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GIRO D'ITALIA 2013 | Tappa inaugurale - Napoli

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2013 00:26
01/05/2013 18:05
 
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Non ha scritto nulla di scandaloso, ma ha scritto una cosa inopportuna.
01/05/2013 18:17
 
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Re:
Mark Corleone, 30/04/2013 21:05:

Madonna mia hanno rovinato una strada (che aveva un manto stradale perfetto) e una pista ciclabile mettendo asfalto non adatto.





Cos'è l'asfalto "non adatto"...?
01/05/2013 19:01
 
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Re:
Augusto1, 01/05/2013 18:05:

Non ha scritto nulla di scandaloso, ma ha scritto una cosa inopportuna.



Ma secondo me no dai, obiettivamente non si può negare che gli interventi tra gli anni '50 e gli anni '70 abbiano rovinato l'estetica e il paesaggio urbano di molte città, mica solo di Napoli.


Se vedo una cartolina o una foto di Posillipo o Vomero degli anni '30 e la confronto con una degli anni '70 mi vengono i brividi.
01/05/2013 19:33
 
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Sì, qua si passa dal dopoguerra agli anni '50 e '70 e poi si ritorna agli anni '30 come se niente fosse. Decenni di storia e di avvenimenti ridotti a fogli di calendario strappati...
01/05/2013 19:36
 
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Chiusura strade per giro d'Italia


Via Manzoni?
Via Depretis...???
01/05/2013 23:03
 
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Re: Re:
ForzaNapoli.80, 01/05/2013 08:07:




Con lo stesso pressapochismo, in nome dell'emergenza, abbiamo ereditato la splendida edilizia post-bellica...



vabbè jà che c'entra l'edilizia post-bellica,anche perchè ci si dimentica spesso che certi palazzi del dopo-guerra sono stati costruiti in tutto il Mondo,non c'è città che in quegli anni non abbia partorito bruttezze..



ma guarda un pó...novembre scorso era proprio il mese indicato dal sindaco per il restyling del lungomare (almeno per quanto riguarda via parthenope).
Per quanto riguarda il giro, c'era tutto il tempo a disposizione per fare dei lavori come si deve e considera, peraltro, che all'inizio si parlava addirittura di rifare discesa coroglio.
01/05/2013 23:45
 
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Re: Re:
Augusto1, 01/05/2013 18:17:




Cos'è l'asfalto "non adatto"...?




se non sbaglio l'asfalto usato per la ciclabile è diverso per caratteristiche da quello usato per le strade mentre vedo che in questo caso è stato usato lo stesso asfalto per la strada e per la ciclabile (ma potrei sbagliarmi chiedo conferme non essendo esperto in merito)
02/05/2013 00:14
 
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Re:
Augusto1, 01/05/2013 19:33:

Sì, qua si passa dal dopoguerra agli anni '50 e '70 e poi si ritorna agli anni '30 come se niente fosse. Decenni di storia e di avvenimenti ridotti a fogli di calendario strappati...




Eh? Ma che significa sto post? Mah...vabbè...
02/05/2013 07:30
 
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Significa che nel giro di pochi anni ci sono stati tanti cambiamenti urbanistici, politici, sociali, tutti fattori che hanno determinato scelte e modifiche. Invece si parla passando da un decennio ad un altro come se il "dopoguerra" fosse cominciato alla fine del conflitto e fosse durato trent'anni, tutto caratterizzato dalla speculazione edilizia. Bisogna distinguere i periodi, molto diversi fra loro.
02/05/2013 07:33
 
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Re: Re: Re:
Mark Corleone, 01/05/2013 23:45:




se non sbaglio l'asfalto usato per la ciclabile è diverso per caratteristiche da quello usato per le strade mentre vedo che in questo caso è stato usato lo stesso asfalto per la strada e per la ciclabile (ma potrei sbagliarmi chiedo conferme non essendo esperto in merito)



Siamo in strada, si usa l'asfalto che abbia la grana adatta ad una strada. Il giro d'Italia non si svolge su pista, ma appunto su strada. Poi c'è l'asfalto a caldo (che dura di più, e richiede un tempo leggermente superiore nella posa) e quello a freddo, che può presentarsi addirittura imbustato e pronto alla posa. Però quest'ultimo di norma dura di meno.

02/05/2013 09:32
 
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Re:
Augusto1, 02/05/2013 07:30:

Significa che nel giro di pochi anni ci sono stati tanti cambiamenti urbanistici, politici, sociali, tutti fattori che hanno determinato scelte e modifiche. Invece si parla passando da un decennio ad un altro come se il "dopoguerra" fosse cominciato alla fine del conflitto e fosse durato trent'anni, tutto caratterizzato dalla speculazione edilizia. Bisogna distinguere i periodi, molto diversi fra loro.




Questo sarebbe doveroso se stessimo facendo un'analisi storica e urbanistica dettagliata. Invece si è solo fatto riferimento genericamente ad un periodo in cui l'estetica e l'impatto degli edifici nei contesti in cui venivano costruiti non costituiva elemento di preoccupazione.

Poi lì in mezzo possiamo distinguere che ci sono stati vari periodi: i primi anni di edifici post guerra, poi l'avvento della Dc, le sfogliatelle della signora Pina, poi il periodo di Ottieri. Resta il fatto che, per un motivo o per un altro, in un contesto storico o in un altro, sempre dei cessi di cemento sono stati costruiti per 20 anni. I primi per dare un tetto immediato ai bisognosi, gli altri per la speculazione, sempre emomostri rimangono. La funzione sociale degli edifici costruiti negli anni '50 non li fa diventare più belli degli altri.
02/05/2013 10:02
 
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E chi ha detto che sarebbero stati belli...? Ho solo detto che nel dopoguerra non ti passava neanche per la mente di costruire cose belle, ma d'altra parte anche se guardiamo l'architettura degli anni '90 troviamo una produzione di cessi anche più eclatanti. Anche oggi si vedono più cose orrende che belle, benchè molto reclamizzate.

Coma invece parla di pressappochismo, che in genere è figlio della strafottenza e dell'apatia.
[Modificato da Augusto1 02/05/2013 10:03]
02/05/2013 10:58
 
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Re:
Ringrazio Salvo per essere stato in grado di cogliere il senso della mia frase.


Augusto1, 02/05/2013 10:02:

E chi ha detto che sarebbero stati belli...?


L'avrebbe detto il soggetto da cui è partita questa discussione, ovvero il sottoscritto.
Io ho parlato di "splendida" proprio riferendomi all'impatto estetico della stessa.

Eh si, ho parlato di un non imprecisato periodo del "dopoguerra".
Avessi voluto fare il precisino avrei scritto anno, mese e forse pure il giorno...

Del resto, dall'immediato dopoguerra (se vuoi ti metto la data, così capisci) agli anni '70, si è dovuto rispondere a degli stati di necessità, ricostruire quanto bombardato, offrire un tetto a chi aveva perso la casa, per non parlare del reggere al fortissimo incremento demografico avutosi col boom economico.

Anche dopo il terremoto, proprio con l'ulteriore stato emergenziale della ricostruzione, si è continuato a tirar su cessi architettonici.


Coma invece parla di pressappochismo, che in genere è figlio della strafottenza e dell'apatia.


Ma quando mai, queste interpretazioni sociologiche le lascio a te, io ho usato il termine pressappochismo riferendomi al suo significato intrinseco (ovvero di un lavoro che lascia molto a desiderare per approssimazione).

__________________________
Ristoranti pub e locali di Napoli http://bastachesemagna.wordpress.com/
Piste e percorsi ciclabili di Napoli http://goo.gl/maps/1YoYv
02/05/2013 11:25
 
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Beh, scusate se intervengo, ma il progettare strade mai realmente larghe come hanno fatto in qualsiasi altra città italiana o europea nel dopoguerra è stata una scelta obbligata? Non preoccuparsi praticamente mai di costruire box auto, nell'edilizia degli anni '60, è stata una scelta giustificabile?
Diciamo che erano anni in cui non si poteva guardare troppo all'estetica degli edifici, diciamo che si è dovuto costruire tanto, troppo proprio per l'emergenza sociale del tempo, ma per favore non diciamo che ciò che è stato fatto è giustificabile. E' stata semplicemente speculazione, il costruttore che ti ha tirato su il Vomero o Fuorigrotta avrebbe potuto guadagnare un 10% in meno (e certo non sarebbe morto di fame) costruendo garage sotto ad ogni palazzo, ed oggi avremmo una viabilità molto più vicina agli standard della decenza, e non staremmo ad aspettare come un grande evento l'apertura di un parcheggio pertinenziale...
02/05/2013 11:26
 
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Concordo con quanto detto da Smerlo :nel corso della speculazione edilizia le regole per costruire armonicamente sono state stravolte.
Le aree agricole ed i polmoni verdi che nel piano originario dovevano consentire uno sviluppo armonico sono stati trasformati "abilmente" in aree edificabili modificando i piani di sviluppo urbano.
L'addensamento urbano è stato aggravato con le conseguenze che ancora oggi si pagano.
La città è diventata più brutta ed invivibile.
C'è un enorme differenza tra i piani di sviluppo del Vomero realizzati dalla banca Tiberina con infrastrutture (funicolari ) belle strade ed edilizia di pregio e quanto realizzato in seguito.

Gli investimenti più massicci dovevano essere concentrati nel preservare la bellezza della città per salvaguardare la risorsa turismo, migliorare le potenzialità economiche della città con infrastrutture e aree di sviluppo sia industriali che agricole.
Il cemento come insegna la Spagna è un affare a breve (per pochi) mentre lascia segni indelebili per tutti.
[Modificato da Nuvola.CdN 02/05/2013 11:33]
02/05/2013 15:27
 
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Re: Re:
Coma White, 02/05/2013 10:58:

Ma quando mai, queste interpretazioni sociologiche le lascio a te, io ho usato il termine pressappochismo riferendomi al suo significato intrinseco (ovvero di un lavoro che lascia molto a desiderare per approssimazione).



E hai detto una stronzata, scusa sai...

Il fattore estetico non dipende dall'approssimazione.

02/05/2013 16:28
 
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http://video.gazzetta.it/Napoli_Giro2013_010513/cda7d8a4-b27b-11e2-961f-03477b91e3aa
[Modificato da _Gio'_ 02/05/2013 16:29]

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02/05/2013 16:54
 
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Re:
smerlo, 02/05/2013 11:25:

Beh, scusate se intervengo, ma il progettare strade mai realmente larghe come hanno fatto in qualsiasi altra città italiana o europea nel dopoguerra è stata una scelta obbligata? Non preoccuparsi praticamente mai di costruire box auto, nell'edilizia degli anni '60, è stata una scelta giustificabile?
Diciamo che erano anni in cui non si poteva guardare troppo all'estetica degli edifici, diciamo che si è dovuto costruire tanto, troppo proprio per l'emergenza sociale del tempo, ma per favore non diciamo che ciò che è stato fatto è giustificabile. E' stata semplicemente speculazione, il costruttore che ti ha tirato su il Vomero o Fuorigrotta avrebbe potuto guadagnare un 10% in meno (e certo non sarebbe morto di fame) costruendo garage sotto ad ogni palazzo, ed oggi avremmo una viabilità molto più vicina agli standard della decenza, e non staremmo ad aspettare come un grande evento l'apertura di un parcheggio pertinenziale...




Quoto in pieno.
02/05/2013 18:59
 
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Re:
smerlo, 02/05/2013 11:25:

Beh, scusate se intervengo, ma il progettare strade mai realmente larghe come hanno fatto in qualsiasi altra città italiana o europea nel dopoguerra è stata una scelta obbligata? Non preoccuparsi praticamente mai di costruire box auto, nell'edilizia degli anni '60, è stata una scelta giustificabile?
Diciamo che erano anni in cui non si poteva guardare troppo all'estetica degli edifici, diciamo che si è dovuto costruire tanto, troppo proprio per l'emergenza sociale del tempo, ma per favore non diciamo che ciò che è stato fatto è giustificabile. E' stata semplicemente speculazione, il costruttore che ti ha tirato su il Vomero o Fuorigrotta avrebbe potuto guadagnare un 10% in meno (e certo non sarebbe morto di fame) costruendo garage sotto ad ogni palazzo, ed oggi avremmo una viabilità molto più vicina agli standard della decenza, e non staremmo ad aspettare come un grande evento l'apertura di un parcheggio pertinenziale...



Anche tu fai confusione passando da un'epoca all'altra come se niente fosse. Nell'immediato dopoguerra si poteva non badare troppo all'estetica degli edifici, ma dopo lo si poteva fare, ed in parte lo si è anche fatto. Per quanto riguarda i box, li prevedeva la mai ben applicata legge Tognoli (che era dell'89), ma negli anni '60 non si avvertiva la necessità di dover parcheggiare le auto sottoterra, visto che si era in epoca di motorizzazione di massa, ma le auto non erano certo numericamente quelle delle epoche successive.

02/05/2013 19:20
 
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signori, quello dell'edificazione post-bellica è un interessante argomento di cui discuture...ma forse non sarebbe il caso di farlo in una discussione più appropriata che non sia quella del Giro?! [SM=x2819352]
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