Adriano.Calabro, 15/02/2014 21:24:
Sì, quella era l'unica ... su Google Maps, sembra vuota.
NAPOLI – Torre Caselli è una residenza nobiliare del Vomero; singolare per chi attraversa via Michele Pietravalle, nel quartiere Colli Aminei colpisce per il colore rosso vermiglio delle mura è la scritta A. Bertè che campeggia sulla terrazza.
Cenacolo d’arte e cultura, negli anni ‘60 ospitò numerosi artisti e scrittori, attualmente versa in stato di forte abbandono. Diversi senza fissa dimora ed extracomunitari vi risiedono tra rifiuti, spazzatura e carcasse d’auto.
VILLA IN DEGRADO - Fatiscente da oltre trentanni, la Villa di Campagna dei Marchesi Caselli, residenza storica e icona inconfondibile dei Colli Aminei per le tonalità rosso vermiglio e l’enorme sigla sul terrazzo che riporta la firma del pittore Antonio Bertè.
Circondata dall’incuria, sembrerebbe un castello fantasma, se non spuntassero, nel piazzale di ciò che rimane dell’elegante cortile nobiliare, legati ad un filo di ferro, alcuni panni stesi al sole.
“Da diverso tempo, ci abitano extracomunitari senza fissa dimora” commenta un residente di via Pietravalle, la sua abitazione da proprio sull’enorme giardino della villa ormai in degrado.
“Tra i resti del giardino inglese, vi è anche una carcassa d’auto. L’interno della villa è terra di nessuno” conclude il nostro interlocutore.
CENACOLO D’ARTE - Sgombrata a seguito del sisma dell’80, Torre Caselli ospitò negli anni ’60 l’avanguardia dell’intellighenzia napoletana.
Tra le sue pareti discussero scrittori e giornalisti, pittori e musicisti; alcuni nomi rimasti celebri come Domenico Rea, Michele Prisco, Vittorio Como, Aldo De Francesco, Nello Pandolfi, Aldo Angelini, Amedeo Clarizia, Alfredo Schettini, Antonio e Rosalba Pecci, Roberto Murolo, Nunzio Gallo, Albino Froldi, Gabriele Zambardino, Carmine Vitagliano, Gaetano Palisi, Aristide La Rocca, A. Cantalamessa, Michele Loria, Silvio Mastrocola erano abituali frequentatori della residenza dei Colli Aminei.
Il suo ultimo inquilino fu il pittore Antonio Bertè che lasciò a malincuore Torre Caselli. “Mio padre amava molto quella casa” spiega la figlia dell’artista scomparso nel 2009“ e poiché anche le case hanno un'anima, la casa amava lui”.
L'ALLARME - “Bertè si è trasferito nel 1988 al civico n°45 di via G. Lorenzo Bernini, e vi è restato fino alla fine“ spiega Annastella, figlia del Maestro.
“Il suo studio, dove si conserva ancora il cavalletto con l’ultima tela da terminare, sta letteralmente cadendo a pezzi, come l’intero patrimonio artistico contenuto nella casa a causa delle numerose infiltrazioni d’acqua che vengono giù dal soffitto.”
Diatribe legali impediscono un intervento decisivo di riparazione, la “proprietà” dell’accesso al terrazzo dello stabile frena i lavori di ristrutturazione.
“In qualsiasi parte del mondo – conclude – la casa di un artista come Antonio Berté sarebbe Patrimonio dell’umanità noi, permettiamo che si distrugga”.
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