05/09/2019 14:38 |
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05/09/2019 15:51 |
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Il primo stemma l'ho già visto ma con campo blu, non mi ricordo a quale famiglia appartiene, e sopratutto non mi trovo coi colori; il secondo stemma è molto antico e sarà difficile individuarlo, anche se ho già i nmente qualcosa, il terzo stemma è molto simile a quello dei Rapolla, ma cambiano alcuni dettagli, come il numero dei raggi delle stelle e la fascia, il quarto, quello posto sul palazzo giallo, non è facile da decifrare, c'è una banda, una mezzaluna e....?
Ci proverò comunque. |
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05/09/2019 16:26 |
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Gennaro.90, 05/09/2019 15.51:
Il primo stemma l'ho già visto ma con campo blu, non mi ricordo a quale famiglia appartiene, e sopratutto non mi trovo coi colori; il secondo stemma è molto antico e sarà difficile individuarlo, anche se ho già i nmente qualcosa, il terzo stemma è molto simile a quello dei Rapolla, ma cambiano alcuni dettagli, come il numero dei raggi delle stelle e la fascia, il quarto, quello posto sul palazzo giallo, non è facile da decifrare, c'è una banda, una mezzaluna e....?
Ci proverò comunque.
Il primo stemma è dei Sarriano pazienza se i colori sono diversi. Il quarto stemma ha in basso una mezzaluna, in mezzo una banda e in alto una stella. E'possibile che appartenga ad una famiglia nobilitatasi sotto i Savoia. |
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05/09/2019 16:34 |
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Comunque altro stemma da decifrare è questo sempre nel Largo Santa Maria la Nova (per me che sono quattrocchi è il Palazzo del Centro Giovino).
Ps: Contro i dementi che imbrattano ci vuole una legge alla Hammurabi: "tu imbratti? Bene ti taglio la mano così non lo fai più!" [Modificato da bluesboy94 05/09/2019 16:39] |
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05/09/2019 16:50 |
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Palazzo Della Porta.
Il palazzo venne costruito dai Della Porta nella prima metà del '500. Fu dimora di Giambattista Della Porta. Una sua figlia sposò un Di Costanzo (lo stemmone gagliardo sul portale è il loro).
L'ultimo Di Costanzo lo donò nel 1766 alla Deputazione di San Gennaro. Suppongo che la veste settecentesca che ha il palazzo sia dovuta a rifacimenti operati dalla Deputazione. Nell'Ottocento tornò ad essere condominio, tanto è che vi visse e morì il senatore Giuseppe Mirabelli (suppongo che fu lui a commissionare gli affreschi -certamente ottocenteschi- presenti nel secondo piano nobile). Oggi è ancora un condominio e l'appartamento con gli affreschi ospita un bed and breakfast. [Modificato da bluesboy94 05/09/2019 16:55] |
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05/09/2019 18:54 |
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Brutti e sporchi gli affreschi, alcuni sembrano delle macchie di umidità che casualmente formano delle figure, belle ma un po' "pesanti" (e mal restaurate) le porte coi fregi in bronzo/pasta di legno/legno dorato o quel che è. |
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05/09/2019 18:56 |
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bluesboy94, 05/09/2019 16.34:
Comunque altro stemma da decifrare è questo sempre nel Largo Santa Maria la Nova (per me che sono quattrocchi è il Palazzo del Centro Giovino).
Ps: Contro i dementi che imbrattano ci vuole una legge alla Hammurabi: "tu imbratti? Bene ti taglio la mano così non lo fai più!"
Questo non ho mai capito a chi appartenga, assomiglia a tanti stemmi ma non è uguale a nessuno, mi vado convincendo che l'assenza della corona non sia dovuta ad una dispersione della stessa ma al fatto che la famiglia non fosse nobile. |
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05/09/2019 19:04 |
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bluesboy94, 05/09/2019 16.26:
Il primo stemma è dei Sarriano pazienza se i colori sono diversi.
Tutto può essere, anche perché lo stemma è cinto dal manto ducale, cosa che erano i Sarriano ed a parte il colore ed un dettaglio del leone è uguale a quello dei Sarriano. Mi lascia perplesso il fatto che uno stemma dalle fattezze così recenti non sia uguale a quello altrettanto recente riportato nello Spreti, quindi o è un ramo cadetto che per distinguersi ha cambiato colore (tra l'altro infrangendo anche la regola del metallo sul metallo, ponendo una fascia argento e delle stelle d'oro su campo oro. Come si sarebbero dovute vedere delle stelle d'oro su un fondo oro?) o è stato maldestramente ridipinto da proprietari successivi. |
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05/09/2019 19:59 |
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bluesboy94, 05/09/2019 16.34:
Comunque altro stemma da decifrare è questo sempre nel Largo Santa Maria la Nova (per me che sono quattrocchi è il Palazzo del Centro Giovino).
Ps: Contro i dementi che imbrattano ci vuole una legge alla Hammurabi: "tu imbratti? Bene ti taglio la mano così non lo fai più!"
È imbrattata anche l'ascensore in sto palazzo |
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05/09/2019 20:42 |
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Giap1, 05/09/2019 19.59:
È imbrattata anche l'ascensore in sto palazzo
Anche tu sei cliente del Centro Giovino?
Comunque il palazzo ha una bella scala aperta del Settecento con il solito ascensore buttato grezzamente davanti e se non erro con le verande tutt'attorno. Nel prospetto che da su via Monteoliveto ho beccato un salone dal soffitto affrescato (ovviamente, è un salone di un appartamento ex aristocratico ed ora borghesizzato). Suppongo che fu ai vecchi tempi la sala da ballo del palazzo.
Questo salone è dietro alle tre finestre centrali del secondo piano.
[Modificato da bluesboy94 05/09/2019 20:45] |
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05/09/2019 20:51 |
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Si lavora dentro il Palazzo Doria d'Angri.
Ma si lavora anche dentro il Palazzo Ischitella. Nell'appartamento di cui ho parlato più volte per la precisione. [Modificato da bluesboy94 05/09/2019 20:53] |
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05/09/2019 22:36 |
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bluesboy94, 05/09/2019 20.42:
Anche tu sei cliente del Centro Giovino?
Comunque il palazzo ha una bella scala aperta del Settecento con il solito ascensore buttato grezzamente davanti e se non erro con le verande tutt'attorno. Nel prospetto che da su via Monteoliveto ho beccato un salone dal soffitto affrescato (ovviamente, è un salone di un appartamento ex aristocratico ed ora borghesizzato). Suppongo che fu ai vecchi tempi la sala da ballo del palazzo.
Questo salone è dietro alle tre finestre centrali del secondo piano.
Dispiace dirlo, perché mi piacciono molto gli interventi fascisti di urbanistica (anche se hanno sacrificato non poco patrimonio storico), ma via Monteoliveto era una strada bellissima prima dell'allargamento, stretta uguale a via S. Anna dei Lombardi e con un'identità architettonica. Questo palazzo ha perso molto contesto. |
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05/09/2019 22:38 |
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CityclassR4, 05/09/2019 22.36:
Dispiace dirlo, perché mi piacciono molto gli interventi fascisti di urbanistica (anche se hanno sacrificato non poco patrimonio storico), ma via Monteoliveto era una strada bellissima prima dell'allargamento, stretta uguale a via S. Anna dei Lombardi e con un'identità architettonica. Questo palazzo ha perso molto contesto.
Lo penso da sempre: riguardo al Rione Carità Mussolini doveva farsi i c**** suoi!
A quest'ora avremo una sorta di propaggine dei quartiere Spagnoli (degradata, ma non troppo) a sinistra di Via Toledo con tutta la sua componente storica di chiese, palazzi e teatri (il Teatro dei Fiorentini). [Modificato da bluesboy94 05/09/2019 22:40] |
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05/09/2019 22:41 |
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Anche se riconosco che la parte che si trova a sinistra di Via Diaz (una delle più belle strade del Novecento Italiano senza alcun dubbio) è bella. Quella a destra è una chiavica e fa pesantemente rimpiangere il Rione di una volta. [Modificato da bluesboy94 05/09/2019 22:42] |
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20/09/2019 21:18 |
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Villa Sanfelice di Monteforte.
Il primo degli edifici di Viale Gramsci.
Si tratta di un grosso villino neo-rinascimentale. Costruito dall'architetto Augusto Ghidini per Tommaso di Savoia, venne però acquistata dai Sanfelice di Monteforte. [Modificato da bluesboy94 21/09/2019 01:45] |
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21/09/2019 03:06 |
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Una curiosità per te e\o cityclass.ma più o meno sapete da quali anni i palazzi nobiliari divennero condomini?ed i criteri di ripartizione delle case? |
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21/09/2019 04:01 |
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A Napoli dall'epoca vicereale quasi tutti i palazzi sono condomini. Qui ad esempio dice che il Palazzo Calabritto o il Palazzo Spinelli di Tarsia erano già tutti frazionati in quartini di affitto (piano nobile escluso) www.adsi.it/wp-content/uploads/2013/12/ANNO12-1996-N2-31.pdf . O ancora il Palazzo Cellammare era già frazionato nel Settecento. Quando Goethe giunge a Napoli ha occasione di visitare il palazzo su invito del principe Michele Imperiali (che affittava dai Giudice l'appartamento più illustre del palazzo) incontra anche il pittore Hackert (che aveva preso in affitto un altro appartamento). Diciamo che una volta la famiglia nobile era proprietaria in solitario del palazzo, ma comunque i piani non nobili erano tutti frazionati e dati in affitto. D'altronde secondo voi una famiglia nobile seppur ricchissima riusciva da sola ad abitare e a tenere nel fasto bestioni di tufo di 4,5, 6 piani?
Spesso si trattava comunque di condomini dove vivevano più famiglie nobiliari o più famiglie ricche con servitù annessa. Ovviamente, il processo di frazionamento (della proprietà , beninteso) eccessivo dei palazzi napoletani prende piega nei primi decenni del Novecento. |
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21/09/2019 09:58 |
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bluesboy94, 20/09/2019 21.18:
Villa Sanfelice di Monteforte.
Il primo degli edifici di Viale Gramsci.
Si tratta di un grosso villino neo-rinascimentale. Costruito dall'architetto Augusto Ghidini per Tommaso di Savoia, venne però acquistata dai Sanfelice di Monteforte.
stanno 2 piani all'asta se non mi sbaglio |
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21/09/2019 18:32 |
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bluesboy94, 21/09/2019 04.01:
A Napoli dall'epoca vicereale quasi tutti i palazzi sono condomini. Qui ad esempio dice che il Palazzo Calabritto o il Palazzo Spinelli di Tarsia erano già tutti frazionati in quartini di affitto (piano nobile escluso) www.adsi.it/wp-content/uploads/2013/12/ANNO12-1996-N2-31.pdf . O ancora il Palazzo Cellammare era già frazionato nel Settecento. Quando Goethe giunge a Napoli ha occasione di visitare il palazzo su invito del principe Michele Imperiali (che affittava dai Giudice l'appartamento più illustre del palazzo) incontra anche il pittore Hackert (che aveva preso in affitto un altro appartamento). Diciamo che una volta la famiglia nobile era proprietaria in solitario del palazzo, ma comunque i piani non nobili erano tutti frazionati e dati in affitto. D'altronde secondo voi una famiglia nobile seppur ricchissima riusciva da sola ad abitare e a tenere nel fasto bestioni di tufo di 4,5, 6 piani?
Spesso si trattava comunque di condomini dove vivevano più famiglie nobiliari o più famiglie ricche con servitù annessa. Ovviamente, il processo di frazionamento (della proprietà , beninteso) eccessivo dei palazzi napoletani prende piega nei primi decenni del Novecento.
Grazie |
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24/09/2019 01:56 |
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Palazzo Medici-Acquaviva in via Toledo. [Modificato da bluesboy94 24/09/2019 01:57] |
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