00 05/03/2012 13:42
Re:
MiZaR-82, 05/03/2012 12.35:

Più che sui dati, che hanno un trend ben definito, io direi che mi interessano le implicazioni.
L'occidente ha "avuto il suo tempo", e adesso gli stati che, per un motivo o per un altro prima erano indietro (regimi, colonizzazioni, analfabetismo etc) ora stanno sfruttando le loro risorse, anche in termini di forza lavoro, e stanno avendo una crescita economica esponenziale. Questo semplificando al massimo.




In relazione a questa parte, in realtà le cose si presentano con molti più chiaro-scuri di quel che sembra.

E' vero che le metropoli dei paesi in via di sviluppo si presentano come la faccia più visibile della crescita economica delle economie emergenti, ma purtroppo questo sviluppo è in gran parte insano.

Queste città, per diversi motivi, fungon da catalizzatore di fenomeni di urbanismo da parte di fette di popolazione agricola povera, che si spinge in città alla ricerca di condizioni migliori di vita.

Ma queste città, a differenza di quelle occidentali del XX secolo, non hanno un tessuto economico così forte alle spalle, e non presentano offerte di lavoro che possano soddisfare una popolazione in crescita così vertiginosa.

Questo porta ad una crescita fuori controllo, che si manifesta nelle baraccopoli e gli slum delle città asiatiche, delle favelas enormi ed i quartieri abusivi nei dintorni delle metropoli sudamericane, con conseguenti problematiche ambientali e sociali.

La sociologa Saskia Sassen ha descritto in alcuni suoi lavori l'economia di queste metropoli, spesso legata soprattutto a lavori sottopagati nel settore dei servizi alla persona (ristorazione, imprese di pulizia, commercio ambulante). Un'economia del sommerso che si presenta senza garanzie e con sitazioni di disagio e di instabilità che poi sfociano in conflitti.


Il problema è che questo fenomeno pare potersi esaurire non prima di 20 anni...nel frattemp la situazione di queste città è sempre più critica.

[Modificato da Linea68 05/03/2012 13:42]