 8,30 alle 12,30.
La riapertura. È stata riaperta «in via eccezionale» per poco la camera ardente di Pino Daniele al Sant'Eugenio per permettere l'accesso ai fan in attesa davanti alla porta della camera mortuaria. La camera è stata richiusa dopo che le persone in fila sono entrare e uscite. «I familiari hanno dato l'ok per le persone che sono qui», ha spiegato uno dei responsabili della sicurezza. Molti in lacrime.
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Insomma, questa compagna e questi figli di Pino Daniele stanno mostrando di essere una chiavica fino in fondo!!! L'hanno ucciso non una (e l'hanno ucciso sul serio, con quell'assurda scelta di portarlo in ospedale a Roma), ma infinite volte con le porcate che stanno facendo!!!
Pace all'anima tua Pino. Non meritavi di avere familiari del genere...