Il problema del disarmonico sviluppo del territorio del napoletano è connesso alla cementificazione intensa, selvaggia e disordinata non alla presenza di Aziende come la Amstrong.
Essa ha alterato in modo irreversibile il rapporto tra verde (vedi aree collinari) ed aree urbanizzate e per di più senza realizzare infrastrutture al supporto (strade, parcheggi, aree verdi e per lo svago etc).
Parliamo sia della città che del circondario di Napoli.
La cementificazione dell'entroterra campano ha eliminato la possibilità di uno sviluppo forte di attività connesse alla terra dalle coltivazioni, agli agriturismo garantendo un effimero ritorno
Le industrie presenti a Napoli e provincia (area est , ovest) hanno assicurato il progresso sociale e civile delle popolazioni assicurando lavoro a decine di migliaia di persone.
E dalla loro crisi che sono scaturite problematiche e scollamento sociale.
Senza l'italsider credi che a Bagnoli sarebbero rimasti i vigneti ? Più probabilmente avresti avuto una nuova Pianura e non avresti uno spazio su cui operare anche se da bonificare.
Molte aziende sono poi anche molto belle architettonicamente:
la fabbrica Olivetti di Pozzuoli è un vero capolavoro ed anche il panorama dell'area est con le sue ciminiere, le gru del porto i suoi assi viari non è affatto male.
La riconversione di queste ex aziende può essere un occasione di sviluppo. (vedi interventi su ex fiera campionaria di Milano)
Gli interventi a Brin 69, ex cirio, rappresentano esempi virtuosi di rigenerazione urbana.
[Modificato da Nuvola.CdN 27/11/2017 07:10]