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[SM=x2819237] più suggestiva come location [SM=x2819344]


comunque è stato molto istruttivo conoscere un po' della storia della Mostra d'Oltremare, io che ne sapevo poco o niente. ed è straordinario pensare che negli ultimi 10 anni siano state recuperate tante strutture che versavano nell'abbandono da anni, se non da decenni: dalla Fontana dell'Esedra al Cubo d'oro, dall'Arena Flegrea al Padiglione dell'America Latina e altre ancora. e non è finita qui: come ho già scritto entro l'anno verrà riaperto il ristorante della piscina olimpionica: un bellissimo edificio con una vetrata che affaccia sulla piscina, i pavimenti maiolicati e degli affreschi meravigliosi alle pareti. e ancora il Teatro dei Piccoli, che riaprirà entro l'estate, la Torre delle Nazioni, l'albergo a 4 stelle... l'albergo, quello sarà davvero fondamentale. gli obiettivi sono tanti e ambiziosi: dal fare di Napoli una delle prime città fieristiche d'Europa a mettere l'Arena Flegrea al centro di un grosso progetto di valorizzazione, al fine di renderla un punto di riferimento culturale e artistico per la città. sono fiducioso, ce la faranno.

dopo queste cose, ha detto saggiamente la guida, l'obiettivo dev'essere quello di integrare perfettamente la Mostra d'Oltremare nella città. perchè la Mostra è da sempre un corpo estraneo, un'entita che i napoletani hanno sempre percepito a sè stante. emblematico un episodio che ci raccontato: un ingegnere in visita alla Mostra che d'un tratto chiedere: "scusate, ma la mostra d'oltremare è la fiera della casa"? ecco, bisogna evitare che in futuro la gente ponga domande del genere, far sì che la Mostra diventi un bene comune, come direbbe giggino. arriverà quel giorno prima o poi.

due grandi rimpianti:

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questo era l'ingresso monumentale di via Terracina, il più bello di tutti. fu distrutto dalla seconda guerra mondiale e non venne mai ricostruito.

- le serre botaniche, una meraviglia della natura e dell'architettura, che in seguito allo sciagurato terremoto dell'80 cessarono di vivere per dar spazio ai container di chi quell'anno perse la propria casa. oggi in quello spazio c'è un parcheggio; chissà che un giorno a qualcuno non venga in mente di restituire quell'area alla sua antica funzione...

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Frullino, sei il mio battito d'ali