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Se non sarà cambio di rotta, dovremo rassegnarci a rinunciare al TPL.
L'interim può essere dovuto a diverse ragioni. La prima che mi viene in mente è che De Luca abbia deciso di occuparsi di prima persona del settore, proprio per la delicatezza della situazione. La seconda è che proprio la delicatezza della situazione abbia spinto i vari papabili a declinare l'invito. Non deve essere facile, infatti, districarsi nell'attualità del trasporto regionale, in special modo l'EAV: quel che si è distrutto in poco tempo, non può essere recuperato in poco tempo. Possiamo dire che Cascetta, che pure ha fatto tanto, aveva trovato un quadro meno, anzi per nulla, disastroso: il trasporto ferroviario non era a pezzi come ora, possiamo immaginare lo sforzo che aspetta la Regione per i prossimi anni. Certo, potrebbe servire, anche adesso, un tecnico, ma il cambio di rotta deve essere principalmente politico, cambiare il dove si vuole andare, cioè l'indirizzo. A seguire, ci sarà il come andare. Sfruttando una metafora calcistica, il TPL campano non ha lo scopo immediato di andare in Champions, perché non si trova in serie A. In questi cinque anni è retrocesso in maniera ignominosa e, prima che un tecnico di grido in grado di portarlo all'eccellenza, ha bisogno di un bravo allenatore capace di riportarlo dalla B, non infierisco, a livelli dignitosi, sapendo che la strada per il vertice è dura e lontana. |