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La questione meridionale

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2020 09:53
09/12/2013 18:31
 
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fonte: Francesco Saverio Nitti (Nord e Sud, 1900)


[Modificato da Ninconanco81 09/12/2013 19:03]

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

09/12/2013 21:57
 
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E si continua...meno soldi per curarci, tanto moriamo prima [SM=x2819341]

"Unione Mediterranea
12 hours ago
I CONTI DELLA SANITA' CON I PESI DI CALDEROLI:
CAMPANIA -481MILA ABITANTI, PIEMONTE +317MILA
FERMARE QUESTO SCONCIO SI PUO'

di Marco Esposito


Ho fatto i conti sugli effetti della formula ideata da Calderoli per ripartire la somma per la sanità pubblica (110 miliardi). La Campania "perde" 481mila residenti e quindi soldi in proporzione. Il Piemonte "guadagna" 317mila abitanti fittizi, utili solo ad aumentare il riparto delle risorse.

Al contrario di quel che si era detto sui costi standard, il prezzo della siringa eccetera, la ripartizione si fa in base al comma 7 dell'articolo 27 del decreto legislativo 68 del 2011, cioè in base alla popolazione "pesata per età". In pratica chi ha più anziani e in particolare più anziani sopra i 75 anni riceve più soldi. Una regione con speranza di vita di due anni più bassa, come la Campania, si trova così quasi mezzo milione di abitanti diventati dei fantasmi per la sanità pubblica, e con un taglio molto forte di risorse (800 milioni a regime). Il tutto non perché si sono accertati sprechi (che con tale sistema nessuno misura) bensì con l'assurda motivazione che tanto si muore prima.

Oltre alla Campania, perdono residenti e risorse soprattutto Sicilia, Puglia e Calabria. Oltre al Piemonte, ne guadagnano soprattutto Liguria, Emilia Romagna e Toscana.

Tali regole entrano in vigore da subito e si applicano progressivamente in cinque anni.

Ma questa è una battaglia che si può vincere. Una legge del 1996 (la 622, articolo 1, comma 34) fa l'elenco dei parametri da utilizzare per ripartire la spesa sanitaria. C'è, com'è giusto, l'età. Ma ci sono anche sesso, speranza di vita, particolari epidemiologia, specificità territoriali e numero semplice di abitanti. Insomma l'età non può essere l'unico peso e un decreto legislativo non può abrogare una legge. Dobbiamo fermare questo sconcio non solo perché illegale, ma perché ingiusto.

(sul Mattino in edicola oggi 9 dicembre l'articolo con le tabelle sui pesi, fascia d'età per fascia d'età, e il confronto tra gli effetti in Campania e in Piemonte)."
09/12/2013 22:26
 
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E' assurdo quello che hai postato

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La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

18/12/2013 17:57
 
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Dopo 150 anni di menzogne la Banca d’Italia conferma: l’Unità d’Italia ha creato il sottosviluppo del Mezzogiorno.
di Michele Loglisci e Francesco Schiraldi * Il processo di verità storica che da tempo sta squarciando il muro di oblìo eretto a difesa di una mistificata interpretazione delle vicende unitarie e post unitarie della nostra nazione, ha trovato nuovo e solidissimo impulso per merito di una pubblicazione scientifica edita da un’istituzione dall’indiscussa affidabilità quale la Banca d’Italia. Se fino ad oggi si è potuto confutare, su basi storiografiche peraltro tutte da verificare, quanto asserito da chi, carte alla mano, mira a dimostrare come il presunto processo unitario si sia risolto nei fatti in una feroce e avvilente colonizzazione del Mezzogiorno, oggi scende in campo la Banca d’Italia, con il suo indiscusso prestigio, a sancire, sulla base di incontestabili analisi e dati statistici, la verità di fatti troppo a lungo vergognosamente manipolati.

Ebbene, a contraddire definitivamente un’ideologia mistificatrice della realtà di episodi che hanno costretto il Mezzogiorno ad una immeritata situazione d’inferiorità, irrompono con l’autorevolezza che gli deriva dalla reputazione di studiosi il Prof. Stefano Fenoaltea, docente di Economia Applicata all’Università di Tor Vergata (Roma), insieme al collega Carlo Ciccarelli, Dottore di Ricerca in Teoria economica ed Istituzioni nella stessa Università.

Nel loro accuratissimo saggio, il cui alto valore scientifico ha meritato per i due economisti l’onore della pubblicazione da parte della Banca d’Italia, gli studiosi dell’Università di Tor Vergata hanno non solo reso manifesto, potremmo dire, ma bensì confermato come all’origine dell’attuale sottosviluppo del Sud ci sia una bugiarda unificazione nazionale. Sin dalle prime pagine del loro lavoro di ricerca, apparso peraltro solo in lingua inglese nei “Quaderni di Storia Economica di Bankitalia”, n. 4, luglio 2010 (domanda: perché non in italiano e con adeguato resoconto pubblico?), Stefano Fenoaltea e Carlo Ciccarelli affermano così esplicitamente: “L’arretratezza industriale del Sud, evidente già all’inizio della prima guerra mondiale non è un’eredità dell’Italia pre-unitaria» (Through the Magnifying Glass: Provincial Aspects of industrial Growth in Post-Unification Italy, pag.22).

A scrupoloso fondamento del loro studio, corredato da minuziose tabelle statistiche, gli economisti di Tor Vergata prendono in esame i censimenti ufficiali del neonato Stato italiano, precisamente negli anni 1871, 1881, 1901 e 1911. La disponibilità di una notevole massa di dati nazionali e regionali ha offerto l’opportunità a Fenoaltea e Ciccarelli di comprendere a fondo, come sostanzia loro ricerca, lo sviluppo dell’Italia nei primi decenni dopo l’unificazione. Orbene, il meticoloso lavoro eseguito aggiunge, ai dati già disponibili, un’analisi dei dati disaggregati relativi alla produzione industriale in 69 province tra il 1871 e il 1911, determinando gli studiosi a svelare che: «Il loro esame disaggregato rafforza le principali ipotesi revisioniste suggerite dai dati regionali». Più eloquente di così…e, si sottolinea ancora, qui sono i numeri che parlano esplicitamente!

La tabelle pubblicate da Fenoaltea e Ciccarelli mostrano che nel 1871 il tasso di industrializzazione del Piemonte era del l’1.13%, quello della Lombardia 1.37%, quello della Liguria 1.48%. Da evidenziare come, a questo punto, fossero già trascorsi dieci anni di smantellamento dell’apparato industriale dell’ex Regno delle Due Sicilie, con il ridimensionamento di importanti stabilimenti come le officine metallurgiche di Pietrarsa, a Portici (Napoli) (oltre 1000 addetti prima dell’unificazione ridotti a 100 nel 1875), nonché quelle di Mongiana in Calabria (950 addetti nel 1850 ridotti a poche decine di guardiani nel 1873): ebbene, nonostante l’opera devastatrice dei presunti liberatori scesi dal Settentrione, l’indice di industrializzazione della Campania era ancora dello 1.01%, con Napoli, nel dato provinciale, all’1.44% e quindi più di Torino che era solo all’1.41%.

L’indice di industrializzazione della Sicilia era allo 0.98%, quindi agli stessi livelli del Veneto che era al 0.99%, la Puglia era allo 0.78% con la provincia di Foggia allo 0.82%: molto più di province lombarde come Sondrio, allo 0.56%, e vicinissima ai livelli di industrializzazione dell’Emilia, lo 0.85%. La Calabria era allo 0.69%, con la provincia di Catanzaro allo 0.78% e perciò allo stesso livello di Reggio Emilia e più di Piacenza, che era allo 0.76%, ma anche di Ferrara allo 0.74%.

Il tasso di industrializzazione della Basilicata era allo 0.67%, un indice che per quanto a prima vista basso era comunque più alto di aree liguri come Porto Maurizio che era allo 0.61%. L’Abruzzo era invece allo 0.58%, con L’Aquila a 0.63%.

Detto questo, appare drammatico come, quarant’anni dopo, nel 1911, l’indice di industrializzazione del Piemonte fosse salito all’1.30% mentre quello della Campania era sceso a 0.93%, con Napoli all’1.32%. La Lombardia era arrivata all’1.67%, la Liguria all’1.62%, mentre la Sicilia era crollata allo 0.65%, la Puglia allo 0.62%, la Calabria allo 0.58%, la Basilicata allo 0.51%.

Questo resoconto piuttosto tragico ma fondato su incontrovertibili riscontri scientifici, perché i numeri si possono occultare ma se resi noti non possono certamente ingannare, rende chiaro come la Banca d’Italia, pubblicando il qualificato studio di Stefano Fenoaltea e Carlo Ciccarelli, abbia certificato ufficialmente con la sua autorevolezza come l’arretratezza industriale del Sud non sia un’eredità dell’Italia pre-unitaria ma bensì un sottosviluppo voluto da una unificazione nazionale strumentalizzata in modo scellerato ai danni del Mezzogiorno.
18/12/2013 21:06
 
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Fa tenerezza leggere di come la mia Napoli e il mio Sud resistevano ancora dopo l'unità mentre i primati svanivano pian piano

Vedete qui non si tratta più di essere neoborbonici , meridionalisti o leghisti
qui occorre essere semplicemente obiettivi e pretendere tutti insieme diriscrivere i libri di storia
almento questo
cazzo


p.s. e piazza GAribaldi e piazza Cavour se n'anna je

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03/01/2014 15:37
 
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http://ilazzaro.altervista.org/napoli-quintultima-negli-incidenti-denunciati-ma-la-rc-auto-continua-rincarare/#

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07/01/2014 11:01
 
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http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2014/01/04/news/mestre-cambia-il-nome-di-piazzale-cialdini-1.8405968

MESTRE.

Sparirà il nome del generale Enrico Cialdini dal piazzale che per anni è stato un anonimo crocevia tra via Colombo, viale San Marco e via San Pio X e che oggi è noto non solo per la sua incasinata segnaletica, ma per la sua futura destinazione, tra marzo e settembre di quest’anno, di interscambio delle linee del tram per Marghera e Venezia e capolinea dei bus extraurbani.

Ed è proprio la prossima rivoluzione legata al tram ad aver dato l’occasione al consiglio comunale veneziano per decidere di cambiare nome al piazzale, togliendo dalla toponomastica mestrina ogni riferimento al generale Cialdini.

L’intitolazione del piazzale a questo personaggio del Risorgimento ( nato nel 1811 e morto nel 1892 a Livorno) risale al 1966 quando sindaco era il democristiano Giovanni Favaretto Fisca. La delibera conteneva 18 intitolazioni di strade per la Mestre che allora cresceva in fretta, senza motivazioni.

Ora il nome di Cialdini sparirà, come chiede la mozione approvata dal consiglio lo scorso 17 dicembre (25 voti favorevoli, un solo non votante, per la cronaca il leghista Giovanni Giusto) su proposta di Sebastiano Bonzio (Federazione della sinistra)che ha chiesto di togliere dallo stradario mestrino ogni riferimento al generale che non sarebbe solo un militare e uomo politico, come riportano i libri di storia, ma fu personaggio controverso, protagonista della durissima repressione tra Benevento e Gaeta, nel 1861, della campagna contro il brigantaggio. Azioni militari per conto del regno di Torino fatte di eccidi, come quello di Casalduni e Pontelandolfo, case incendiata e centinaia di persone uccise. Oggi in internet ci sono video di gruppi meridionalisti che parlano di Cialdini come di un “massacratore”.

«Enrico Cialdini è indicato anche dai più benevoli come un criminale di guerra, eppure a lui sono state intitolate numerose strade in molte città in Italia, tra cui Mestre», spiega Bonzio, «io sono contro la mistificazione storica e la retorica risorgimentale, e volevo ripristinare una condizione di verità sul reale ruolo esercitato da talune personalità a cui sono intitolati spazi pubblici». La maggioranza di centrosinistra lo ha appoggiato. «Abbiamo votato a tarda ora ed è bastato un veloce controllo su internet per comprendere le ragioni di Bonzio. Io di Cialdini sapevo ben poco», ammette Claudio Borghello, capogruppo del Partito Democratico.

La mozione, approvata prima di Natale, spalanca una porta già aperta. «Ne avevamo parlato in giunta alcuni mesi fa su segnalazione dell’assessore Tiziana Agostini», racconta il vicesindaco Sandro Simionato, «Lei ha sollevato il problema invitando a ragionare su altri nomi da dare al piazzale che sta per ospitare l’interscambio del tram». Un esempio? Simionato dice: «Si è fatto il nome di Eugenio Miozzi, ingegnere e capo della Direzione Lavori e Servizi Pubblici del Comune di Venezia dal 1931 e a capo, nel ventennio successivo, di numerosi interventi che hanno cambiato il volto della città. Un nome che si lega al tema della mobilità. Molto presto interverremo». In Comune, la Agostini, (che in questi giorni è all’estero) avrebbe già invitato i suoi uffici a lavorare per il cambio di nome del piazzale. L’intenzione è quella di fare veloci, per legare il cambio di indicazione su cartelli e indirizzi dei residenti della zona con l’entrata in funzione del nuovo interscambio del tram. Per il piazzale dietro Coin il destino del cambio di nome è segnato, come lo è stato per piazzale Donatori di Sangue, piazza Barche e piazzale Michelangelo, oggi Candiani.

Lo storico mestrino Sergio Barizza commenta: «Anche Bixio fu autore di un massacro a Bronte, e il suo nome c’è su una rotatoria. Il primo problema è che la storia la scrivono i vincitori, il secondo è l’ignoranza dilagante che fa dimenticare la nostra storia».
[Modificato da Ninconanco81 07/01/2014 11:05]

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07/01/2014 13:24
 
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stavo per postarlo io. Che bravi, sono qui da noi ( al sud) si cacano sotto a fare una cosa simile.

Il sindaco di una cittadina Sicilina tolse il nome di Garibbabbione alla piazza della stazione per sostituirlo con uno che fa riferimento a un momento storico di del luogo ( capo Orlano se non ricordo male) lo statarello Italiano ai tempi del Governo Berlusconi Lega, non diete pace al sindaco per questa cosa.

A Napoli non mi pare esista strada dedicata a sta merda di Cialdini, ma al suo compagno Bixio si.

Dalle mie parti una strada dedicatata al merdone in questione si trova a Vairano Patenora.

Da dire che il mio Paese e forse uno dei pochi rari casi dove non abbiamo nessuna strada o piazza dedicata agli "eroi" o personaggi della Partigianeria Risorgimentale.

E sia chiaro, uno non condanna la causa anche giusta Unitaria, ma il modo e di quello che è stato dopo, senza contare quello che ci hanno insegnato a scuola, ovvero il complesso di inferiorità essendo sempre stati noi dei "trocloditi" storici.

PS: Per gli interessati. Il 13 febbraio si avvicina, e come ogni anno Gaeta ricorda l'eccidio di quello che accadde in quel periodo della nostra storia.

Andarci ( io ci vado da due anni) non vuol dire essere neoborbonici o cazzate simili, ma un modo per ricordare e spendere un fiore anche per i nostri morti, visto che per moltissimi anni ingiustamente sono stati fatti passare come i cattivi della storia e che quasi lo meritavano di finire così.
07/01/2014 15:22
 
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Re:
CRIME 80, 07/01/2014 13:24:

stavo per postarlo io. Che bravi, sono qui da noi ( al sud) si cacano sotto a fare una cosa simile.

Il sindaco di una cittadina Sicilina tolse il nome di Garibbabbione alla piazza della stazione per sostituirlo con uno che fa riferimento a un momento storico di del luogo ( capo Orlano se non ricordo male) lo statarello Italiano ai tempi del Governo Berlusconi Lega, non diete pace al sindaco per questa cosa.

A Napoli non mi pare esista strada dedicata a sta merda di Cialdini, ma al suo compagno Bixio si.

Dalle mie parti una strada dedicatata al merdone in questione si trova a Vairano Patenora.

Da dire che il mio Paese e forse uno dei pochi rari casi dove non abbiamo nessuna strada o piazza dedicata agli "eroi" o personaggi della Partigianeria Risorgimentale.

E sia chiaro, uno non condanna la causa anche giusta Unitaria, ma il modo e di quello che è stato dopo, senza contare quello che ci hanno insegnato a scuola, ovvero il complesso di inferiorità essendo sempre stati noi dei "trocloditi" storici.

PS: Per gli interessati. Il 13 febbraio si avvicina, e come ogni anno Gaeta ricorda l'eccidio di quello che accadde in quel periodo della nostra storia.

Andarci ( io ci vado da due anni) non vuol dire essere neoborbonici o cazzate simili, ma un modo per ricordare e spendere un fiore anche per i nostri morti, visto che per moltissimi anni ingiustamente sono stati fatti passare come i cattivi della storia e che quasi lo meritavano di finire così.



Grande Crime
Finalmente rendi giustizia ad un mio post in cui fui accusato da BiagPal di essere neoborbonico (a suo dire poi la cosa sarebbe inconciliabile col ruolo di admin e sta cosa me l'adda ancora spiegà) Io dico esattamente le stesse cose dette da te
Cmq su cialdini ti metto un articolo che ricorda il suo busto alla camera di commercio e la proposta del grande Schifano di toglierlo
[URL= www.iconfronti.it/fuori-i-busti-da-cavour-e-cialdini-affondo-revisionista-di-sc... www.iconfronti.it/fuori-i-busti-da-cavour-e-cialdini-affondo-revisionista-di-s...
Ti saluto con dei versi che apprezzerai
[SM=x2819680]

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07/01/2014 15:24
 
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Ma è diverso, là tutto era nato dal dire che per la stazione Garibaldi si era partiti male avendole dato "quel" nome... Giustamente una sciocchezza.
07/01/2014 15:35
 
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Re:
CityclassR4, 07/01/2014 15:24:

Ma è diverso, là tutto era nato dal dire che per la stazione Garibaldi si era partiti male avendole dato "quel" nome... Giustamente una sciocchezza.




Simone io dissi e dico ancora che il nome Garibaldi dato alla piazza di ingresso della città non va più bene soprattutto alla luce del revisionismo storico degli ultimi anni e quindi appoggiai chi sosteneva che era brutto leggere quel grande nome GARIBALDI
comunque non sarà nè oggi nè domani ma il nome sarà tramutato porta pazienza

Hai visto mai piazza Hitler in Germania?

Comunque fatti 2 risate guarda cosa ho trovato in rete
a ggent nun sta bbona
[SM=x2819346]
www.focusonisrael.org/2010/10/17/largo-adolf-hitler/

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07/01/2014 16:03
 
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Secondo me bisogna lavorare sui toponimi meno noti (nel senso delle strade non principali, come via Nino Bixio, via Liborio Romano...). Roba del genere farà scalpore nazionale, bisogna andare per gradi.
07/01/2014 17:38
 
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Comunque voi vi preoccupate dei nomi delle strade, andate a vedere che cosa ha pubblicato Focus storia. [SM=x2819346]
09/01/2014 13:13
 
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“Uccise i meridionali”. Venezia toglie il nome alla piazza intitolata al Generale Cialdini
Retenews24 - A cura di Piero Bonito Oliva

Parte da Venezia, e precisamente dalla municipalità di Mestre, l’opera di revisionismo storico tanto agognata nel Sud Italia. Strano a dirsi, più facile a farsi. Il consiglio comunale del capoluogo veneto ha approvato a fine dicembre una mozione per eliminare il nome del generale Cialdini dallo stradario cittadino. Per chi non lo sapesse, Enrico Cialdini fu elemento di spicco dell’esercito piemontese ai tempi del re Vittorio Emanuele II di Savoia ed uno dei protagonisti delle stragi nel Mezzogiorno durante l’opera di unificazione del Paese nel 1861. Proprio in quell’anno (precisamente nel mese di agosto) Cialdini venne inviato a Napoli con poteri eccezionali per affrontare l’emergenza del brigantaggio (fu nominato pochi giorni prima Luogotenente del re nell’ex Regno delle Due Sicilie). Il generale comandò una dura repressione con arresti in massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie, vaste azioni contro centri abitati come l’eccidio di Casalduni e Pontelandolfo. Una carneficina passata per tanti, forse troppi anni, come atti eroici per la liberazione della Penisola ed inserita come tale nei libri di storia. Oggi invece, l’incrocio tra via Colombo, viale San Marco e via San Pio X in Mestre cambierà nome perché un omicida non merita una piazza intitolata in suo onore. La delibera approvata il 17 dicembre 2013 dai rappresentanti cittadini ha ottenuto 25 voti favorevoli ed un solo astenuto che, guarda caso, è esponente della Lega Nord. “Ne avevamo parlato in giunta alcuni mesi fa su segnalazione dell’assessore Tiziana Agostini – ha spiegato il vicesindaco Sandro Simionato – lei ha sollevato il problema invitando a ragionare su altri nomi da dare al piazzale che sta per ospitare l’interscambio del tram”. Una scelta che farà sicuramente piacere a tanti gruppi e associazioni di stampo meridionalista da anni in lotta per far conoscere la verità su quanto accadde in quel periodo. Un tempo tinto di rosso sangue, quello dei figli del Sud Italia massacrati dalla ferocia di personaggi oscuri come il generale Cialdini.


Quando noi del SUD, in special modo a Napoli, prenderemo coscienza di tutto questo, non sarà mai troppo tardi...
09/01/2014 16:24
 
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la cosa positiva è propio che Venezia sia stata come dire, solidale, e ha tolto il nome. Questo fa capire che i fenomeni indipendentisti, tipo dalle loro parti la lega, sono giusto fenomeni da bar.

Per Garibaldi, io lamento solo che è eccessivo avergli dedicato una piazza, un monumento, un corso, tre stazioni, una caserma... gli manca una chiesa.

Bisogna ridimensionarlo, non toglierlo. Piazza Garibaldi e piazza Garibaldi per tutti, la stazione della linea 1 potevano chiamarla Centrale al massimo. Ma tant'è. Ci sono cose più urgenti da fare, come allestire un museo della Dinastia Borbonica a Napoli. Magari lo fai con anche sezioni sui governi Svevi, Angioini e Aragonesi, nonchè Vicereale sempre se si ha del materiale. Un museo della storia di Napoli, che ne faccia conoscere il suo secolare e importarte ruolo da Capitale.

Poi la revisione storica è importante, i protagonisti della partigianeria risorgimentale sono tutto tranne che eroi. Ovviamente da fare la cernita con chi invece aveva dei giusti ideali unitari.
L'importante e non diventare fanatici, così da fare i leghisti al contrario.

Ma sapere la vera storia è un diritto di tutti, soprattutto per noi del sud di toglierci da dosso quel pensiero di essere stati sempre arretrati storici.

Che sotto il Regno dei Borbone Napoli ha spaccato in tutti i settori questo dovrebbe farci venire i dubbi, basta guardare la pittura nel settecento o la scultura, oppure addirittura il presepe. In quel periodo il fermento artistico in città era alimentanto da uno stato altrochè arretrato, sennò non si spiega.

Ultimamente è venuto fuori un regio documento dove il Re Ferdinando Secondo invitava il popolo a visitare, la domenica, il parco della regia di Caserta in modo gratuito, usando la strada ferrada che da Napoli via Cancello, portava a Caserta ( la linea ancora esiste) Nel documento veniva riportato anche l'orario dei treni che da Napoli andavano a Caserta e viceversa.

Ora due considerazioni. Tanto per cominciare il parco della reggia di Caserta attualmente si paga, tutti i giorni, tranne per i cittadini di Caserta e Casagiove. Ai tempi tutti potevano andarci senza pagare nulla, la domenica.

Leggere gli orari dei treni tra Caserta e Napoli nella metà dell'ottocento fa quasi sorridere, considerando che tra le due città, attualemte di domenica e su quella linea, circolano quasi lo stesso numero di treni... siamo nel 2014....

Per finire. Oggi tutti vogliono Napoli come una città Europea, la si paragona spesso alle capitali Europee. Vogliamo tutti che diventi una capitale Europea..... beh, lo è stata fino a un certo punto della storia. Bisognerebbe dire, "vorremmo che ritorni capitale europea" e non che ci diventi.
09/01/2014 17:51
 
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Quoto! Aggiungerei che la metropolitana potevano chiamarla anche: "Stazione Ferrovia" o come vi pare, ma garibaldi, NO!. D'altronde la stragrande maggioranza dei napoletani, e anche io che ho 24 anni, chiamano piazza Garibaldi: Ferrovia. C'è ne sono di fanatici al Sud che non capiscono la differenza tra verità storica e orgoglio. Ci sono quelli che comprendendo, appunto, la verità storica si battono per farla conoscere e, alla fin fine, ricevere le dovute scuse da uno Stato che finge che tutto, non sia mai successo. Poi ci sono quello che, apprendono ciò che ci hanno fatto, ma ne concepiscono tutt'altro e per "orgoglio" diventano dei veri e propri ultrà facendoci passare per quelli che non siamo. Capisco che purtroppo la toponomastica a Napoli è pessima, ma se volessimo che a Napoli e dintorni, vengano distrutti tutti i riferimenti a coloro che ci hanno UCCISO in tutti i sensi e non solo fisicamente, allora dovremmo distruggere: strade, gallerie, piazze, palazzi e chi più ne ha più ne metta e questo non è possibile. Comunque un plauso per tutto il male subito dai meridionali, va all'amata Inghilterra e al Piemonte. GRAZIE. Per quanto riguarda il Museo, sarebbe un'idea magnifica. Bisognerebbe trovare la location, ma di certo non sarebbe un problema.
09/01/2014 18:02
 
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Re:
CRIME 80, 09/01/2014 16:24:


Per Garibaldi, io lamento solo che è eccessivo avergli dedicato una piazza, un monumento, un corso, tre stazioni, una caserma... gli manca una chiesa.



Quoto questa parte ma aggiungo anche che, nonostante tutto, non interverrei MAI cambiando il nome a piazza Garibaldi. Ormai quest'ultimo è ben radicato sia a livello locale che nazionale, secondo me è giusto che resti così.

Invece una cosa che farei sarebbe cambiare il nome al corso Garibaldi in qualcosa che ricordi in qualche modo i Borbone. Per esempio corso Ferdinando I, Ferdinando II o Francesco II ma anche un più semplice corso Carlo III.

Secondo me sarebbe l'ideale e si avrebbe anche un bel paragone con la direttrice corso Umberto-piazza Garibaldi

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12/01/2014 20:55
 
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Re: Re:
Gjemon, 09/01/2014 18:02:



Quoto questa parte ma aggiungo anche che, nonostante tutto, non interverrei MAI cambiando il nome a piazza Garibaldi. Ormai quest'ultimo è ben radicato sia a livello locale che nazionale, secondo me è giusto che resti così.




E invece il vento sta veramente cambiando

Sono appena tornato da Garibaldi
non hai idea di come 4 signori di Minturno hanno rivitalizzato una banchina
Il più anziano dei 4 ci teneva a mostrare agli altri dei documenti antichi e di come il nome Garibaldi fosse un'offesa alla nostra storia

Molte signore sbigottite, tra cui una professoressa di lettere, si sono sentite tradite e di aver tradito i loro alunni

2 Ragazzi hanno cacciato dai loro zaini dei libri di schifano e di Aprile e Ciano che stavano leggendo

Tutto molto bello

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12/01/2014 23:54
 
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Re:
CRIME 80, 07/01/2014 13:24:


PS: Per gli interessati. Il 13 febbraio si avvicina, e come ogni anno Gaeta ricorda l'eccidio di quello che accadde in quel periodo della nostra storia.

Andarci ( io ci vado da due anni) non vuol dire essere neoborbonici o cazzate simili, ma un modo per ricordare e spendere un fiore anche per i nostri morti, visto che per moltissimi anni ingiustamente sono stati fatti passare come i cattivi della storia e che quasi lo meritavano di finire così.




Crime
Quest'anno voglio venirci anche io ma devo organizzarmi per tempo
Vorrei venire col treno e scendere quindi a Formia
tu sei informato sull'organizzazione?
Facci sapere e estendiamo l'invito agli altri forumer interessati

__________________________
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso

14/01/2014 15:39
 
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Re:
Ninconanco81, 18/12/2013 21:06:

Fa tenerezza leggere di come la mia Napoli e il mio Sud resistevano ancora dopo l'unità mentre i primati svanivano pian piano

Vedete qui non si tratta più di essere neoborbonici , meridionalisti o leghisti
qui occorre essere semplicemente obiettivi e pretendere tutti insieme diriscrivere i libri di storia
almento questo
cazzo


p.s. e piazza GAribaldi e piazza Cavour se n'anna je


Pienamente d'accordo, dobbiamo riacquistare la memoria e togliere quelle cazzate dai libri di storia.

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