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Napoli | De Architectura

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2020 13:04
27/10/2016 11:08
 
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Il palazzo delle poste compie 80 anni

napoli.repubblica.it/cronaca/2016/10/26/news/il_palazzo_delle_poste_compie_80_anni-15...

Magari si parla del degrado mostruoso causato sulle sue mura da quegli zozzoni, mancati esecutori di documenti a mano...
27/10/2016 15:22
 
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Provo anch'io rabbia per il vandalismo cui è stato sottoposto questo bellissimo edificio razionalista.
22/12/2016 16:54
 
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MappaNapoli, la magnifica ossessione del professore
La storia straordinaria di Italo Ferraro, che armato di matita lavora a un atlante completo della città
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La scoperta di un chiostrino quattrocentesco provocò in Italo Ferraro una sensazione di euforia. Euforia che non sembra abituale in lui, almeno da come sommessamente è arredato il suo studio d’architetto, tre stanze ricavate in cima a una scala un po’ arruffate, con il soffitto basso e dove ci si muove a stento. Tutti davano il chiostrino per distrutto durante i lavori del Risanamento che a fine Ottocento sventrarono il centro antico di Napoli.

Lui non si fidava di un’accreditata letteratura e calandosi in un locale caldaia da una finestra dell’ospedale dell’Annunziata, se lo trovò davanti agli occhi. Poi ne seguì il tracciato in un negozio lì a fianco dove i proprietari ne avevano incorniciato i reperti. Ed ecco che, un pezzo per volta, il chiostrino riprese forma nel rilievo che Ferraro tracciò su un quaderno. Un disegno minuto, millimetrico.

È così che Italo Ferraro, professore in pensione di progettazione architettonica, procedendo edificio per edificio, isolato per isolato, quartiere per quartiere, va componendo un mastodontico atlante di Napoli, una mappa che aspira alla totalità di quel che si è costruito nei secoli, antico e moderno, bello e brutto, sontuoso e sberciato, frutto d’ingegno progettuale e di sfacciata speculazione. «Senza pregiudizi », aggiunge, "perché la città respinge i pregiudizi e Napoli più di ogni altra non è responsabile di quel che le hanno fatto. Nessuna città è un oggetto perfetto e la bellezza la scopro ovunque, non è mai del tutto sopraffatta".

Ferraro, settantacinque anni, quaranta passati a insegnare, un paio di baffi ben pettinati, volge lo sguardo allo scaffale di fronte dove si allineano i nove volumi fin qui pubblicati di Napoli. Atlante della città storica che ora si arricchisce del decimo tomo, dedicato a Posillipo. Li osserva, li avvolge con il fumo di una sigaretta e li accarezza con la sua molle e colta parlata napoletana. Ogni volume è intitolato a una zona della città - i Quartieri Spagnoli, dallo Spirito Santo a Materdei, Stella, Vergini e Sanità, Chiaia, il Vomero -, conta settecento pagine, misura 30 centimetri per 24, pesa quattro chili e costa 200 euro. Lo schema si ripete. I tomi sono composti di saggi storici (non solo suoi, anche di illustri colleghi: Gaetana Cantone, Attilio Belli, Benedetto Gravagnuolo) seguiti dalle mappe dei piani terra e dai prospetti delle facciate di tutti, ma proprio tutti, i palazzi, i monumenti, le chiese, i monasteri, gli edifici pubblici, gli stabilimenti, ai quali sono dedicate corpose schede, arredate di foto, antiche vedute e cartografie.

Il rilievo e la mappatura vanno avanti da trent’anni e sono frutto anche del lavoro dei tanti studenti dei corsi di Ferraro. La parte sul centro storico è stata utilissima quando, negli anni Novanta, si è avviato il piano regolatore della città che ha introdotto una stringente tutela. Dal 2003 è iniziata la pubblicazione dei libri, che hanno avuto cadenza regolare, grazie al finanziamento della Società Metropolitana di Napoli e al sostegno del Premio Napoli quando a dirigerlo erano Ermanno Rea e poi Silvio Perrella.

Questi dieci volumi sono un unicum. Ferraro assicura che non c’è nulla di simile per nessun’altra città, ma "Napoli è Napoli, conserva strato su strato i tempi delle sue trasformazioni e ognuno può sperimentare le vie del centro antico come alcune migliaia di anni fa. Nulla si perde della cultura materiale delle prime epoche". All’inizio dell’impresa, Ferraro voleva limitarsi al centro storico. Poi, con i suoi collaboratori (i cui nomi ricorrono in ognuno dei volumi), ha verificato che molta storia figura nelle zone dell’espansione novecentesca, per cui "a Posillipo non c’è grande edificio che non sia costruito su un altro edificio: Napoli è cresciuta su sé stessa, persino quando sembrava spingersi oltre i confini". E così quando uscirà l’undicesimo volume su Fuorigrotta, quasi tutto il territorio comunale sarà coperto da questa imponente, minuziosa cartografia, che nella cura del dettaglio conserva qualcosa di giocoso.

Ferraro disegna e scrive a mano. I fogli che custodiscono la sua ordinata calligrafia sono sul bordo della scrivania, impilati a blocchetto. Ha già uno schema di quel che farà. Vuol mappare i quartieri periferici di Secondigliano, Barra e Ponticelli, quelli dell’edilizia popolare, delle Vele (che nel frattempo saranno abbattute). "Il secondo Novecento non è solo la cronaca di un massacro, basta guardare le opere di un architetto come Luigi Cosenza, dallo stabilimento Olivetti a Pozzuoli fino a villa Savarese a Posillipo". Dopo essersi spinto a Scampia, deciso a sottrarre lo stigma famigerato che l’opprime, Ferraro rimetterà mano ai primi volumi. Ha scovato all’Archivio di Stato le carte di contenziosi giudiziari che permettono di meglio dettagliare i particolari di diversi edifici. I proprietari sono evocati maniacalmente, sfilano signori e poveracci, prelati e badesse, geografia e storia s’incrociano perché non sfugga neanche un’inezia topografica.

Ferraro è nato al rione Sanità, il quartiere che mescola i mattoni e il tufo del suolo, gli sfarzosi palazzi Sanfelice e dello Spagnuolo, le catacombe paleocristiane e le cittadelle conventuali. Nel romanzo postumo di Rea, Nostalgia, Ferraro compare con uno dei volumi come guida del narratore nei percorsi dentro il rione dove "il ricordo dei morti si trasformava in una sorta di ossessione collettiva, in una forma di religiosità venata di pagana follia". La storia della città non finisce mai di condizionare il presente. Ferraro aveva svolto lo stesso ruolo in un precedente romanzo di Rea, Napoli Ferrovia. Ma alla Sanità il presente parla della violenza camorrista fronteggiata dai ragazzi delle cooperative riunite intorno alla Basilica di Santa Maria della Sanità e al suo parroco, don Antonio Loffredo. "Non me la sento di dire che l’Atlante contribuisca al riscatto di quello come di altri quartieri di Napoli", confessa Ferraro, "m’interessa però mettere le cose in chiaro. Io giro per la Sanità e attuo tutti i mezzi per stanarne la bellezza. Purtroppo gli stereotipi sono troppo forti, a partire da quello che ci descrive come un paradiso abitato da diavoli, il più falso di tutti".

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22/12/2016 17:07
 
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:applausi: grande Ferraro, quotissimo la parte sul secondo novecento
22/12/2016 19:49
 
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li voglio tutti. devo cominciare a fare questi investimento.
30/12/2016 23:23
 
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L'antico teatro dei Fiorentini
Lo so, questo potrebbe essere un post da trasformazioni urbanistiche, ma vorrei soffermarmi sul gioco prima-dopo (che ovviamente è troppo difficile da fare - anche perché vecchio e nuovo non combaciano per niente - quindi immaginatelo :coma:).

Queste due fotografie sono state scattate alla facciata principale e a quella laterale del teatro dei Fiorentini, che si trovava non proprio presso l'attuale via dei Fiorentini e la cara demolita chiesa di San Giovanni, ma un poco più giù.



Nella seconda foto (la facciata principale) la strada in questione tira dritta verso il vico Medina che ancora oggi possiamo varcare, l'antico vico Sghizzitiello, toponimo che indicava la presenza di una sala da gioco, una bella bisca, lo "sghizzitiello" appunto, come suggerisce del resto il detto che indica l'andare "pe' sghizzi e sghizzetielli"
[Modificato da CityN 31/12/2016 11:35]
18/03/2017 18:44
 
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E' iniziata la ricostruzione dell'angolo crollato di palazzo Guevara di Bovino alla Riviera.
[Modificato da popo84 18/03/2017 18:44]
18/03/2017 18:54
 
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Re:
CRIME 80, 22/12/2016 19.49:

li voglio tutti. devo cominciare a fare questi investimento.



Stanno ristampando i primi tre volumi, per ora terminati.
18/03/2017 19:54
 
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Re:
popo84, 18/03/2017 18.44:

E' iniziata la ricostruzione dell'angolo crollato di palazzo Guevara di Bovino alla Riviera.




Finalmente!!

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Salutandovi indistintamente..

http://www.pianofortegioiello.it/
09/05/2017 16:29
 
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È morto stamattina Nicola Pagliara, aveva 83 anni :(
20/07/2017 17:03
 
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Lo riconoscete?
Oggi questo elegante edificio su via Cesare Rosaroll a poca distanza da porta Capuana è un rudere, anche se "okkupato". Questo è l'unico motivo per cui non ve lo mostro nella discussione sugli edifici abbandonati (per la verità a questo punto mi piacerebbe un sacco che fosse abbandonato :coma:)

Ebbene, una volta questo era l'obitorio comunale! Costruito a partire dal 1914 e entrato in funzione nel 1927. Lo stile neogreco tipico dei dazi della periferia anch'essi ammalorati se non completamente diruti poteva ingannare circa la datazione di questo edificio (e per certi versi lo ha fatto) anche se sulla trabeazione al di sopra delle colonne centrali è visibile ancora oggi un'iscrizione che indica la fattezza almeno novecentesca (A. D. MCMXX...)

Non conosco le vicende successive, specialmente la sua chiusura e il conseguente abbandono della funzione originaria.
05/04/2018 09:27
 
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05/04/2018 09:42
 
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CityclassR4, 05/04/2018 09.27:

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/04/04/news/anche_villa_ebe_in_vendita_per_evitare_il_crac_del_comune-192996242/


Mi dispiace moltissimo al pari del mercato del pesce
05/04/2018 11:33
 
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Ma magari qualche albergatore l acquistasse.. Finalmente un po di dignità per quel castello.. Anche il resto magari si insediano attività per la nostra città ma che dobbiamo fare guardarcelinfinquando non diventano ruderi?

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Salutandovi indistintamente..

http://www.pianofortegioiello.it/
05/04/2018 12:51
 
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non ho letto l'articolo ma mi pare di aver capito che tutti questi beni non sono posti in vendita in modo esecutivo, ma sono una specie di garanzia a copertura del debito CR8 e relativa sanzione, giusto?

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Sono Brigante1981 ma gli amici mi chiamano BRIG!
05/04/2018 13:30
 
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Si

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http://www.pianofortegioiello.it/
05/04/2018 13:43
 
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Brigante1981, 05/04/2018 12.51:

non ho letto l'articolo ma mi pare di aver capito che tutti questi beni non sono posti in vendita in modo esecutivo, ma sono una specie di garanzia a copertura del debito CR8 e relativa sanzione, giusto?


Sono messi in vendita.nessuna garanzia
05/04/2018 15:40
 
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Re:
bubolazza, 05/04/2018 11.33:

Ma magari qualche albergatore l acquistasse.. Finalmente un po di dignità per quel castello.. Anche il resto magari si insediano attività per la nostra città ma che dobbiamo fare guardarcelinfinquando non diventano ruderi?



Concordo al 100 %. Purtroppo villa Ebe è già un rudere a causa dell'incendio. :(
[Modificato da Madeco 05/04/2018 15:40]
05/04/2018 15:42
 
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una struttura meravigliosa, che peccato
05/04/2018 15:44
 
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Ad averci soldi la acquisterei per viverci, altro che museo o albergo :P :D

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