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La vicenda della nave asilo Caracciolo.

Dal 1913 al 1928 centinaia di bambini sono stati accolti sulla nave Caracciolo quando questa era ormai vetusta

I bambini erano quelli dei quartieri poveri di Napoli, strappati alla strada, alla miseria, al degrado e spesso alla violenza.

Tutto questo grazie a Giulia Civita Franceschi, chiamata "la Montessori del mare", che fece di questa nave asilo un modello educativo apprezzato e studiato in tutto il mondo.

la «Nave Scuola Marinaretti Caracciolo» venne inaugurata nell’aprile del 1913.

Sovvenzionata dal governo con 16.000 lire all’anno, la nave scuola era gestita da ex ufficiali di Marina, mentre personale inquadratore anch’esso della Regia Marina era incaricato della disciplina e l’istruzione era impartita da ex sottufficiali di Marina per la parte militare, e da insegnanti civili per la parte elementare (meccanica, falegnameria, geografia e biologia).

Medici civili, tra cui il dottor Guido Bocca, che operò gratuitamente, si occupavano delle questioni igienico-sanitarie.

Per oltre un decennio la Caracciolo rimase ormeggiata in tali funzioni al molo Beverello del porto di Napoli, poi venne spostata al Pontile Vittorio Emanuele ed in ultimo nella parte interna del Molo San Vincenzo del medesimo porto, anche se in estate la nave si trasferiva a Castellammare di Stabia.

Giulia Civita diresse la scuola dall’agosto 1913 (quando in pochi mesi l'istituzione raccolse già 51 allievi) sino al 1928 (quando venne allontanata dal fascismo per far assorbire la scuola dall’Opera Nazionale Balilla), periodo durante il quale 750 tra orfani di marittimi e ragazzi abbandonati vennero accolti e rieducati.










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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso