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Napoli | Odonomastica e toponomastica

Ultimo Aggiornamento: 21/11/2018 17:06
22/01/2013 14:20
 
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Re:
C'è da considerare anche il fatto che effettivamente in lunghi periodi storici solo poche donne hanno avuto l' occasione di mettersi in mostra.

CityclassR4, 22/01/2013 13:57:

Non si stravolgano toponimi storici e non si facciano "inguacchi" specialmente in centro.



Sì, potrebbero cambiare la toponomastica risorgimentale sempre più invisa.
11/02/2013 19:32
 
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questa davvero non la sapevo proprio
Gino Doria mi dice che nel ventennio via Cesario Console fu chiamata via Italo Balbo (dopo la sua morte) e contemporaneamente il vecchio toponimo fu spostato sapete in quale strada? Via Marina! Poi tutto fu ripristinato dopo il fascismo.
30/03/2013 15:55
 
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piazza Bovio si chiamava piazza Garibaldi???
Fonti indirette mi riferiscono che negli ultimissimi anni del XIX secolo piazza Bovio si chiamasse piazza Garibaldi (!!!) ...

Si riporta anche un filo-tradizonale "piazza di Porto" e il solito "piazza Borsa".

Per inciso, l toponimo piazza Garibaldi lo troviamo alla ferrovia dal 1904, corso Garibaldi dal 1891 addirittura.
30/03/2013 17:35
 
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Re: piazza Bovio si chiamava piazza Garibaldi???
CityclassR4, 30/03/2013 15:55:

Fonti indirette mi riferiscono che negli ultimissimi anni del XIX secolo piazza Bovio si chiamasse piazza Garibaldi (!!!) ...

Si riporta anche un filo-tradizonale "piazza di Porto" e il solito "piazza Borsa".

Per inciso, l toponimo piazza Garibaldi lo troviamo alla ferrovia dal 1904, corso Garibaldi dal 1891 addirittura.




non ne ho letto da nessuna parte piazza borsa con questa dicitura.
30/03/2013 17:56
 
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Appunto indirette.
07/04/2013 13:02
 
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Cercando informazioni su Settembrini ho trovato questa ctaione su Wikipedia:
"Durante la sua attività nell'ateneo napoletano, rammaricato per il disfacimento degli istituti e dei costumi napoletani a seguito dell'Unità d'Italia, agli studenti che si lamentarono di alcuni regolamenti, egli rispose: «Colpa di Ferdinando II!». Gli studenti stupiti gli chiesero le motivazioni ed egli replicò: «Se avesse fatto impiccare me e gli altri come me, non si sarebbe venuto a questo!».[11]"

La fonte dovrebbe essere Benedetto Croce (Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Laterza Editore, 1966, p.287.). Qualcuno di voi può confermare?
Sarebbe un' altra testimonianza importante.
07/04/2013 16:01
 
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non la sapevo questa.

In questi giorni sto leggendo "i Vermi", di Francesco Mastriani. E uno studio sulle classi periocolose di Napoli e di come il governo Borbonico non ne sapeva gestire la situazione. Lo scrive nel 1863, quindi a Unità avvenuta. Fa una sorta di denucia alle nuove istituzioni Italiane di quello che era la condizione del popolo e sui pericoli e problemi dove si sarebbe dovuto mettere mano. Mastriani fu un Antiborbonico e vide bene come molti altri letterati, il nuovo Regno D'Italia.

La cosa spaventosa era la condizione del popolo sotto il Re Ferdinando Secondo. Ancora più impressionante e ritrovare le stesse situazioni, pericoli e condizioni del popoli notevolemente peggiore ne "il ventre di Napoli della Serao"

I due libri sono scritti con lo stesso metodo narrativo da scrittore "Verista", infatti in entrambi i casi sto godendo perchè si ha una chiara testimonianza della toponomastica cittadina, usi, termi, e modi di fare che come la toponomastica oggi appaiono profondamente cambiati e in altri casi scomparsi.

Comunque se Mastriani fa una denuncia al governo Borbonico di come andavano le cose per il popolo, stessa cosa fa la Serao contro il governo Italiano, su molte cose già scritte da Mastriani anni prima, ma che con la Serao troviamo peggiorate.

Comunque la storiella curiosa è questa.

Ai tempi, quando il Re Ferdinando Secondo si recava alla Reggia di Caserta, durante il traggitto da esso fatto nei comuni che attraversava, i sindaci di questi provvedevano a non fargli trovare i "mendici" per strada, per non turbare la vista del Re, o semplicemente per tenergli nascosto delle cose che non andavano nel suo regno. Successe questo una volta. Il Re si Recava presso Caserta nella sua Reggia, durante il traggitto arrivato a san Nicola la Strada (appena prima di Caserta) il sindaco non fece in tempo a far togliere i vari mendicanti dalla strada, e questi visti dal Re che ne restò scosso, fu ordinato che venissero portati in un ospizio presso Maddaloni. Nella fretta di stilare l'ordinanza, il ministro preposto allora alla cosa, sbagliò con il scivere la parola "Mendici" con Medici. L'ordinanza fu inoltrata a tutti i sindaci della vecchia Provincia di terra di Lavoro che, nonostante il tanto stupore, provvedettero a far rinchiudere tutti i medici dell'attuale provincia di Caserta dentro quell'ospizio di Maddaloni.
13/04/2013 16:22
 
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Leggendo la rivista Napoli nobilissima (i fascicoli più antichi) ho scoperto una interessante cosetta.

Nel 1891 diventò commissario regio del municipio napoletano Giuseppe Saredo, non ancora in veste di inquisitore delle magagne del Risanamento.

Saredo nei suoi tanti provvedimenti, emanò un decreto sulla nuova toponomastica delle nuove strade da realizzare nel contesto del Risanamento. Ecco i nuovi toponimi:

1)Piazza dell'Unità Italiana alla piazza della Ferrovia (oggi piazza Garibaldi).
2)Corso Re d'Italia al grande rettifilo da realizzare, il quale scorrerà (leggo testualmente) "tra la detta piazza [cioè piazza dell'Unità Italiana, ndr] e la nuova [piazza] Garibaldi già Porto"
3)Piazza Agostino Depretis "alla nuova piazza ortogonale tra il rettifilo e via Duomo" (oggi piazza Nicola Amore)
4)Piazza Carlo III "alla piazza del Reclusorio"
5)Corso Garibaldi "alla presente via prolungata fino a piazza Carlo III"
6)Via Cesare Rossaroll (notate le due S!) "al tratto del corso Garibaldi tra piazza Principe Umberto e via Foria"
7)Via Alessandro Poerio "alla strada tra la nuova piazza dell'Unità Italiana e via Carbonara"
8)Via Pasquale Stanislao Mancini (quella che noi capre chiamiamo piazzetta Mancini, la quale esiste davvero, ma a sud della via, altra ndr) al tratto di strada "tra la nuova piazza dell'Unità Italiana" e via Maddalena
9)Piazza Guglielmo Pepe "alla presente piazza Garibaldi donde ha principio il borgo Loreto"
10)vari toponimi di nuove strade da aprire, sempre nello stesso ambito del Risanamento


Ora, voglio collegarmi al fatto che ho letto che piazza Bovio si chiamasse piazza Garibaldi. Benedetto Croce nel 1894 la sua famosa "denuncia" sempre su Napoli nobilissima L'agonia di una strada, cioè la strada di Porto, menziona la nuova piazza costruita come "la nuova piazza Garibaldi o della Borsa, o come altro la chiameranno".

Riassumiamo: prima del 1891 a Garibaldi era dunque intitolata l'attuale piazza Guglielmo Pepe. Nel 1891 avviene tale cambiamento, ma parimenti alla piazza della Ferrovia viene affidato il nome di "piazza dell'Unità Italiana". Vuoi vedere che piazza Bovio prima che morisse Giovanni Bovio era stata intitolata piazza Garibaldi, dal momento che si cercava una piazza a cui appioppare questo nome?
[Modificato da CityN 16/05/2014 23:40]
19/05/2013 20:14
 
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Corso Lucci
Passiamo ad una strada a cui oggi facciamo molta attenzione per via dei lavori che si stanno facendo: corso Arnaldo Lucci.

In origine questa strada era il tratto finale dell'alveo dell'Arenaccia, il quale sfociava appunto al ponte della Maddalena.

Da Gino Doria sappiamo che questa strada fu chiamata nel 1902 "via Stella Polare". Ma cosa vuol dire Stella Polare?

Tra il 1899 e il 1900 Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, compì una delle sue tante esplorazioni geografiche: fece infatti una spedizione al polo nord con la nave chiamata appunto "Stella polare". Il consiglio comunale decise nel 1902 di rendere tributo alla spedizione. Vedete inoltre che la piazza dove un tempo terminava via Stella Polare si chiama proprio piazza Duca degli Abruzzi.

Arnaldo Lucci, napoletano socialista assai impegnato, morì il 15 novembre 1945. Gianni Infusino dice che già nel settembre del 1946 fu deciso di intitolargli una strada e la scelta cadde (dopo una promozione a corso) sull'ex « Via Stella Polare ».

Oggi il toponimo Stella Polare resiste nel deposito di filobus dell'Anm che sorge alla fine di corso Lucci, all'incrocio con via Volta, e nel rione Stella Polare, quel palazzo che sorge tra corso Lucci e via Vespucci, costruito tra il 1951 e il 1953 (per maggiori informazioni, vedere thread del Borgo Loreto).
28/05/2013 13:18
 
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La toponomastica dei ponti sull'asse costiero
Vi siete mai chiesti per quale motivo ci siano tutti quei ponti sull'asse costiero dopo via Nuova Marina? E perché si chiamano in quel modo? Tra poco lo saprete!
28/05/2013 14:27
 
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certo che si!
01/06/2013 00:52
 
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Eccoci qua.

Bene, partiamo subito dal primo ponte che incontriamo: il ponte della Maddalena. Su di esso si è detto tantissimo e non voglio ritornarci, tanto è pieno di storia che non finirei mai.

Occupiamoci degli altri due toponimi relativi ai ponti: il ponte dei Granili e il ponte dei Francesi.

Via Ponte dei Granili la troviamo tra via Reg(g)ia di Portici e via Ponte dei Francesi. Dico "reg(g)ia" perché sostengo che il toponimo è stato corrotto nel tempo, per cui da via regia di Portici (si capisce il significato) si è passati a via Reggia di Portici, e proprio il fatto che andando verso est si raggiunge in un modo o nell'altro la reggia porticese ha determinato questo mutamento.

Sappiamo tutti che la zona orientale di Napoli era fino all'Ottocento una zona paludosa, ricca di acque e coltivazioni. Ecco, proprio dopo un'alluvione avvenuta nel 1822 il Genio borbonico, e in particolare il capitano Colella, realizzò il cosiddetto "alveo comune di Pollena", un canale che convogliasse le acque torrentizie provenienti dal Vesuvio (da Pollena) affinché non allagassero la zona, che era sì tanto ricca di acque, ma sappiamo che "il troppo stroppia".

Questo canale in linea retta va verso sud-ovest (oggi lo possiamo trovare grazie alla strada che scorreva lungo il suo argine, via Argine appunto) e sfocia dopo il palazzo dei Granili di Ferdinando Fuga (da più di cinquant'anni scomparso) nella zona detta "dei Gigli" (poi ci torniamo). Nel 1826 sempre il capitano Colella realizzò un ponte che scavalcasse l'alveo di Pollena alla foce, e fu chiamato "ponte dei Gigli" perché appunto sorgeva nella zona dei Gigli.

Perché "Gigli"? Ci viene in aiuto quel grande botanico che fu Michele Tenore, il quale si legò indissolubilmente all'Orto Botanico (tant'è che la "salita alle Croci", che lo costegga a ovest, prende il suo nome). Michele Tenore riferisce che nella zona dopo il ponte della Maddalena era di casa il pancratium maritimum, comunemente chiamato "giglio di mare".

Nel 1828 Stefano Gasse realizzò a ridosso di questo ponte (dopo di questo per chi va a San Giovanni, prima per chi va a Napoli) due barriere doganali: l'Officina della Gabella e l'Officina del Mercato Vaccino. Ragion per cui il ponte fu chiamato "ponte della Dogana".

Ecco un'immagine delle due barriere doganali. La dogana in primo piano oggi non c'è più, al contrario di quella che si scorge a stento sulla destra della foto, anche se è un povero rudere.



Oggi il ponte del Colella non esiste più, infatti oggi gli ha preso il posto un cavalcavia anonimo per i raccordi col porto. Anche l'alveo di Pollena non esiste più. Del toponimo "Gigli" abbiamo una traccia nella via Marina dei Gigli, che ci ricorda un luogo amenissimo da troppo tempo scomparso.

Nella foto vediamo un ponte, che non è quello dei Granili-Gigli-Dogana, ma è quello dei Francesi. Ora bisogna fare un pò di teorie sul perché si chiami ponte dei Francesi, rifacendoci a due importanti storici: Gino Doria e Franco De Arcangelis, che hanno scritto entrambi un'opera di toponomastica cittadina.

Gino Doria riporta troppo frettolosamente che il ponte è detto dei Francesi perché legato alle vicende militari del 1799 dell'esercito di Championnet che entrò a Napoli.

Ed ecco Franco De Arcangelis, che - a mio parere - è più oculato e scrupoloso nell'analizzare il toponimo. Avete mai notato che sotto il ponte dei Francesi passa la ferrovia Napoli-Salerno? Bene. Dovete sapere che in epoca preunitaria ci passava la mitica Napoli-Portici, costruita - guarda un pò - dal francese Armand Bayard.

De Arcangelis ritiene dunque che il ponte sia stato costruito dalla società di Bayard per proteggere i due flussi: ferroviario e pedonal-carraio.

Non a caso il ponte sembra assai vetusto, specie nelle arcate (la foto è de lestradeferrate.it, un sito molto interessante e preciso), cosa che ci fa pensare che con ogni probabilità è di epoca risalente; ciò combacia con la spiegazione di De Arcangelis.
[Modificato da CityN 08/10/2015 16:14]
01/06/2013 10:17
 
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Re:
CityclassR4, 13/04/2013 16:22:

vuoi vedere che piazza Bovio prima che morisse Giovanni Bovio fosse stata intitolata piazza Garibaldi?



No, si chiamava piazza della Borsa.
04/02/2014 18:12
 
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Questa la dedico a Crime
Con la prammatica del 6 gennaio 1779 emanata da re Ferdinando IV di Borbone, la città venne suddivisa, ai fini della pubblica sicurezza, in dodici quartieri: Avvocata, Chiaia, Mercato, Montecalvario, Pendino, Porto, San Carlo all'Arena, San Ferdinando, San Giuseppe, San Lorenzo, Stella, Vicaria. Nel 1792 furono affissi nelle vie dei quartieri targhe stradali e numeri civici, questi ultimi costituiti da mattonelle quadrate di ceramica chiamati ‘quadrelli’. I 'quadrelli' erano incassati nei muri degli edifici a circa tre metri di altezza dal piano stradale ed erano di venti centimetri di lato. La disposizione stabiliva, infatti, che i numeri civici dovessero essere in mattonelle di ceramica stagnata, di colore bianco con bordo giallo e nero, al centro delle quali si evidenziava il numero in colore nero.
06/02/2014 12:22
 
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Storia di Via Santa Maria a Cubito

L'antica circumvallazione borbonica...

L'attuale strada provinciale, denominata via Santa Maria a Cubito, fu progettata ed ultimata per interessamento dei sovrani Borbonici. Venne però inaugurata nel 1861, quando ormai era già stata proclamata l'Unità d'Italia. L'arteria provinciale allora misurava 30 Km ed aveva quaranta ponti.

Secondo alcuni scrittori, come lo studioso Domenico Chianese (autore dell'opera: "I Casali antichi di Napoli") e ancora altri autori (*), la denominazione della strada sarebbe stata ispirata dal nome della chiesetta di campagna che fu edificata nel XIV secolo, nel territorio giuglianese-aversano.

Infatti, secondo queste testimonianze, il nome di Santa Maria a Cubito (nome dato inizialmente alla chiesetta e poi esteso alla strada) è strettamente correlato ad un episodio alquanto leggendario, che sarebbe accaduto durante una battuta reale di caccia, che si svolgeva in quella zona, quando al sovrano di Napoli fu annunciata l'avvenuta canonizzazione di Ludovico d'Angiò, suo parente (Ludovico fu erede designato al trono di Napoli e rinunciò in favore del fratello Roberto d'Angiò, detto "il Saggio"). Il Santo mori a ventitré anni, nel 1297 e fu canonizzato col nome di san Ludovico d'Angiò o di Tolosa.



All'apprendere la gaudiosa notizia, il sovrano scese da cavallo, si inginocchiò e baciò la terra: quindi il significato del termine "A Cubito" ("CUBAVIT SE"), significherebbe: inginocchiato, prostato a terra!

All'inizio di questa imponente opera ottocentesca, nella zona di Capodimonte (alla derivazione con Via Miano), fu posta una lapide che esiste tutt'oggi, che riporta la seguente scritta:

VIAM HEINC AD MONTEM USQUE DRAGONIS
PAR MILLE PASS - XXV CUM TRIENTE
ET CASCANUM APUD SESSAM
PER XXX PASSUUM MILLIA
STRATAM ABSOLUTAMQUE ANNO MDCCCLXI
VIATOR VIDES
QUAE
PONTIBUS ARCUATIS XXXX INTERIECTIS
COMMODO PUB INSIGNI
VIAS VIII COMMUNES APTE SECAT
PARS OPERIS COSPICUA
AQUOR COERCITIONES ALVEINFER – VOLTURNI
QUAE SUBIECTIANTE AEQUORA CAMPI
LATE PASSUM DABANT



Il significato della scritta riportata sulla lapide è pressappoco questo: "Questa strada che va da Capodimonte fino a Mondragone, per una lunghezza di circa 25 Km, raggiunge la località di Cascano, presso la città di Sessa Aurunca.
Per 30 miglia è una strada perfettamente completa e lastricata, è stata completata nell’anno 1861.
Caro Viandante, osserva che furono edificati 40 ponti ad arco, posti ad intervalli per adattare il territorio attraversato e per farne un percorso di utilizzo pubblico, sono stati uniti otto Comuni, attraversandoli utilmente per un considerevole tratto.
Sono state incanalate le acque del tratto inferiore del fiume Volturno, trasformando quei terreni acquitrinosi in una fertile pianura".

La strada continua ad assolvere egregiamente, ancora oggi, la sua funzione originaria, ossia è una delle piu importanti direttrici che collegano il capoluogo partenopeo alla sua provincia. Lungo il suo sviluppo, nella parte napoletana, s'incontrano, nei primi 5-7 chilometri, ben 2 quartieri della VIII Municipalità, assieme alle loro note località: San Rocco, Frullone, Marianella e Chiaiano.

Il primo tratto è denominato Via Emilio Scaglione.


Architettonicamente imponente, il ponte chiamato di San Rocco Nuovo, è il primo ponte che s'incontra e fu costruito per scavalcare il lussureggiante Vallone San Rocco.

Curioso è il sovrappasso sulla cava di Chiaiano (fino a pochi anni fa si poteva ancora vedere l'occhiolo di areazione della sottostante cava di tufo) e, poi, il già ricordato ponte di Chiaiano, che fu salvato dai partigiani nelle Quattro Giornate di Napoli. Da non dimenticare lo sconosciuto ponte di Marianella, del quale bisogna ancora approfondire la sua evoluzione storica.
Alla fine del '800 fu realizzata la linea a vapore delle Tramvie del Nord, poi elettrificate e divenute Tranvie di Capodimonte.

Qualche decennio dopo l'inaugurazione furono realizzate importanti assi viari di collegamento ai quartieri attraversati, come Corso Marianella, Corso Chiaiano, Via G. A. Campano e Via Napoli a Mugnano. Nel Giubileo del 1925, all'incrocio con il corso Marianella, fu inaugurato il monumento dedicato a S. Alfonso dei Liguori.

Nel 1996 è stata inaugurata la stazione sopraelevata della metropolitana collinare, di "Chiaiano-Marianella", che è forse la più trafficata stazione della linea metropolitana cittadina, dotata di ben due parcheggi di interscambio e una fermata in banchina degli autobus in transito.
Oltre il confine della città di Napoli, la strada provinciale interseca molti popolosi comuni del suo hinterland: Mugnano, Marano, Calvizzano e Qualiano, per poi proseguire, come indica la targa, verso il litorale domizio.

Su questa strada esistevano in passato diverse taverne, come l'antica "Taverna del portone", famosa per l'avvenuta cattura del temuto brigante (ex tenente borbonico) Antonio Cerullo. Le taverne furono qui costruite per sfruttare il sostenuto traffico quotidiano di mercanti e viaggiatori, infatti si permetteva il cambio dei cavalli, la sosta per un pranzo frugale o il riposo.

(*) "Archivio Storico Campano" di Angelo Broccoli, 1894, volume 2, Parte III

Lapide stradale e deposito dei trasporti cittadini, detto "Garittone"




Primo ponte che si incontra Ponte Nuovo di San Rocco

__________________________
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

28/03/2014 22:47
 
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Da Cittadinanza attiva

A seguito delle dichiarazioni del portavoce del Comune di Napoli,che vorrebbe convertire piazza Carlo III in piazza Berlinguer,diciamo NO e ci opporremo con tutte le nostre forze!

post scritto in risposta a queste dichiarazioni

"Francesco Donzelli (ufficio stampa comune napoli)
"La proposta di cambiare nome a piazza Carlo III in piazza Enrico Berlinguer ha già raccolto l'entusiasmo di molti. Ma dobbiamo esserne ancora di più. La cosa ancora più importante è il dibattito che si è aperto sulla riqualificazione della piazza e sull'impiego di Palazzo Fuga. Molto bene, tutte queste cose devono convivere in uno stesso progetto. Continuiamo a raccogliere adesioni e immaginiamo, nei prossimi giorni, di organizzare banchetti per la raccolta firme.""

[SM=x2819644] [SM=g3815407] [SM=x2826687]

__________________________
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

29/03/2014 08:52
 
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comunque dovrebbe essere una proposta di un consigliere della IV Municipalità,non capisco perchè si riporti "Ufficio stampa Comune Napoli" o "dichiarazioni portavoce Comune Napoli"...

anzi forse ho capito...

[Modificato da ForzaNapoli.80 29/03/2014 09:02]
29/03/2014 11:31
 
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giusto, il Comune non c'entra niente e sarà comunque difficile che la commissione toponomastica approvi questo cambiamento. Per quanto mi riguarda Berlinguer meriterebbe pure un posto nella toponomastica, ma non sostituendosi a Carlo III.
[Modificato da Na.Samurai 29/03/2014 11:34]
29/03/2014 12:27
 
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Admin
Ma non scherziamo proprio... piazza Carlo III deve restare per almeno altri 1000 anni!

In verità ci sta un posto che potrebbe essere adatto per diventare piazza Berlinguer, è centrale e prima era una strada ora è diventato un "largo"... [SM=x2819353]

__________________________
https://projecteuler.net/profile/Gjemon.png
29/03/2014 17:44
 
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Mamma mia che strunzata megagalattica! [SM=x3092591]

Complimenti inoltre ai signori cittadini che fanno una genuina disinformazione.
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