00 16/02/2012 16:51
Appunto, campa cavallo che la Camorra cresce.
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SUL «CORRIERE DELLA SERA»
Grazzanise, la questione in consiglio:
sarebbe il terzo aeroporto in soli 90 km
Il governatore sembra orientato a dire no, così come
il governo Monti, ma il partito dell'aeroporto preme


ROMA — Dopo Frosinone e Sibari, adesso è la volta di Grazzanise. Se ogni Provincia vuole un aeroporto internazionale, perché impedire a Caserta di sognare? Ecco perciò che oggi al Consiglio regionale della Campania i sostenitori del progetto giocheranno il tutto per tutto, nel tentativo di averla vinta. Non valgono le considerazioni sui costi, enormi: almeno un miliardo di euro, ma è una cifra puramente indicativa (ovviamente per difetto). Né quelle sulla densità esagerata delle nostre, spesso scadenti, infrastrutture aeroportuali: con Frosinone e Grazzanise, Lazio e Campania ne avrebbero ben sette in un arco di appena 350 chilometri. Tre nei soli 90 chilometri che separano Caserta da Salerno. Certo, per evitare la congestione c'è sempre la possibilità di abolirne qualcuno, come va dicendo il presidente dell'Enac Vito Riggio: il prezzo di Caserta Grazzanise è la chiusura di Napoli Capodichino. Si tratta solo di vedere se il gioco vale la candela.

LO STUDIO: NON FATTIBILE - E si dà il caso che il Politecnico di Milano abbia appena completato uno studio che giudica senza appello «non fattibile» lo scalo di Grazzanise, pure nel caso di chiusura di Capodichino, dal quale dista appena 37 chilometri. Ragion per cui la società che gestisce l'aeroporto di Napoli, la Ge.s.a.c. ora controllata da F2i e al cui vertice si è insediato circa un anno fa l'ex vicedirettore generale di Bankitalia Mario Sarcinelli, e che dovrebbe partecipare all'operazione, non appare per nulla favorevole. Ma in questa vicenda le questioni tecniche sono relegate in secondo piano. La partita è infatti tutta politica. Contro l'aeroporto casertano, che dovrebbe essere realizzata in un'area ad altissima incidenza camorristica, cuore del territorio dei casalesi, c'è il governo di Mario Monti. E contro si è dovuto schierare pure il presidente della Regione, Stefano Caldoro, un tempo favorevole.

IL NODO FONDI - Il quale, dopo una serie di incontri con il premier, ha preso atto: «Non ci sono fondi, Grazzanise non rientra fra i progetti strategici del governo». Al contrario i grandi sponsor dell'operazione, avviata di concerto con la Regione quando governatore della Campania era Antonio Bassolino, sono i politici casertani. Primo fra tutti il parlamentare del Pdl Nicola Cosentino, del quale i magistrati hanno chiesto per ben due volte (senza ottenerlo) l'arresto, ritenendolo il referente politico dei clan camorristici casertani, nonché acerrimo nemico di Caldoro.

IL PARTITO DELL'AEROPORTO - Nel partito dell'aeroporto non poteva poi mancare Gennaro Coronella, senatore del Pdl originario, come Cosentino, di Casal di Principe. Senza dimenticare Domenico Zinzi, presidente della Provincia e deputato del Pdl. Ma la febbre dello scalo internazionale ha contagiato anche l'opposizione, nonostante le parole di fuoco spese recentemente da Roberto Saviano, convinto che «l'affare» di Grazzanise sia quello che «più degli altri sta a cuore» a Cosentino.

IDV E SEL PRO-GRAZZANISE - Il consigliere regionale di Sinistra ecologia libertà, Gennaro Oliviero, si dice addirittura «esterrefatto dalle dichiarazioni del governatore». E anche l'Italia dei valori, insieme a Oliviero, ha chiesto una resa dei conti. Mentre in una interrogazione al ministro Corrado Passera il deputato pd Stefano Graziano, casertano di Aversa, definisce Grazzanise «una infrastruttura strategica non solo per Caserta ma per il rilancio economico e sociale del Mezzogiorno». L'accerchiamento è dunque completo: resisterà il fortino di Caldoro?

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