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Lo scempio della Reggia di Carditello
Di eduardo lubrano • 14 mar, 2012
Ancora una volta il menefreghismo sulle nostre opere d'arte sta per far perdere al pubblico italiano e non solo, la possibilità di ammirare un gioiello dell'architettura del '700: la Reggia di Carditello domani verrà messa all'asta.
Reggia di Carditello, ultimo atto. Un gioiello dell’architettura italiana del 1700, un pezzo del nostro patrimonio artistico, uno strumento di lavoro e di ricchezza per una regione che ne avrebbe tanto bisogno, se ne va al macero, tra il disinteresse di quelle istituzioni che dovrebbero pensare al futuro dell’Italia. Le aziende scappano in Serbia attirate da mano d’opera a costi inferiori e sgravi fiscali, risorse energetiche inesistenti, allora cosa resta ? Un patrimonio d’arte e di storia che nessun altro ha. E che potrebbe produrre ricchezza se valorizzato e “venduto” attraverso il marketing e i percorsi turistici.
E invece noi……..
Giusto un anno fa di questi tempi, era il 22 marzo, al Journal ci occupammo dello scempio e del degrado in cui versava un gioiello dell’arte italiana diventato rifugio di tossici e luogo di incontro per malavitosi di ogni genere: la Reggia di Carditello, in provincia di Caserta, nella piana di San Tammaro.
La situazione era questa, in sintesi: la proprietà, il Consorzio di bonifica del Basso Volturno, aveva debiti con il Banco di Napoli ( oggi Banca Intesa) ma a sua volta doveva avere soldi dalla Regione Campania e da alcuni comuni della zona con i quali avrebbe potuto far fronte ai suoi oneri. Niente da fare: il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ricorre spesso nelle cronache italiane di questi anni e di questi giorni sul nostro giornale, decise per la vendita all’incanto della bellissima struttura edificata dai Borboni nel 1787, fissandone anche il prezzo: 25 milioni di euro.
Ebbene domani si terrà la prima asta a partire da un prezzo più basso, 15 milioni. Nel frattempo in questi 12 mesi tutti quelli che hanno potuto muoversi si sono mossi: le associazioni per la difesa del patrimonio artistico e culturale della zona, le associazioni a tutela del territorio, alcuni consiglieri regionali che affermano che sia pure nel silenzio ufficiale del Presidente Caldoro, la Campania ha stanziato 3 milioni di euro. Ma ne mancano almeno 6 per soddisfare la controparte che si riterrebbe soddisfatta anche di 9 milioni, in base ad un accordo stipulato anni fa.
Il rischio estremamente concreto è che la Reggia vada a finire nelle mani di gente che non ha alcun interesse a mantenerne lo status di bene artistico nazionale e che lo trasformi un albergo a sei o sette stelle (per dire), piuttosto che in centro commerciale o che altro. Per esempio una delle persone che sembra interessata all’acquisto sembra essere l’erede della famiglia Coppola, la stessa che fu protagonista della costruzione del famoso villaggio Coppola, del tutto abusivo, negli anni ’60 lungo il litorale domitio-flegreo che comprende le province di Napoli e Caserta.
Magari non sarà lei ad acquistarlo ma quello che sembra certo ad oggi è che nessuno potrà mai più vedere gli splendidi saloni della reggia,gli affreschi che la decorano. Insomma l’ennesimo scempio consumato ai danni del nostro patrimonio artistico culturale che mai come in questo momento di crisi dovrebbe invece essere rigenerato e sfruttato al meglio.
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