Regolamento | Discussioni Recenti | Nuovi Post dal tuo Ultimo Accesso | Discussioni in Rilievo

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Campania | Ambiente e Salute

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2020 12:28
29/10/2013 10:50
 
Modifica
 
Quota
OFFLINE
Post: 5.474
Registrato il: 27/02/2013
Re:
Mark Corleone, 29/10/2013 10:41:

Estratto da pagina 11 di AVVENIRE del 29-10-2013 - Autore: valerio chianese

Nuove piante anti-veleni per bonificare = Piante «anti-scorie» nelle terre dei fuochi


Progetto dell'Università di Napoli finanziato dall'Ue



Piante «anti-scorie» nelle terre dei fuochi DA NAPOLI VALERIO CHIANESE LA evidenza di un inquinamento -' preoccupante, che pretende azioni concrete, oltre le giuste proteste, smuove la capacità di ripresa della Campania che ha strutture capaci di indicare buone pratiche per bonifiche quasi a costo zero. Non a caso si chiama Life, Vita, il progetto che potrà far rinascere le aree della Campania, e non solo, inquinate e contaminate dallo sversamento di scorie industriali e rifiuti tossici che ne rendono impossibile l'uso e la coltivazione e che oggi sono identificate sotto l'inquietante nome di Terra dei fuochi.

La facoltà di Agraria dell'Università Federico II di Napoli, nella sontuosa Reggia di Portici, da quasi due anni sta studiando la possibilità di bonificare un terreno piantando specie vegetali capaci di sottrarre gli elementi inquinanti presenti. Piante non destinate ali alimentazione ma che, è importante sottolinearlo, possono assicurare un reddito all'agricoltore e alla sua famiglia. Il progetto è quinquennale (scadenza 2017), è affidato e finanziato dall'Unione Europea e sarà esportato e replicato negli altri Paesi dove è irrisolto il problema dei terreni inquinati con conseguenze negative sulla salute e sull'ambiente.

«Una iniziativa - spiega Paolo Masi, preside di Agraria - che si inserisce netla varietà di progetti europei finalizzati all'applicazione concreta della ricerca per risolvere i problemi: in pratica un dimostratore». Probabilmente non tutti i terreni potranno essere bonificati piantando specie no food e sicuramente prima di avviare nuovi innesti vegetali occorre eliminare una parte delle sostanze inquinanti, nella fattispecie i bidoni di scorie che frequentemente si rinvengono. «Dobbiamo tenere presente due aspetti chiosa Masi -: la parte sottostante il suolo è di per sé un filtro ricco di sostanze, gli zeoliti, che trattengono cose e ne eliminano altre. E poi il suolo della Campania è di origine vulcanica e quindi già ricco di metalli, da cui deriva in buona parte la fertilità del terreno».

Una prerogativa regionale, che da l'impronta al prodotto agro-alimentare locale. Importante perciò, sottolinea Masi, «conoscere bene il suolo ed evitare interventi generalizzati». La superficie della Campania inquinata da sversamenti illeciti, da discariche legali, da impianti o siti di stoccaggio sarebbe dell'l%, distribuita a macchie ma identificabile per lo più nell'area tra la provincia nord di Napoli e quella sud di Caserta. «Il problema esiste, ma va circoscritto», ribadisce il preside, che ricorda come i prodotti agro-alimentari campani siano controllatissimi. Sono diversi i gruppi universitari di Agraria impegnati nel programma europeo di recupero di un area contaminata, dagli agronomi agli idraulici ai chimici m sinergia con altre facoltà, a dimostrazione della cura e della scientificità dell'intervento.

«L'obiettivo precisa Masi - è costruire una catena virtuosa». Pioppi, tamerici, canapa sono tra le piante no food già note per la loro capacità di assorbimento degli inquinanti nel terreno e questi, grazie all'azione depurativa, in alcuni casi possono tornare ad essere coltivati con piante alimentari anche nel giro di quattro, cinque anni. «Le specie vegetali no food - osserva Masi - possono essere utilizzate tra l'altro per produrre bioenergia o elementi polimerici, cioè le plastiche, o usate nella bio-edilizia. Oggi per questo tipo di prodotto si utilizzano per lo più mais e grano e questo conclude - pone un grave problema di tipo etico poiché si sottraggono piante fondamentali nella catena alimentare». -tit_org- Nuove piante anti-veleni per bonificare - Piante «anti-scorie» nelle terre dei fuochi



fonte




Bell'articolo
Paolo Masi lo conosciamo benissimo
ha ridato nuova vita sia alla reggia di Portici che all'orto botanico di fronte
E' stato il mio preside è uno testardo ma sempre sul pezzo
Ce la farà

__________________________
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:41. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com