I fatti contestati vanno dal marzo 2017 al marzo 2018 e sono stati accertati attraverso la predisposizione di strumenti tecnici di monitoraggio del dispositivo marcatempo collocato sul luogo di lavoro, dove i dipendenti avrebbero dovuto timbrare il cartellino di presenza. A questa attività ha poi fatto seguito il controllo documentale dei fogli di presenza e la contestuale ispezione delle aree sottoposte alla manutenzione dei dipendenti che risultavano “non curate”.