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Napoli | Bagnoli

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2023 20:44
19/04/2012 16:55
 
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Bagnoli, stop ai cantieri
pignorati sette milioni regionali

Fondi bloccati dai creditori. Nuovo piano: trasloca Città della Scienza


Cambia il Piano attuativo di Bagnoli (Pua) nella sostanza e nella forma a
cominciare dalla delocalizzazione di Città della scienza e dal no al porto. Non
solo: nuove regole sulle altezze degli edifici e sulle volumetrie. Intan
to è corsa contro il tempo per mettere a posto le finanze della società di
trasformazione urbana Bagnolifutura il soggetto attuatore del Pua - che si è
vista pignorare almeno un conto romano dai creditori. Sicché il finanzia
mento regionale da 7,6 milioni invece di finire nelle casse della società
potrebbe andare in quelle dei creditori che attendono di essere pagati da mesi
e mesi.
Andiamo con ordine, cominciamo dal dato urbanistico. «Il piano urbanistico
attuativo di Bagnoli-Coroglio è da rivedere. C`è da riflettere se ci serve
davvero il porto e soprattutto se Città della scienza, un abuso edilizio, possa
ancora restare li dove è o essere delocalizzata dove prevede il Prg: non sulla
linea di costa ma oltre la strada, oltre le mura dell`area ex Italsider».
Parole di Luigi De Falco, non uno qualsiasi ma l`assessore
all`Urbanistica della giunta guidata da Luigi De Magistris che boccia il Pua
sulla scorta dei continui flop della vendita dei suoli. Il motivo principale
per il quale si deve cambiare è anche se non soprattutto questo. Se nessuno li
vuole un motivo ci sarà. Giova ricordare - tuttavia - che Città della Scienza
tecnicamente è un abuso edilizio, nel senso che il Prg in quel pezzo di Napoli
prevede il ripristino della linea di costa nella sua interezza. Vale a dire che
parco e spiaggia i punti di forza dell`intero Pua devono essere uno spazio
pubblico unitario di 190 ettari. Cosa impedisce tale disegno? Appunto Città
della Scienza, costruita in deroga al Prg sulla linea di costa con
l`obbligo di recuperare i costi di investimento entro 90 anni dalla sua andata
in funzione. Una formula voluta dall`allora sindaco Antonio Bassolino.
I 90 anni sono di fatto la garanzia sulla vita della struttura perché è il tempo
calcolato per il recupero dell`investimento. La conseguenza paradossale è che dislocarla potrebbe
essere problematico non per motivi logistici ma perché la Corte dei conti
pottebbe opporsi. Il ragionamento dei magistrati contabili - in buona sostanza
- è questo: se la si delocalizza ci sarà incertezza sul recupero dei costi,
tutti pubblici, per cui si configurerebbe da parte di chi vuole spostare Città
della Scienza un danno alle casse degli enti. Città della Scienza, Prg alla
mano, doveva trovare allo cazione dentro Coroglio e non sulla costa. A impedire
il ripristino della linea di costa poi c`è la colmata a mare da rimuovere - ma
lo Stato a cui tocca l`onere non ha un euro da investire - e il porto.
Dai soldi ai soldi, quelli che la Bagnolifutura si e vista pignorati. Una
grana scoppiata alla vigilia di Pasqua. A chiedere il pignoramento il
raggruppamento di imprese composto da Campoli-Tuccillo-Della Morte che hanno
portato a termine il parco dello sport. Il conto pignorato, stando a quello che
trapela, è romano, un giallo nel giallo perché quello sulla capitale non era
notissimo e l`unico non tenuto sotto osservazione dai creditori.
Che «sono tanti. La Bagnolifutura deve 20 milioni alla De Vizia per la bonifica, altri 3 per gli Studios, 2 per il
Turtle point e 500mila euro per il completamento della strada d`accesso al
parcheggio. Questi sono i principali creditori che potrebbero scatenarsi con la
richiesta di pignoramenti se la breccia aperta dall`Ati si aprisse sul serio.
Sono in corso trattative per scongiurare il crac finanziario. Le aziende
comunali non vivono un buon periodo, gli operatori del Caan (Centro
agroalimentare) per esempio non percepiscono lo stipendio da 3 mesi e ieri
hanno manifestato sotto Palazzo San Giacomo; le aziende di trasporto aspettano
il 27 sempre con ansia, la stessa Bagnolifutura non paga gli stipendi da inizio
anno, almeno non li paga a tutti, e si profilano cause di servizio. Per il
presidente Omero Ambrogi illavoro è tanto e molto intenso. Sullo sfondo c`è una
esposizione bancaria che supera i 300 milioni. Soldi che deve incassare la
Fintecna per la vendita dei suoli, altre aziende per i lavori svolti, interessi
maturati da saldare e tanto altro ancora. In linea teorica il rischio
fallimento è dietro l`angolo, sarebbe uno smacco per Palazzo San Giacomo e
soprattutto un pessimo segnale perla città e gli investitori visto che giustamente Bagnoli è ritenuta
dal sindaco uno dei due principali poli dello sviluppo della città. La vendita
dei suoli, rapida e a un prezzo congruo è l`unico modo per evitare il
fallimento dell`azienda e del progetto.


Il Mattino
[Modificato da bartol0 19/04/2012 16:57]

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Frullino, sei il mio battito d'ali
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