A Napoli dall'epoca vicereale quasi tutti i palazzi sono condomini. Qui ad esempio dice che il Palazzo Calabritto o il Palazzo Spinelli di Tarsia erano già tutti frazionati in quartini di affitto (piano nobile escluso)
www.adsi.it/wp-content/uploads/2013/12/ANNO12-1996-N2-31.pdf . O ancora il Palazzo Cellammare era già frazionato nel Settecento. Quando Goethe giunge a Napoli ha occasione di visitare il palazzo su invito del principe Michele Imperiali (che affittava dai Giudice l'appartamento più illustre del palazzo) incontra anche il pittore Hackert (che aveva preso in affitto un altro appartamento). Diciamo che una volta la famiglia nobile era proprietaria in solitario del palazzo, ma comunque i piani non nobili erano tutti frazionati e dati in affitto. D'altronde secondo voi una famiglia nobile seppur ricchissima riusciva da sola ad abitare e a tenere nel fasto bestioni di tufo di 4,5, 6 piani?
Spesso si trattava comunque di condomini dove vivevano più famiglie nobiliari o più famiglie ricche con servitù annessa. Ovviamente, il processo di frazionamento (della proprietà, beninteso) eccessivo dei palazzi napoletani prende piega nei primi decenni del Novecento.