Sulla Milano-Brescia si gioca a calcio perchè non passa nessuno. Uno stadio improvvisato che potrebbe costare 480 milioni di euro.
Si può giocare a pallone, fare i pic nic, correre in bici: non stiamo
parlando di un parco pubblico ma di un'autostrada. Si proprio così
se il tratto autostradale in questione è l'autostrada A35, nota anche
con la sigla BreBeMi, che collega dal luglio 2014 le città di Milano
e Brescia con un percorso posizionato più a sud rispetto al tracciato
dell'autostrada A4 e per questo anche chiamata autostrada doppione.
Se pur può sembrare una frase scherzosa, una partita di pallone è
andata in scena qualche giorno fa sulla A35, per dimostrare
provocatoriamente che quel tratto di strada non ha senso. Un vero
modo per spendere soldi senza nessun criterio mentre nel sud
dell'Italia intere aree sono servite da un sistema viario da terzo
mondo (con tutto il rispetto per il terzo mondo). Alcuni centri,
sopratutto nell'entroterra Calabrese, Pugliese, Campano e Lucano
rischiano quotidianamente l'isolamento a causa della mancata
manutenzione delle arterie di collegamento. Dall'altra parte
dell'Italia invece ci si diverte a tagliare il nastro di autostrade
senza futuro e senza utilità. A dirlo non siamo noi ma gli stessi
abitanti del luogo (tre giovani di Bergamo) che nel pomeriggio di
sabato scorso, mascherati e irriconoscibili, hanno raggiunto la nuova
autostrada e, dopo essersi fermati in corsia di emergenza, si sono
dedicati a una partitella di pallone sulla carreggiata in direzione
di Milano. Episodio simbolico di un'infrastruttura che, a quanto
pare, stenta a decollare. La società di gestione dell'autostrada
aveva fornito alcuni dati subito dopo l'inaugurazione, il 23 luglio:
si parlava allora di una media tra i 16 e i 18 mila utenti al giorno.
Di recente, secondo una rilevazione a vista di Legambiente, con
volontari piazzati fuori dai caselli, gli utenti non vanno comunque
oltre i 16 mila. La società di gestione comunicherà, forse, altri
numeri ufficiali entro la fine del mese, o probabilmente il 23, a tre
mesi dall'apertura. Una strada per pochi che è costata un vero
patrimonio. La BreBeMi è stata realizzata in finanza di progetto con
dei costi di costruzione inizialmente stimati a 1 420 milioni di €
che sono arrivati alla cifra di 2 400 milioni di euro. BreBeMi è
inoltre l'autostrada italiana con il pedaggio più alto: circa 0,15
€/km contro gli 0,07 €/km della A4. Riepilogando i 50 chilometri
della nuova direttissima da Milano a Brescia che corrono quasi
paralleli all'A4 sono semivuoti: a fatica si arriva a 20mila transiti
al giorno. L'opera è costata 2,4 miliardi di euro ed è stata
pubblicizzata come costruita solo grazie ai privati ma ora la società
chiede al governo un contributo di 80 milioni. Stessa storia e stesso
posto. Dall'altra parte del Bel Paese invece si pensa ancora a come
poter arginare nella quotidianità le fragili strade che collegano le
varie regioni come ad esempio la Pedesubappenninica, realizzata negli
anni '90 con lo scopo di collegare i caselli autostradali di Candela
e Poggio Imperiale e quindi eliminare l'isolamento che ha
caratterizzato per anni i centri del preappennino Dauno-campano-
molisano. Questa strada non è mai stata terminata lasciando i centri
nel competo abbandono e facendo registrare una forte emorragia
demografica che ha portato la zona ad un netto calo delle residenze
(si parla del 40%) negli ultimi 10 anni. In Calabria la situazione
non cambia e in Sicilia si assiste allo stesso cliché con
l'incompiuta da oltre vent'anni che doveva collegare i monti Iblei
alla Ragusa-Catania. Se pur privata sulla A35 si affaccia l'ombra del
finanziamento pubblico visto che Brebemi ha chiesto al governo, oltre
al prolungamento della concessione da 20 a 30 anni, un contributo di
80 milioni di euro e una defiscalizzazione dei lavori già ultimati
che farebbe rimanere in cassa altri 400 milioni e passa. Staremo a
vedere come finirà questa storia anche perchè il Governo dovrà prima
terminare il fragile e complesso sistema viario pubblico (sopratutto
al Sud) prima di poter si permettere di elargire finanziamenti per
strade inutili
sprechi italiani
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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso