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Le ville del Miglio d'Oro e la reggia di Portici

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2021 19:48
22/04/2012 12:45
 
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Ville vesuviane del Miglio d'oro


Elenco delle 122 Ville Vesuviane del Miglio d'oro, censite e tutelate dall'Ente per le Ville Vesuviane.
Indice [nascondi]
1 San Giovanni a Teduccio
2 Barra
3 San Giorgio a Cremano
4 Portici
5 Ercolano
6 Torre del Greco
7 Voci correlate
8 Collegamenti esterni
San Giovanni a Teduccio [modifica]

Villa Cristina
Villa Faraone
Villa Papa
Villa Paudice
Villa Percuoco
Palazzo Procaccini
Villa Raiola Scarinzi
Villa Vignola
Villa Vittoria
Villa Volpicelli I
Villa Volpicelli II
Barra [modifica]

Villa Amalia
Villa Bisignano o Villa Roomer
Villa Filomena
Villa Giulia o De Gregorio
Villa Nasti ora Letizia
Villa Pignatelli di Monteleone
Villa Salvetti
Villa Sant'Anna
Villa Spinelli di Scalea
Dipendenza Villa Spinelli di Scalea
Villa Mastellone
San Giorgio a Cremano [modifica]

Villa Bonocore
Villa Borrelli
Villa Bruno
Villa Caracciolo di Forino
Villa Carafa di Percuoco
Villa Carsana
Villa Cerbone
Villa Cosenza
Villa F. Galante via Buozzi
Villa G.A. Galante
Villa Giarrusso
Villa Giulia
Villa Jesu
Villa Leone
Villa Lignola
Villa Marulli
Villa Marullier
Villa Menale
Villa Olimpia
Villa Pignatelli di Montecalvo
Villa Pizzicato
Villa Righi
Villa Salvetella
Villa Sinicopri
Villa Tanucci
Villa Tufarelli
Villa Avallone Tufarelli
Villa Ummarino
Villa Vannucchi
Villa Zampaglione
Portici [modifica]

Palazzo Amoretti
Villa Aversa
Esedra ex Villa Buono
Palazzo Capuano
Villa d'Amore
Villa d'Elboeuf
Palazzo di Fiore
Villa Emilia
Palazzo Evidente
Villa Gallo
Collegio Landriani
Villa Lauro Lancellotti
Villa Maltese
Palazzo Mascabruno
Villa Mascolo
Villa Menna
Villa Meola
Villa Nava
Villa Ragozzino
Palazzo Reale
Palazzo Ruffo di Bagnara
Palazzo Serra di Cassano
Villa Sorvillo
Villa Starita
Palazzo Valle
Villa Zelo
Palazzo corso Garibaldi 28
Palazzo corso Garibaldi 40
Palazzo corso Garibaldi 100
Palazzo corso Garibaldi 101-111
Rudere corso Garibaldi 316
Ercolano [modifica]

Villa Aprile
Villa Arena
Villa Campolieto
Palazzo Capracotta
Villa Consiglio
Palazzo Correale
Villa De Bisogno Casaluce
Villa De Liguoro
Villa Durante
Villa Favorita
Villa Giulio de la Ville
Villa Lucia
Villa Manes Rossi
Villa Principe di Migliano
Palazzo Municipale di Ercolano
Villa Passaro
Villa Ruggiero
Villa Signorini I
Villa Signorini II
Palazzo Tarascone
Villa Tosti di Valminuta
Villa Vargas
Torre del Greco [modifica]

Villa Bruno Prota
Villa Caramiello
Villa del Cardinale
Palazzo Cicchella
Masseria Donna Chiara
Villa Ercole
Villa Fienga
Villa Guerra
Villa Macrina
Villa Maria
Villa Mennella
Palazzo Petrella
Villa Prota
Palazzo del Salvatore
Villa San Gennariello
Villa Solimena
Palazzo Vallelonga
Villa delle Ginestre

it.wikipedia.org/wiki/Ville_Vesuviane_del_Miglio_d%27oro



22/04/2012 12:46
 
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sono ben accette foto e notizie
22/04/2012 12:46
 
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LA V SEZIONE ESPROPRIAZIONE DEL TRIBUNALE DI NAPOLI
La storica Villa d’Elboeuf finisce all’asta
La splendida villa settecentesca, affacciata sul porto del Granatello a Portici, verrà venduta al miglior offerente


Villa d’Elboeuf a Portici

NAPOLI - Villa d’Elboeuf finisce all’asta: la V Sezione Espropriazione del Tribunale di Napoli ha decretato che la splendida villa settecentesca, che sorge a Portici affacciata sul porto del Granatello, ormai ridotta in stato di totale degrado e abbandono, verrà venduta al miglior offerente. La società proprietaria dell’immobile, infatti, dovrà far fronte ai creditori anche attraverso la vendita di questo bene: il prezzo base è stato fissato in poco più di 7 milioni di euro, la procedura di vendita si svolgerà nei primi mesi del prossimo anno presso un notaio di Napoli.

MIGLIO D'ORO - La villa, una delle principali dimore storiche del Miglio d’Oro, opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice, fu costruita nel 1711 per il principe austriaco D’Elboeuf: ospita ben 42 appartamenti e comprende anche una spiaggia con tanto di “spogliatoi” utilizzata dai Reali nel corso delle loro vacanze. Nel corso degli anni villa d’Elboeuf è stata al centro di varie e contrastate vicende, compresi incendi, furti, raid vandalici, progetti di ristrutturazione e di redestinazione ad uso pubblico puntualmente rimasti senza sviluppi concreti, compreso l’ultimo tentativo dei proprietari di trasformare la storica dimora vesuviana in un condominio di lusso. Trattandosi di un edificio vincolato dalla Sovrintendenza, le Istituzioni potrebbero esercitare il diritto di prelazione.

Carlo Tarallo
16 dicembre 2009(ultima modifica: 17 dicembre 2009)
22/04/2012 12:47
 
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Fiamme a villa d'Elboeuf: è l'allarme
per le dimore vesuviane del Miglio d'oro
Incendio nella storica dimora nobiliare di Portici, disabitata e fatiscente da anni. Nessun danno a persone


Villa d'Elboeuf

NOTIZIE CORRELATE
Nella villa di Portici fiamme e solaio crollato (maggio 2008)
Cede la facciata del palazzo della principessa (marzo 2011)
Cade a pezzi anche «Villa colera» a San Giorgio a Cremano (maggio 2010)
NAPOLI - Non c'è pace per le ville vesuviane del «Miglio d'oro», in provincia di Napoli. Dopo il crollo, qualche mese fa, della facciata della villa della principessa Lancellotti a Portici, oggi è divampato un incendio nella storica Villa d'Elboeuf, nella stessa cittadina ai piedi del Vesuvio.

Fiamme, questa mattina, nell'edificio settecentesco fatiscente da anni, affacciato sul porto del Granatello. Nella struttura, fatta erigere nel 1711 dal Principe d'Elboeuf e da tempo disabitata, sono andati a fuoco sterpaglie e suppellettili sprigionando un denso fumo.

Sulla natura dell'incendio sono in corso indagini. Sul posto è giunta una pattuglia della polizia municipale e i Vigili del Fuoco del distaccamento di Ponticelli che hanno spento le fiamme. Nessun danno a persone.

Non è la prima volta che si verifica un incendio nella struttura. Nello scorso mese di settembre, al primo piano della villa, un episodio analogo. Le fiamme, in quell'occasione, avevano provocato il panico tra i residenti che avevano dato l'allarme alla polizia municipale. Per non parlare del crollo del solaio, sempre dopo un incendio, nel 2008.

Villa d'Elboeuf, considerata uno dei capolavori dell'architetto Ferdinando Sanfelice, è una delle ville del Miglio d'Oro delle quali si era progettato il recupero. Fu acquistata da una società privata con l'obiettivo di costituire un condominio di lusso, ma non se ne fece nulla. In tempi più recenti, nel 2009, la V Sezione Espropriazione del Tribunale di Napoli decretò che la società proprietaria dell’immobile, per far fronte ai creditori, avrebbe dovuto mettere all'asta il bene. Il prezzo base fu fissato in poco più di 7 milioni di euro, ma finora le aste sono andate deserte (l'ultima appena tre mesi fa). E tutto resta in balia del degrado e dei continui furti e raid vandalici.

Marco Perillo
22/04/2012 12:47
 
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corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2011/17-marzo-2011/spaventoso-crollo-una-villa-700-190247244873.shtml?fr=c...

Villa borbonica del '700 crolla nel giorno dell'Unità d'Italia| Il video choc 1| 2
A Portici cede la facciata del palazzo della principessa Lauro Lancellotti, pericolante da tempo. Nessun ferito


Il momento del crollo

[NOTIZIE CORRELATE]
Anche la villa di «Io speriamo che me la cavo» cade a pezzi Di Domenico
Audiointervista | «Ma il ministero che fa?» di A. Chetta
NAPOLI - Nel giorno dei festeggiamenti per i 150 anni dall'Unità d'Italia cede definitivamente la facciata di una storica dimora di epoca borbonica a Portici, in provincia di Napoli. Spaventoso il crollo avvenuto nella villa della principessa Lauro Lancellotti in corso Garibaldi, una delle arterie più trafficate del centro vesuviano.

Nel pomeriggio, poco dopo le 16, un improvviso boato nel palazzo monumentale ha fatto sobbalzare tutti. Da tempo l'edificio era disabitato e transennato, perché già oggetto di piccoli e limitati crolli. Per fortuna nessun ferito, solo alcune auto sommerse dalle macerie. Probabilmente la struttura ha ceduto per l'incuria centenaria e il maltempo persistente degli ultimi giorni. Tutto il corso Garibaldi di Portici è stato transennato: traffico in tilt e caos nella popolatissima cittadina alle falde del Vesuvio, sede della famosa Reggia voluta da Amalia di Sassonia, moglie di re Carlo III di Borbone.

Il degrado dei gioielli vesuviani

Villa Lancellotti è una delle tante meraviglie settecentesche del «Miglio d'oro», zona costiera a nord di Napoli da Portici a Torre del Greco; una delle tante dimore nobiliari vesuviane che, nei secoli, non è mai stata restaurata. Come villa d’Elboeuf, palazzo monumento di Portici, la villa «della principessa» è una costruzione d’epoca borbonica d’importanza storica rilevante. Ridotta a rudere, abbandonata dagli anni ’90 (quando l’ultima erede, la nobile Natalia Massimo Lancellotti, si allontanò dalla città) fu più volte saccheggiata dai ladri e preda di vandali. Un tristissimo destino per un palazzo che racchiude un interessante patrimonio artistico. La facciata, in bugnato rustico, è dell'architetto Pompeo Schiantarelli e all'interno sussistono decorazioni degne di nota. Notevoli sono i giardini (dotati di un chiostro a pianta centrale, con quattro fornici e statue), con scaloni che permettono la discesa a mare.

La costruzione dell'edificio risale al 1776; già negli ultimi cinque anni il suo stato pericolante aveva creato problemi di sicurezza pubblica e il comune di Portici era intervenuto murando porte e finestre. L’obiettivo successivo era quello di adibire l’edificio a destinazioni di interesse pubblico (come un importante centro di formazione per giovani laureati o una sede universitaria distaccata) dopo averlo espropriato. Alla Regione Campania fu presentato in passato un programma d’intervento, del valore di circa sei milioni di euro, nell’ambito dei progetti dei grandi attrattori culturali. Ma non se ne fece nulla.

Marco Perillo
22/04/2012 12:48
 
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Villa Aprile
22/04/2012 12:48
 
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SAN GIORGIO A CREMANO: IL GIOIELLO DIMENTICATO
Fu il set di «Io speriamo che la cavo»
ma Villa Pignatelli non se l'è cavata
Edificata da Sanfelice per la principessa Caracciolo
la splendida dimora vesuviana cade a pezzi

NAPOLI - Chi ne conosce la storia, o l'ha studiata nei volumi dedicati da Cesare De Seta alle dimore vesuviane, la descrive ancor'oggi come il più fulgido esempio di villa in stile rococò del Miglio d'Oro. Eppure, occorre un generoso sforzo di fantasia per riconoscere in Villa Pignatelli di Montecalvo, imbattendovisi, l'antico splendore settecentesco immortalato nei disegni d'epoca. Avvolta dalle erbacce e irriconoscibile, puntellata nella facciata priva ormai dei particolari architettonici franati, erosa dall'incuria e dal peso dei secoli, laddove un tempo c'era il nobile palazzo. La tenuta sognata dalla principessa Emanuella Caracciolo Pignatelli duchessa di Montecalvo e realizzata, in piperno e tufo, da Ferdinando Sanfelice.

GLI SCALONI ROCOCÒ - Villa Pignatelli di Montecalvo sorgeva a metà strada tra il Vesuvio e il mare, in quell'angolo di paradiso sceso in terra per la «grandeur» dei nobili che sotto i Borbone abitavano la lingua di terra oggi compresa nei comuni di San Giorgio a Cremano, Torre del Greco, Ercolano e Portici, sede quest'ultimo della grandiosa reggia. Oltre la facciata, rifinita ad arte con splendidi fregi, erano l'atrio a pianta ellittica e soprattutto i due scaloni simmetrici di raccordo al piano nobile nel cortile interno a rendere unica la dimora. Una residenza principesca in tutto e per tutto, che si estendeva per quattro ettari e comprendeva un parco oltre, persino, a un oratorio privato.

Da «Villa Vanvitelli» a «Villa Colera»

«VILLA COLERA» - Da «Villa Vanvitelli», come veniva chiamata dal popolo per la magnificenza (nonostante l'erronea attribuzione), a «Villa Colera». A inizio Novecento, difatti, dopo una serie di avvicendamenti nella proprietà, insieme alle trasformazioni del Largo Arso (su cui sorgeva l'ingresso) e al traffico provocato dalla vicina stazione di Pietrarsa, sede della prima linea ferroviaria italiana, cominciò anche il decadimento di Villa Pignatelli di Montecalvo. Un declino lento, dovuto in origine alla spartizione tra gli eredi della principessa e quindi alla successiva inarrestabile frammentazione del corpo dell'edificio in decine di proprietà. Un pezzo di storia ciascuno, «vani» divisi e acquistati da singoli, alcuni occupati abusivamente nel dopoguerra fino allo svuotamento graduale delle suppellettili e ai primi cedimenti nelle pareti. Al culmine della galleria dell'orrore, tra anfratti sporchi e fatiscenti, il primo caso mortale di colera durante la brutale epidemia che funestò Napoli nel 1973 . Morì una bambina e su Villa Pignatelli calò il sipario.



Villa Pignatelli, com'era L'ULTIMA RIBALTA - Vani i sondaggi per un eventuale esproprio del Comune di San Giorgio vista l'irreperibilità di molti degli eredi susseguitisi negli anni, Villa Pignatelli è stata dimenticata fino all'ultima ribalta, il set di «Io speriamo che me la cavo». Le riprese nel 1992 del film di Lina Wertmüller con Paolo Villaggio, pellicola di successo tratta dal best-seller di Marcello D'Orta che ha compiuto proprio nel 2010 vent'anni. È la storia di un maestro elementare ligure spedito per errore nella provincia napoletana, alle prese con una classe difficile dove l'evasione scolastica è la norma e in ogni angolo si soffermi l'obiettivo c'è sempre qualcosa di «sgarrupato». Cadente e sbiadito ricordo di qualcos'altro, esattamente come Villa Pignatelli di Montecalvo oggi.
Sandro Di Domenico

corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/cronaca/2010/28-luglio-2010/vi-girarono-io-speriamo-che-cavoma-villa-pignatelli-non-se-cavata-1703476803367.shtml?fr=c...
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