Tour San Carlo, Palazzo Reale e Biblioteca
Il 28 si prova il percorso che collega i tre siti. Da gennaio il polo museale lo rende stabile
Tre luoghi chiave della città, Palazzo Reale, Teatro San Carlo e Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III, monumenti così vicini eppure così lontani. Finora. Grazie al progetto "Reach Out", che crea nuove partnership tra istituzioni divise anche solo da un diaframma, ma distanti e separate, ora si parleranno.
Il 28 dicembre si darà un saggio del nuovo percorso che farà scoprire ai visitatori come questi luoghi un tempo erano uniti e poi, dalla metà di gennaio la visita sarà calendarizzata e istituzionalizzata dal Polo museale campano. Si è aperta la porta attigua alla Cappella Palatina di Palazzo Reale, che fino a qualche anno fa portava all'Ente autonomo del turismo.
Quando gli uffici si sono svuotati, il Polo Museale regionale (diretto da Anna Imponente) ha recuperato gli arredi del tempo in cui Carlo III di Borbone si fece costruire il teatro musicale più bello d'Europa. Così il "passetto" si è ripopolato di alte specchiere, una delle quali con strumenti musicali a intaglio, in tema con l'itinerario. L'uscita è sul terrazzo, girando intorno al quale si entra nella sala ora usata per le conferenze del San Carlo. Un passaggio segreto, scavato in una notte, perché - ha spiegato Antonella Rizzo di "Artenapolis", la società che accompagna nelle visite guidate al San Carlo - "il re domandò all'architetto Medrano dove fosse il passaggio per i sovrani e lui se n'era dimenticato".
Bastò una notte per buttare giù il muro e aprire il passaggio che avrebbe consentito alla coppia reale di avere un ingresso indipendente e un accesso segreto. Un corridoio, una scala e si arrivava direttamente al palco reale, contenente fino a 24 spettatori e dominare palchi, barcacce (due delle quali sarebbero poi state dedicate a Rossini e Donizetti) e poltrone. "Gli specchi - spiega la guida - servivano agli spettatori a capire, alla luce dei 500 candelabri accesi, quando arrivava il re, per potersi alzare in piedi e tributargli il primo applauso della gerarchia del protocollo". Alle spalle dell'ingresso del palco reale, dove ora siedono sindaci e parlamentari, ministri o presidenti della Repubblica, un'altra porta di collegamento interno, quella del Circolo dell'Unione, dove in quella che oggi è la sala di Barbaja, il famoso impresario teatrale istituì un luogo per permettere ai nobili di giocare a carte.
Nell'uscire, passando questa volta attraverso la stanza del soprintendente - dove Rosanna Purchia è intenta al suo lavoro ("sarò felice di veder passare una ventina di persone per volta davanti alla mia porta"), si accede al Giardino pensile e da lì, in fila indiana su una interminabile balconata che affaccia sulla "Prova d'Orchestra" di Mimmo Paladino, si arriva nella sala lettura della Biblioteca nazionale, che poi era il salone da ballo del Palazzo Reale. Il progetto, che si allargherà ad altri monumenti prima collegati tra loro, tra cui il Maschio Angioino per questo primo gruppo, è stato illustrato dalla direttrice di Palazzo Reale, Antonella Cucciniello, dalla responsabile delle attività culturali della biblioteca, Mariolina Rascaglia, presente con il direttore Francesco Mercurio, tra i più convinti promotori dell'iniziativa.
L'incontro fra direttori e funzionari anche degli altri musei del Polo ha gettato i semi di nuove attività e idee per eventi. Il percorso integrato di visita sarà fruibile anche per via multimediale attraverso una app e ci sarà una visita ludico didattica per i ragazzi del centro storico di Napoli in collaborazione con la fondazione Carlo Fulvio Velardi.