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I Campi Flegrei: tra archeologia e mito

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2020 11:11
18/11/2017 15:46
 
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Rispondo a granpacco sulla questione waterfront. La vicenda è molto ingarbugliata, innanzitutto perchè la proprietà dei terreni del "Waterfront" appartiene alla famiglia Cosenza, la stessa che è titolare della ditta che sta realizzando il tunnel tangenziale-porto. Inoltre la società Waterfront ha richiesto una variazione del P.U.A. al Comune di Pozzuoli per poter costruire su quell'area anche 200 (forse 300) unità abitative. Per semplificare diciamo che il Comune ha risposto di no, ma, sembra, stia trattando una soluzione.Poi sembra che i Maglietta e la Prismian abbiano richiesto parte delle aree confinanti per espandere le proprie attività. Infine pare che la soprintendenza vorrebbe che alcuni capannoni siano lasciati come "archeologia industriale". L'unica cosa sicura è che il Waterfront non avrà una spiaggia, ma al massimo un porticciolo turistico.

Allego un rendering ormai datato, solo per mostrare agli altri la zona di cui parliamo
18/11/2017 15:50
 
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Belle info pasquale complimenti!

__________________________
Salutandovi indistintamente..

http://www.pianofortegioiello.it/
18/11/2017 17:07
 
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Grazie bubolazza. Per rispondere alle altre domande di granpacco, allego una foto del 16-09-2014 che mostra una nave da crociera attraccata nel porto di Pozzuoli. Si tratta della MS DEUTSCHLAND. Un giornale locale scriveva: "Accompagnata da una lunga batteria di fuochi pirotecnici e dal genuino entusiasmo di centinaia di cittadini (sentimento ricambiato con la stessa cordialità dai circa 500 passeggeri stranieri, felici per l’accoglienza ricevuta tanto che alcuni di loro, appena scesi sulla terraferma, hanno perfino dato il “cinque” agli spettatori di questo evento).L’imbarcazione, di nazionalità tedesca (Ms Deutschland), lunga 175 metri e larga 23, ha fatto dunque il suo ingresso nel “capoluogo” flegreo”, da dove ripartirà oggi pomeriggio alle 18."
Fu un caso, poichè non c'era posto nel porto di Napoli e fu dirottata a Pozzuoli, ma credo che difficilmente ne vedremo altre. In primis perchè dall'anno prossimo sarà Salerno il secondo scalo crocieristico della regione, ma anche perchè la banchina di Pozzuoli dovrebbe essere attrezzata e messa in sicurezza e, credo, al momento non ci sia la volontà politica di farlo.
18/11/2017 17:27
 
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Re:
luca.pagano, 17/11/2017 10.55:

spostare la cumana da li, senza neanche la presenza di passaggi a livello, penso sia una come la corazzata potemkin

spostarla dal centro? Per me lamrimozione del sedime parallelo al lungomare vale tutto da solo, però il porto e il rione Terra perdono una stazione vicina, bisogna che si compensi per bene, e non parlo solo di trasporto di superficie, ma almeno di percorsi privilegiatissimi per i pedoni (pure senza fantasticare con i tapis roulant)
18/11/2017 17:29
 
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In quel punto della foto siamo nella zona di "Cantieri" e non a "Pozzuoli" ovvero quella non è la galleria nuova intesa come quella ancora da attivare
[Modificato da Madeco 18/11/2017 17:30]
18/11/2017 17:34
 
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Ovvio, siamo in due zone distinte, però ritengo che accedere al porto via tangenziale sarà più comodo e rapido e sarà preferibile a meno di provvedimenti limitativi eventuali.
18/11/2017 17:37
 
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Re:
Pasquale2017, 18/11/2017 12.33:

Per quanto riguarda la nuova stazione della Cumana,penso che sono pochissimi quelli che sanno che sarà spostata (anche se il progetto è del 1990) e credo che, nonostante la città ne beneficerà,ci sarà qualche muso lungo.



Il comune si deve attivare in modo da richiedere alla Regione Campania il riuso dei tracciati della cumana "abbandonati" in particolare quello della stazione attuale di Pozzuoli in modo da poter realizzare un collegamento tra la nuova stazione e l'area portuale/centrale. Esempio pratico è proprio il collegamento in realizzazione e tramite tapis roulant previsto tra la nuova stazione di Baia e la vecchia




19/11/2017 01:39
 
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Non sapevo di questo progetto, interessantissimo!

Per quanto riguarda il waterfront di pozzuoli prima di tutto grazie mille Pasquale per le delucidazioni, però pensare che ancora si sbattono per la preservazione di questi "capannoni" ritenuti archeologia industriale mi fa salire così tanto il sangue al cervello che quasi spero quel pezzo di città resti così com'è
19/11/2017 22:29
 
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Da quello che so la vecchia linea della cumana che attraversa il centro storico diventerà una strada carrabile,almeno nella zona tra Gerolomini e Cappucccini, per servire la mobilità del quartiere che in pratica non ha nessuna alternativa alla strada del lungomare. Nella zona tra la vecchia stazione e la nuova, sostituirà la strada che costeggia la cumana , che a sua volta diventerà area verde,ciclabile, pedonale. La nuova stazione sarà più lontana dal centro e dal Rione Terra (ed almeno 100 mt più avanti della prima ipotesi), ma forse più vicina agli imbarchi se, come pare, verranno spostati nella zona del vecchio mercato ittico, liberando l'attuale porto da camion e auto e destinandolo a passeggiata sul mare fino alla darsena che sarà riqualificata e collegata al Rione Terra tramite ascensori e al lungomare Pertini tramite una percorso pedonale in legno.. Inoltre la nuova stazione avrà un grande parcheggio ed il waterfront vicini e (forse) un ascensore per collegare la zona alta. Sarà abbattuto l'orribile cavalcavia che scavalca la vecchia linea della cumana (perchè ormai inutile)ed ampliata la piccola villa comunale sul porto. Quindi la passeggiata dal centro alla stazione dovrebbe essere in gran parte su marciapiedi larghi, nuovi ed alberati.

In allegato la mappa, il cavalcavia, il binario della vecchia linea.
19/11/2017 23:43
 
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Però granpacco, pare che i capannoni di cui parliamo siano di inizio '900 ed abbiano pilastri di 20 metri costituiti da un unico blocco di ghisa, una tecnica costruttiva all'avanguardia per l'epoca. Lo stabilimento metallurgico di Pozzuoli fu attivato nel 1889 dalla Società Armstrong, per la costruzione di artiglierie navali. La fabbrica occupava l’area in cui anticamente sorgeva l’Accademia di Cicerone. Il complesso fu acquisito dalla Ansaldo nel 1938, e dopo la guerra, dalla Aerfer-Imam. Nel 1967 venne ceduto alla Sofer, specializzata nella produzione di materiale rotabile e l’anno seguente fu acquisita dalla Breda. Lo stabilimento entrò in crisi nel 1993 e chiuse definitivamente nel 2003.
20/11/2017 06:12
 
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Grazie Pasquale2017 !!! Le tue spiegazioni sono come sempre utilissime ed esaustive. In rete si trovano delle foto dei capannoni della Amstrong, un notevole esempio di architettura industriale.

Il tracciato della cumana, nella zona urbana di Pozzuoli, dovrebbe essere traslato all'interno più a ridosso della linea 2. E' corretto?

20/11/2017 09:57
 
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Ragazzi sincero voglio capire che ci sia un esempio di archeologia industriale in tutta la regione, mi sta pure bene(in realtà no) e ciò avverrà a bagnoli, ma non abbattere capannoni industriali solo perché di inizio novecento mi sembra assurdo! soprattutto quando la nostra città e la provincia necessita di recuperare spazi importanti visto l'urbanizzazione selvaggia avvenuta negli ultimi decenni, queste industrie sono sorte secondo me in zone che realmente andrebbero vincolate, zone ad alto potenziale turistico, paesaggistico e naturalistico, queste aree meritano vendetta io abbatterei tutto senza pietà anche a bagnoli, quel paesaggio merita di ritrovare la sua vocazione naturale, merita giustizia!! Altro che difendere due pilastri di cemento armato solo perché abbiamo l'ossessione del vecchio :bah:
20/11/2017 21:42
 
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Granpacco hai ragione quando dici che la scelta di creare industrie nei Campi Flegrei è stata scellerata, ma bisogna pensare che alla fine del 1800 il turismo non esisteva e quindi per sfamare le popolazioni non c'era alternativa all'industria pesante, soprattutto quella legata alla guerra, visto che l'Europa tra l'800 ed il 900 ha conosciuto pochi anni di pace.
Le officine Armstrong nascono nel 1885 (l'Ilva di Bagnoli nel 1911) per produrre armamenti pesanti per le esigenze belliche italiane ed occupano 250 operai. Nel 1916 diventano la più grande fabbrica di cannoni d'Italia e danno lavoro a 5000 operai (quando la popolazione puteolana era di circa 20.000 anime). In pratica tutte le famiglie di Pozzuoli potevano mangiare grazie alla fabbrica. Credo che le prossime generazioni abbiano il diritto di conoscere la storia della propria terra e dei propri nonni, anche se è una storia fatta di sudore e fatica. Quindi io sono favorevole a conservare un solo capannone ed a trasformarlo nella nostra Ellis Island o Gedächtniskirche, cioè in una struttura in cui il visitatore venga calato in quell'epoca e possa capire quali fossero le condizioni di vita di un operaio puteolano e della sua famiglia in quegli anni.
20/11/2017 21:59
 
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Nuvola.Cdn, il tracciato dovrebbe essere grosso modo quello allegato. Inizialmente la stazione nuova doveva essere nel Vallone Mandria (quello di fronte al Carcere Femminile) in modo da poter unire la parte bassa a quella alta tramite delle scale mobili. Poi, come scrisse Biagpal qualche mese fa, la scelta è caduta su Villa Maria,circa 100 mt più avanti.(Credo per motivi economici).
25/11/2017 19:09
 
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Firmato in Regione il Masterplan litorale flegreo-domitio
La regione Campania e i Comuni dei Campi Flegrei e della fascia costiera domitia hanno sottoscritto un protocollo di intesa “per la rigenerazione e valorizzazione del Litorale Domitio – Flegreo”. Si tratta di un documento di programmazione che coinvolge i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Giugliano, Castel Volturno, Mondragone, Villa Literno, Falciano del Massico, Sessa Aurunca, Francolise, Cellole, Cancello Arnone e Carinola. Un fronte ampio e trasversale tra le province di Napoli e Caserta, che abbraccia aree dell’entroterra e del litorale attraversate dalla strada s.s. Domitiana e dalla dorsale ferroviaria. Le infrastrutture da realizzare sono indicate nel documento quali “elementi di carattere strategico per la ri-generazione e valorizzazione del litorale domitio-flegreo”.
Il protocollo di intesa è preliminare alla stesura di un MasterPlan (entro 4 mesi) che dovrà individuare soggetti, strumenti e azioni necessarie. Gli obiettivi strategici sono, nell’ordine: rigenerazione ambientale, finalizzata alla riqualificazione paesaggistica ed alla bonifica dei territori; sicurezza e legalità, finalizzata alla riduzione del disagio sociale; accessibilità, finalizzata al rafforzamento della mobilità di collegamento con i principali punti di arrivo dei flussi turistici; rigenerazione urbana, finalizzata al recupero urbanistico e alla fruizione del patrimonio naturalistico e storico archeologico. Regione e Comuni firmatari hanno poi assunto l’impegno di individuare le priorità progettuali e le risorse finanziarie disponibili. In parole povere, sarà necessario capire quali progetti realizzare e con quali soldi. Sarà inotre costituito un comitato di indirizzo, composto da rappresentanti di tutte le amministrazioni firmatarie.

25/11/2017 20:54
 
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Re:
Pasquale2017, 20/11/2017 21.42:

Granpacco hai ragione quando dici che la scelta di creare industrie nei Campi Flegrei è stata scellerata, ma bisogna pensare che alla fine del 1800 il turismo non esisteva e quindi per sfamare le popolazioni non c'era alternativa all'industria pesante, soprattutto quella legata alla guerra, visto che l'Europa tra l'800 ed il 900 ha conosciuto pochi anni di pace.
Le officine Armstrong nascono nel 1885 (l'Ilva di Bagnoli nel 1911) per produrre armamenti pesanti per le esigenze belliche italiane ed occupano 250 operai. Nel 1916 diventano la più grande fabbrica di cannoni d'Italia e danno lavoro a 5000 operai (quando la popolazione puteolana era di circa 20.000 anime). In pratica tutte le famiglie di Pozzuoli potevano mangiare grazie alla fabbrica. Credo che le prossime generazioni abbiano il diritto di conoscere la storia della propria terra e dei propri nonni, anche se è una storia fatta di sudore e fatica. Quindi io sono favorevole a conservare un solo capannone ed a trasformarlo nella nostra Ellis Island o Gedächtniskirche, cioè in una struttura in cui il visitatore venga calato in quell'epoca e possa capire quali fossero le condizioni di vita di un operaio puteolano e della sua famiglia in quegli anni.



Sarei d'accordo con te se queste industrie fossero sorte negli incredibili spazi che soprattutto all'epoca offriva l'entroterra napoletano, costituendo quel percorso per cui nell'entroterra dove non ci sono attrattive si sviluppava almeno un tessuto lavorativo importante, mentre la zona costiera tra le più belle d'italia che offriva inoltre anche attrattori culturali di livello internazionale avrebbe sviluppato un altro tipo di settore che è quello turistico. Poi affermi che a fine ottocento ed inizio novecento non esisteva il turismo, ma non è assolutamente vero! Che ne so ti ricorderei i viaggiatori del grand tour che proprio in quelle terre ebbero gran parte della loro ispirazione, territori che prima di essere scelleratamente urbanizzati ed industrializzati alla follia offrivano paesaggi e scenari che hanno fatto innamorare ogni tipo di viaggiatore,tra l'altro il turismo è sempre esistito nella storia ma in quel periodo a cui ti riferisci si stava proprio sviluppando il turismo di massa come lo concepiamo adesso ed anche i cittadini che si spostano il week end al mare possono essere considerati turismo adesso come allora.
Qui invece è nato tutto al contrario ed oggi ne paghiamo le conseguenze, si sono urbanizzate tutte le coste, non si salva nessun tratto del napoletano, un disastro! per me per giustizia divina andrebbe raso al suolo qualsiasi cosa sorta per rovinare la vocazione naturale di un luogo insieme a tutte le strutture nate per un casino politico amministrativo che ha reso una delle regioni con il più alto potenziale in Europa ad essere una delle aree più problematiche dell'intero vecchio continente.
Abbiamo così tanto da offrire che non ci serve trasformare questi eco mostri in attrattori come fanno in altri paesi, poi ripeto stessimo parlando delle campagne acerrane o giuglianesi avrei fatto di tutto per trasformare un luogo fantasma in un nuovo motivo di sviluppo ed attrazione, ma qui si sta parlando di Puteoli o Bagnoli sia chiaro e basta guardare i meravigliosi dipinti del 700 o dell'800 per capire quanto male l'uomo ha fatto in questi territori.


25/11/2017 22:19
 
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Granpacco ti rispondo senza alcuna polemica, perchè stiamo dicendo la stessa cosa: i Campi Flegrei non avevano certamente una vocazione industriale.Punto. Però il destino ha deciso diversamente, perchè la popolazione locale doveva pur mangiare. E sembra strano, ma quei terreni furono scelti dalle industrie proprio per la loro collocazione sul mare.La posizione consentiva l'approdo delle navi da carico che portavano il carbone e il minerale ferroso e anche delle navi militari, in cui dovevano essere imbarcati i cannoni. E i pochi viaggiatori del Gran Tour potevano mai competere con l'industria bellica che sfamava circa 5000 famiglie? E quanti di questi aristocratici si spingevano fino ai Campi Flegrei, sfidando i briganti, le malattie e le strade dell'epoca? Non ci sono dati.. forse 100 all'anno? Credimi... io lavoro nel turismo da 31 anni e ti assicuro che quando ho iniziato (nel 1986) i flussi turistici erano ancora talmente bassi che non esisteva neanche la definizione "turismo di massa".Comunque ho riletto più volte il tuo post, perchè è così pieno d'amore per la nostra terra che posso solo unirmi al tuo augurio che i Campi Flegrei, anche se in ritardo di 140 anni,possano finalmente trovare la loro vocazione naturale.
26/11/2017 01:48
 
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ti ringrazio però aggiungo solo una cosa, quelle industrie non sono nate per sfamare la gente locale, ma per arricchire una piccola elite che non curante del male fatto a quelle terre ha usato l'alibi di dare lavoro e portare il pane, in realtà queste industrie hanno portato la gente a trasferirsi in massa producendo una urbanizzazione non controllata(quindi altro scempio).
In queste zone prima la popolazione che ci viveva e che non era numerosa poteva campare tranquillamente come ha fatto per circa 3000 anni visto che la terra fertile di questi luoghi non ha mai fatto mancare il pane.
Per business e per abbattere i costi si è scelto di rovinare un paesaggio maestoso al posto di costruire dove sarebbe stato più saggio e dove l'industria avrebbe portato anche una rete infrastrutturale tale da garantire che le merci tramite ferrovie ad esempio potessero partire ed arrivare senza problemi.
Invece ci ritroviamo nell'entroterra paesi che fino a poco tempo fa erano praticamente deserti privi di infrastrutture senza un tessuto socio-economico sviluppato mentre una intera costa si ritrova piena di questi obbrobri molti dei quali ormai scheletri(altro che pane), urbanizzata in maniera massiccia e menomale almeno quello si ritrova una piccola rete infrastrutturale, insomma peggio di così proprio non poteva andarci.
Il turismo al quale mi riferivo riguardava anche quelle persone che a quei tempi volevano nei giorni liberi farsi una giornata di mare, andare a pesca, mangiare pesce, fare un pic nic, esiste anche il turismo interno
[Modificato da granpacco 26/11/2017 01:51]
27/11/2017 07:08
 
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Il problema del disarmonico sviluppo del territorio del napoletano è connesso alla cementificazione intensa, selvaggia e disordinata non alla presenza di Aziende come la Amstrong.
Essa ha alterato in modo irreversibile il rapporto tra verde (vedi aree collinari) ed aree urbanizzate e per di più senza realizzare infrastrutture al supporto (strade, parcheggi, aree verdi e per lo svago etc).
Parliamo sia della città che del circondario di Napoli.
La cementificazione dell'entroterra campano ha eliminato la possibilità di uno sviluppo forte di attività connesse alla terra dalle coltivazioni, agli agriturismo garantendo un effimero ritorno

Le industrie presenti a Napoli e provincia (area est , ovest) hanno assicurato il progresso sociale e civile delle popolazioni assicurando lavoro a decine di migliaia di persone.
E dalla loro crisi che sono scaturite problematiche e scollamento sociale.


Senza l'italsider credi che a Bagnoli sarebbero rimasti i vigneti ? Più probabilmente avresti avuto una nuova Pianura e non avresti uno spazio su cui operare anche se da bonificare.
Molte aziende sono poi anche molto belle architettonicamente:
la fabbrica Olivetti di Pozzuoli è un vero capolavoro ed anche il panorama dell'area est con le sue ciminiere, le gru del porto i suoi assi viari non è affatto male.
La riconversione di queste ex aziende può essere un occasione di sviluppo. (vedi interventi su ex fiera campionaria di Milano)

Gli interventi a Brin 69, ex cirio, rappresentano esempi virtuosi di rigenerazione urbana.
[Modificato da Nuvola.CdN 27/11/2017 07:10]
27/11/2017 12:32
 
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Nuvola.CdN hai colto altri due aspetti importanti della questione (fermo restando la condanna al brutale impatto ambientale causato da queste industrie):
1) Le fabbriche ad est ed ovest di Napoli hanno avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione sociale della città e nella nascita, prima del proletariato e più tardi anche di una borghesia napoletana.
2)Le aree occupate dalle industrie non avrebbero mai resistito alla massiccia speculazione edilizia degli anni 50/70 e,di fatto, oggi non avremmo questi enormi spazi dove poter ridisegnare il futuro.

E su questo ultimo punto vorrei aprire un nuovo fronte...turistico.
Ho visto il progetto di massima su Bagnoli e, credo,vista l'immensità dell'area a disposizione, che si sarebbe potuta inserire un'altra piccola zona alberghiera. Voi che ne pensate? E, nel caso, dove la fareste?
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