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Campania | De archaeologia

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2019 20:39
07/12/2014 12:02
 
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Lo posto qui perché può essere un interessante raffronto fra due siti archeologici gestiti dalla stessa soprintendenza e nella stessa area geografica.

Sono appena tornato da Ercolano: l'area archeologica è interessata da un grosso restauro e da una grossa manutenzione, la fondazione Packard, a mio avviso, sta facendo un lavoro assolutamente superbo, aprendo locali raramente aperti in occasioni speciali come queste domeniche in cui i poli culturali statali sono gratis e recuperando le domus che necessitano di manutenzione.

Innanzitutto vi mostro l'ingente numero di turisti venuti in visita agli scavi nonostante fosse prima mattina.

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Qui potete vedere i gruppi di turisti in alto a sinistra invece. Questo è il fossato che separa il piano campagna dagli scavi. Un tempo, in fondo al fossato, si sviluppava la linea di costa. L'arretramento della linea di costa è dovuto allo spessore dei materiali eruttati dal Vesuvio nel 79 dopo cristo, che in alcuni punti sfiora i 30 metri!

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In questa foto, partendo dalla sinistra, si notano la casa dei cervi, attualmente in ristrutturazione, la casa del rilievo di Telefo in alto a destra, dove è in ristrutturazione in giardino e, in basso a destra, il tetto delle terme suburbane, uno stabilimento termale con accesso diretto all'antica spiaggia.

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Scendendo al livello del mare si aprono i fornici per il riparo delle barche. In questi fornici si rifugiarono alcuni abitanti della città durante l'eruzione, in attesa che il mare si calmasse per poter scappare via. La fondazione Packard ha costruito un plastico che mostra la posizione dei cadaveri esattamente come vennero trovati al momento degli scavi effettuati negli anni ottanta

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Qui gli altri fornici

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Come si può notare, gli scheletri sono in posizione di riposo. Infatti il primo flusso piroclastico che colpì la città si ebbe in nottata, mentre tutti stavano dormendo, e le vittime non ebbero manco il tempo di accorgersi di star morendo carbonizzati. In basso a sinistra si può osservare una scena commovente: uno scheletro, appoggiato ad una parete, abbraccia lo scheletro di un'altra persone che, probabilmente, stava dormendo appoggiata sul petto del primo.

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I corpi degli antichi romani erano estremamente minuti

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In tutto sono stati ritrovati più di cento scheletri nei fornici. Le ossa originali sono conservate fra università e museo archeologico di Napoli.

Ora passiamo ad un altro ambiente commovente chiuso da sempre: le terme suburbane, di cui ho parlato poco sopra. Queste terme sono da sempre chiuse al pubblico per via della delicatezza dei reperti presenti al loro interno. Tantissime le ante in legno carbonizzate ancora in posizione, oltre che ad una vasca in marmo serpentino molto bella, di cui fra poco racconterò la storia del suo ritrovamento.

Nell'ambiente di ingresso è presente questa fontana

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Questa invece è la vasca in marmo di cui parlavo

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Fate attenzione al calco sulla sinistra: quella è la posizione in cui fu rinvenuta la vasca che era immersa nelle piroclastiti. Praticamente il flusso piroclastico, entrando dalla finestra, l'aveva travolta e trascinata fin li.

Come si può vedere questi sedimenti non sono stati portati via proprio per far capire a che distanza è stato scaraventato un oggetto pesante circa mezza tonnellata.

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Ma vediamo il calco da vicino:

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Se fate attenzione sono visibili le impronte lasciate dai frammenti di vetro che copriva la finestra da cui è entrato il flusso. Prima di travolgere la vasca infatti, il flusso ha dovuto sfondare la finestra, trascinandosi di conseguenza il vetro che riparava quest'ambiente dalle intemperie.

Un primo piano di vasca e finestra

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Alcune colonne dell'ambiente conservano ancora i dipinti di false venature in marmo che le decoravano

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Al di sopra delle terme suburbane sorge la casa del rilievo di Telefo, dove nell'atrio è presente questa bellissima ricostruzione filologica di un pavimento mosaicato semidistrutto

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Affianco a questa dimora, ecco la palestra grande, attualmente in fase di restauro

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Bellissimo notare che stanno scavando per la realizzazione dei sottoservizi per il drenaggio dell'acqua piovana e, spero per un'eventuale illuminazione del colonnato.

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In un punto degli scavi è ben visibile la stratigrafia dell'eruzione che ha sepolto la città, composta da un sottilissimo strato di pioggia di pomici e uno spessissimo strato composto da una serie di flussi piroclastici (vado a memoria, dovrebbero essere circa cinque), che impacchettarono la città facendocela arrivare letteralmente INTATTA.

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Fra i piccoli frammenti di pomice spuntano anche frammenti di legno carbonizzato, probabilmente appartenuto a travi e tramezzi delle case della città

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Un altro frammento in primo piano

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Che dire: gli scavi di Ercolano sono stati benedetti da una gestione magistrale del sito dopo anni di degrado. C'è da dire che Ercolano, rispetto a Pompei, è un sito piccolo. Ma una cordata di imprenditori-mecenati da tutto il mondo sarebbe auspicabile per tutelare un patrimonio che non appartiene solo a Napoli o all'Italia, ma al pianeta intero.

Questa non è la storia di un singolo territorio, ma la storia dell'umanità. A mio avviso, chiunque ha un contributo da dare dovrebbe sentire il dovere morale di intervenire, affinché non si ripetano mai più le vergogne viste a Pompei.

Si può fare, ed Ercolano ne è la dimostrazione, ed i risultati sono al dir poco impensabili.

Spero di aver fornito un interessante spunto di riflessione con questo reportage.

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"Ci sono posti in cui vai una volta sola e ti basta... e poi c'è... Napoli" (J. Turturro)
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