00 21/11/2013 09:47
Piero Pelù: «Campani scusateci,
la mia Toscana vi ha avvelenati»

Il rocker «prova vergogna» per le scoperte nella Terra dei fuochi. «Saprò come farla pagare a chi di dovere»


NAPOLI — «Come toscano mi scuso con la Campania e colgo l'occasione per farlo dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno. Ho letto giorni orsono che tra i rifiuti tossici ritrovati nella terra dei fuochi ci sono anche quelli toscani. Anche la mia civilissima Toscana ha fatto questo? Ne ho sofferto. Mi vergogno e vi prometto che saprò nella mia terra come farla pagare a chi di dovere». Parole di Piero Pelù, sincere e cariche di rabbia.

ALLA FNAC - Il rocker fiorentino (che oggi, mercoledì, alla Fnac di via Luca Giordano alle 17 presenterà il suo nuovo cd «Identikit»), un pezzo di storia della musica italiana, continua nel suo sfogo: «Il dramma della terra dei fuochi riguarda noi tutti; è un errore circoscriverlo. Dobbiamo stare attenti a non perdere mai di vista la nostra libertà di cittadini. Ci vuole coraggio ma agendo tutti insieme mi piace sperare che ci possa essere un nuovo futuro».

«NON MI SONO MAI TIRATO INDIETRO» - Piero Pelù è un artista vero, uno di quelli che da sempre ci ‘mette la faccia': «Non mi sono mai tirato indietro — continua — non si può distinguere la musica dal mondo: la musica è figlia del quotidiano, del momento storico. Circa dieci anni scrissi Occhi, canzone dedicata ai profughi ("E sbarcano segnati dall'immensità dei mari… e dei ricordi scavalcano le onde paraboliche verso un niente che ha fretta…"); qualche anno dopo ho composto Fiorirà in cui parlavo della protesta dei giovani di Locri contro lo strapotere della ‘ndrangheta e di tutte le mafie in Italia.
Nell'estate del 2006 ho ricevuto anche una lettera anonima di minacce. Denunciai subito l'accaduto ai carabinieri». Purtroppo entrambi i brani sono ancora oggi quanto mai attuali al punto che li ha inseriti nel nuovo album Identikit (Teg/Sony Music) in cui ripercorre gli ultimi 14 anni della sua vita. «Proprio così. Attuali, purtroppo.


GIGI D'ALESSIO E LA TERRA DEI FUOCHI
Pausa di riflessione [SM=x2819346] [SM=x2819346] [SM=x2819346]

- Intanto, sulle morti per tumore nella Terra dei fuochi, interviene anche il cantautore napoletano Gigi D'Alessio: «Non voglio difendere nessuno, Nord o Sud, destra o sinistra, so solo - afferma D'Alessio - che le terre sono zeppe di veleno e le persone muoiono di cancro. Io ho perso mia madre, mio padre e mio fratello per il tumore, ma il problema è che non c'è futuro per chi deve ancora nascere e intanto questi litigano soltanto e non si concretizza nulla». Colpa del sindaco? «Del sindaco con tutto rispetto... io voglio difendere la popolazione, deve intervenire la Comunità europea e ci vuole la volontà di tutti». Il problema però - dice ancora l'artista, parlando questa volta del disastro in Sardegna - è che «chi deve fare il proprio lavoro non lo fa: la colpa è sempre di chi ci amministra. È come se andassi su un palco e non cantassi, questi rischi si devono prevenire, non si può - conclude - giocare con la vita delle persone».

E poi perdonatemi una variazione sul tema: ma che è sta storia del rock? Non mi dite che mo si mette a fare canzonette rock impastate col suo lamento??? Sparatemi vi prego
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Ritornando al discorso sull'attualità, nell'inedito «Sto Rock» canta: «Il rock affila i denti contro gli arroganti come te». E' una sorta di manifesto? «Sì. Io affilo i denti, mi indigno per le cose assurde che accadono, come il disastro ambientale che hanno procurato alla vostra — ma anche nostra — meravigliosa Campania Felix; uccidendo chissà quante persone innocenti. La malavita organizzata può arrivare ovunque, ma noi possiamo stare attenti, abbiamo il dovere di farlo, tutti insieme».
[Modificato da Ninconanco81 21/11/2013 09:53]

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso